14 maggio 2025

Palestra multimediale per persone con la malattia di Parkinson : il dono degli Amici dell'ospedale di Cremona "Gianni Carutti". Oltre all'ambulatorio dedicato in ospedale un percorso multidisciplinare

A tagliare il nastro della nuova «Palestra Parkinson» donata dagli «Amici dell'Ospedale di Cremona Gianni Carutti» è stata Emilia, la prima paziente che da qualche settimana sta utilizzando con entusiasmo la tecnologia multimediale dentro il percorso di riabilitazione fisico-cognitiva.

Al suo fianco il direttore generale Ezio Belleri, l'assessore al welfare Marina Della Giovanna, il direttore sanitario Francesco Reitano, il direttore amministrativo Gianluca Leggio, la presidente dell'Associazione «Amici dell'Ospedale di Cremona Gianni Carutti» Ida Beretta, il direttore della Neurologia Stefano Gipponi con la neurologa Alessia Putortì, le specialiste in fisiatria Letizia Pezzi e Lucia Feltroni, i fisioterapisti Silvia Gremizzi e Marco Farina e la logopedista Giusy Finocchiaro

UN DONO CHE FA LA DIFFERENZA

«Il dono degli Amici dell'Ospedale di Cremona è di quelli in grado di fare la differenza perché arricchisce e rinnova l'offerta del trattamento per persone con malattia di Parkinson» - ha dichiarato Belleri.  «Per questo siamo infinitamente grati a tutti coloro che hanno partecipato alla raccolta fondi. Le difficoltà di chi ha una malattia come questa sono molte, poter contare su terapie innovative è un valore e un aiuto concreto. Soprattutto perché la presa in carico è per tutta la vita. Dopo un periodo non semplice per la neurologia, segnato dalla carenza dei medici, oltre alla nomina del dottor Gipponi (direttore del reparto), nel 2025 siamo riusciti a reclutare tre nuovi specialisti. Questo ha consentito la ripresa dell'attività di degenza a pieno regime e il ripristino parziale dell'attività ambulatoriale. È molto ma non ancora abbastanza, la nostra ricerca continua».

GRAZIE ALLA GENEROSITÀ DEI SOSTENITORI

«La palestra che inauguriamo oggi si trova al secondo piano dell'Ospedale di Cremona e nasce da un progetto che l'«Associazione Amici dell'Ospedale Gianni Carutti» ha iniziato nel 2023, raccogliendo fondi da destinare all'acquisto di attrezzature per i pazienti con malattia di Parkinson» - spiega Beretta. «In particolare sono stati il dottor Gipponi e le dottoresse Pezzi e Feltroni a suggerire di concentrare la nostra attenzione su attrezzature multimediali innovative, tecnologicamente avanzate, per arricchire e completare i trattamenti fisioterapici tradizionali».

«I dispositivi sono stati acquistati dalla società EMAC di Genova unitamente a due tavoli funzionali e uno schermo televisivo per un ammontare complessivo di quarantamila euro. Anche questa donazione, così come tutte le altre – ha concluso Beretta - è stata possibile grazie alla generosità dei nostri sostenitori e soci che ci consentono di continuare le attività con i valori promossi dal nostro fondatore». Desideriamo dedicare questa donazione ai nostri storici sostenitori dell'ospedale di Cremona che ci hanno lasciato negli ultimi mesi, Anna CavalcabòUgo Zegliani e Mariella Cesura.

LA CURA SI FA GIOCO, «COSÌ MI DIVERTO MOLTISSIMO»

Emilia, 64 anni, convive da dieci anni con la malattia di Parkinson. Se dopo la diagnosi si è sentita malissimo «Non uscivo più di casa, continuavo a piangere, i miei famigliari erano molto preoccupati» – racconta emozionata; poi ha dovuto affrontare la situazione «altrimenti non andavo più avanti». Ha scelto di fare la testimonial dell'iniziativa perché il percorso che sta seguendo all'ospedale di Cremona la fa sentire meglio: «Mi sento bene facendo ginnastica con questo metodo. Il mio esercizio preferito è quello della guida, andare in macchina mi manca tanto. Poterlo fare in palestra, anche se per finta, mi diverte moltissimo, non penso a nient'altro» – aggiunge Emilia. «Non mi aspettavo di poter giocare, non ci avevo mai pensato, però mi piace, e medici e fisioterapisti mi aiutano tanto».

LA REALTÀ SIMULATA MIGLIORA LA RIABILITAZIONE

Le macchine donate si chiamano Pablo e Timo Pablo: un dispositivo composto da sensori inerziali, un dinamometro, alcuni strumenti accessori e una pedana stabilometrica. «Con questi strumenti riusciamo a trattare il paziente andando a misurare e riabilitare i gesti funzionali, quelli finalizzati alla gestione delle piccole attività della vita quotidiana – precisa Feltroni. Con la pedana lavoriamo sull'equilibrio statico, dinamico e da seduto. Per la persona con il Parkinson questo è di estrema importanza in quanto la malattia limita lo svolgimento delle attività di tutti i giorni e aumenta il rischio di caduta causato dalla perdita delle capacità neuronali che controllano il sistema dell'equilibrio».

PER ALLENARE LE ABILITÀ, I PERCORSI SONO PERSONALIZZATI

«Questa metodica è basata sulla realtà aumentata e sull'exergame – precisa Pezzi. Il paziente riesce ad avere un feedback visivo nello schermo di quello che è il suo movimento. Con la simulazione si ottiene sollecitazione continua dell'attenzione e del movimento».

«I giochi a disposizione sono diversi, oltre ad allenare l'equilibrio, stimolano la parte cognitiva, quindi il linguaggio, il riconoscimento di immagini e la memoria» – continua Feltroni. «Ad esempio, ci sono gli alberi da cui cadono le mele, il paziente deve raccogliere i frutti spostando un cestino virtuale con il movimento del corpo. Poi c'è il gioco della guida che piace molto a tutti. Con l'utilizzo dei sensori il paziente comanda un'auto e deve effettuare un percorso definito dal terapista in base alle caratteristiche cliniche e funzionali. Tutte le attività multimediali sono personalizzate».

«Questa attività consente di misurare con oggettività le capacità clinico funzionali del paziente, anche facendo un confronto tra prima e dopo il trattamento» – spiega Pezzi. «Uno dei vantaggi di questo metodo è che il paziente si stanca meno e si diverte parecchio. Sono programmi facili da usare e adatti a tutti i livelli di digitalizzazione e tutte le età. La modalità di gioco è molto coinvolgente e questo contribuisce ad aumentare l'efficacia del trattamento».

AMBULATORIO DEDICATO, COMPETENZE E TECNOLOGIA

«Il paziente viene accolto nell'Ambulatorio della Malattia di Parkinson e preso in carico dal neurologo e da un'équipe multidisciplinare che prevede la presenza di fisiatri, logopedisti, fisioterapisti che definiscono il piano terapeutico e riabilitativo» - spiega Gipponi. «Le apparecchiature che attualmente abbiamo a disposizione consentono sia una fisioterapia basata su esercizi standard, associata alla possibilità di fare esercizi molto specifici anche per la riabilitazione cognitivo-comportamentale. Questo accade attraverso l'impiego della realtà virtuale che aiuta il paziente a mantenere il più possibile un'autonomia adeguata per lo svolgimento delle attività quotidiane. Ringrazio gli Amici dell'Ospedale: con il loro dono, oggi abbiamo la possibilità di offrire un servizio di maggior qualità che unisce le competenze dei professionisti alle potenzialità della tecnologia».

«Il paziente che di solito si presenta in ambulatorio ha disturbi del movimento, lentezza, difficoltà a camminare. Dopo l'esame obiettivo e la raccolta della storia clinica del paziente, viene formulata la diagnosi, anche attraverso l'impiego di alcuni strumenti neuroradiologici o di medicina nucleare, poi si imposta la terapia farmacologica e riabilitativa» - precisa Putortì. Per l'accesso all'ambulatorio per la malattia di Parkinson così come per gli altri ambulatori è richiesta un'impegnativa per una prima visita neurologica e la prenotazione avviene attraverso il Centro unico di prenotazione (CUP)»

LISTA DI ATTESA, OGNI GIORNO UN POSTO PER PRIMA VISITA FISIATRICA

«Per migliorare la gestione della lista di attesa, da qualche mese, ogni giorno il CUP mette a disposizione un posto per una prima visita per una valutazione complessiva – spiega Pezzi. Dopo di che «c'è la possibilità di intraprendere un percorso esclusivamente ambulatoriale con sedute di fisioterapia quotidiana che durano dai trenta ai sessanta minuti».

«Per i pazienti più complessi o con malattia avanzata, invece, è possibile attivare percorsi di day hospital riabilitativi (Mac) che comprendono trattamenti fisioterapici neuromotori e sedute di logopedia, sia per il linguaggio sia per la gestione dei disturbi dell'alimentazione e della disfagia. Un ciclo di cure che, nei limiti del possibile, viene ripetuto due volte l'anno per ciascun paziente».


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