Quel tricolore tornato sul Torrazzo per la festa nazionale. La prima volta fu nel 1848 con le 5 giornate di Milano, poi il 5 novembre 1918 e per la Liberazione
E' stato il momento più atteso. Lo srotolamento del tricolore del Torrazzo accompagnato da due Vigili del Fuoco che si sono calati con le carrucole dalla merlatura della grande torre mentre l'orchestra d'archi del Conservatorio suonava l'Inno di Mameli. Il tricolore sul Torrazzo non è una cosa banale, lo si fa solo nelle grandi occasioni. L'ultima volta è stato il 15 e 16 maggio 1999 con il raduno nazionale degli Alpini. La storia insegna che di solito si è fatto per eventi molto importanti. E quest'anno, il ritorno della Festa della Repubblica in piazza con tanto calore ed entusiasmo, era davvero una occasione da festeggiare in quel modo dopo i due interminabili anni del Covid che hanno pesantemente colpito la città.
Come ricorda Mario Levi, direttore de "La Provincia del dopoguerra e cronista della nostra città: "Certo che chi vuole inerpicarsi sino alla croce infissa nella palla del Torrazzo, deve fare delle vere e proprie acrobazie. La prima volta in cui gli uomini salirono sin sulla "pouma" del Torrazzo per applicarvi una bandiera, fu il 18 marzo 1858, nel pieno, cioè, delle cinque giornate di Milano. In quei giorni a Cremona non avvennero movimenti rivoluzionari: pare che le truppe austriache, richiamate d'urgenza a Milano non si siano preoccupate molto delle ambizioni liberali dei cremonesi. Sul Torrazzo i rivoluzionari avevano collocato una specie di posto di vedetta. Sul penultimo loggiato, quello ove è appesa la campana dell'orologio, avevano installato un cannocchiale con il quale le vedette osservavano quanto avveniva sulle strade maestre, a parecchi chilometri di distanza. E ogni volta che si verificava qualcosa che pareva avere qualche interesse, scrivevano degli appunti che poi calavano per mezzo di una specie di teleferica improvvisata con delle cordicelle fra il Torrazzo e una delle finestre del Municipio...Successivamente la bandiera nazionale venne alzata sul Torrazzo il giorno di San Pietro del 1859, quando vinta la battaglia di Solferino e San Martino, gli eserciti piemontese e francese avevano posto in rotta gli austriaci e gran parte dell'Italia aveva riconquistata la propria indipendenza".
"Trascorsero molti anni prima che si ripensasse a mettere sul Torrazzo la bandiera tricolore. Ci fu qualcuno - ricorda ancora Levi - che avrebbe voluto farla issare nel 1911, in occasioner della guerra libica, ma la proposta non ebbe seguito. Non trovò neppure accoglienza la proposta di farla sventolare il 24 maggio 1915 quando l'Italia entrò in guerra. Non venne realizzata neppure l'idea, nel 1917, di far alzare sul Torrazzo la bandiera bianca con la croce rossa per indicare ai velivoli che Cremona era città ospedaliera. Per ritrovare la bandiera sul Torrazzo, bisogna giungere al 5 novembre 1918, il giorno successivo a quello in cui, alle 15 del pomeriggio, venne diffuso il bollettino della vittoria. In quell'epoca, comandante del corpo dei pompieri, era il brigadiere Cavalleri, il quale accolse con entusiasmo la prposta di arrampicarsi fin sulla cuspide del Torrazzo per assicurare all'asta del parafulmine l'antenna e il vessillo. Nessuno aveva mai visto a Cremona un simile spettacolo, così che le strade, in breve furono piene di persone che seguivano con apprensione le evoluzioni di Cavalleri e dei due pompieri che lo accompagnavano. Poichè era una limpida giornata, i raggi del sole facevano irradiarel'elmo crestato in oro e i bottoni dorati delle uniformi".
Scrive ancora Mario Levi:" Poi, vi fu un tempo in cui esporre la bandiera sul Torrazzo era diventata cosa di ordinaria amministrazione. Ad ogni arrivo di un membro della Famiglia regnante o del Capo del Governo, o ad ogni manifestazione di una acerta risonanza, Cavalleri doveva intraprendere il suo viaggio aereo e ripeterlo alcuni giorni dopo per togliere il vessillo...L'ultima volta che la bandiera nazionale venne alzata sul Torrazzo, fu il 25 aprile 1945. Alcuni giovani patrioti capeggiati da Marino Rossi e da fiorino Soldi, si inerpicarono sin sotto la palla; ma non pratici di quel servizio, si limitarono ad assicurare la bandiera alla palla stessa, così che non sventolava, ma era appoggiata alla parte della cuspide. Quel vessilo storico è stato religiosamente custodito da Fiorino Soldi".
Le foto sono di Gianpaolo Guarmeri (Foto StudioB12)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti