4 maggio 2021

Sabato tornano i saluti romani al cimitero per la commemorazione di Mussolini e Farinacci. Il sindaco vieta il raduno. "Ma noi ci saremo"

Tornano i saluti romani. I militanti dell'ultradestra si ritroveranno alle 11 di sabato prossimo, 8 maggio, al Civico cimitero di Cremona “per commemorare Benito Mussolini, Roberto Farinacci e tutti i martiri fascisti italiani ed europei”. Lo annuncia il Comitato onoranze caduti cremonesi della Repubblica sociale italiana. Verranno deposte 2 corone di alloro, una sulla tomba di Farinacci e l'altra presso il cippo dove sono stati raccolti i resti di alcuni degli oltre cento morti della Rsi insieme con quelli di 3 militari tedeschi rimasti senza nome. E' annunciata, come in passato, la presenza di don Floriano Abrahamowicz, il prete lefebvriano nato a Vienna ma da tempo trasferitosi a Treviso, che celebrerà la messa al campo. Anche stavolta il sindaco, Gianluca Galimberti, ha vietato il raduno. “Ma noi ci saremo lo stesso”, fanno sapere gli organizzatori.
Nel 2020 l'adunata era saltata a causa del Covid, solo in pochi si erano ritrovati sulla tomba del ras di Cremona. Inizialmente quest'anno l'iniziativa era in programma il 24 aprile ma, sempre per le limitazioni anti coronavirus, è stata rinviata. Il sindaco ha comunicato il suo no nella lettera, datata 16 aprile e consegnata il 24, a Gian Alberto D'Angelo, portavoce del Comitato: “Con riferimento alla sua nota dell'11 marzo scorso, in allegato, d'intesa con la prefettura, la questura e le altre forze dell'ordine della città, non si rilascia l'autorizzazione richiesta per lo svolgimento della commemorazione”. Scrive ancora Galimberti: “Si ricorda che sono vietate la manifestazione di gesti, l'esibizione di inni e canti e l'esposizione di simboli che costituiscano apologia di fascismo. Reato previsto dalla legge italiana. Si chiederà alle forze dell'ordine di vigilare sul rispetto di questo divieto costituzionale”. “La presente - conclude il sindaco - viene inviata in copia alle autorità in indirizzo (ministro degli Interni, procuratore della Repubblica, prefetto, questore, comandante della polizia municipale, ndr) per quanto di rispettiva competenza, anche in ragione delle affermazioni riportate nel post scriptum di cui alla nota allegata”. Il riferimento è alle parole contenute nella domanda di autorizzazione presentata da D'Angelo: “Vorrei precisare che non firmerò, per non insudiciarmi, nessuna dichiarazione di antifascismo”.
Lo stop non ha fermato il Comitato. E anche questo è un copione già visto. “La decisione del Comune non mi interessa, noi ci saremo comunque, con le nostre splendide e gloriose bandiere. I nostri martiri verranno ricordati nome per nome e fascisticamente salutati - dice D'Angelo -. Come gli altri rendono omaggio ai loro caduti, altrettanto possiamo e dobbiamo fare noi perché i morti per un ideale sono tutti uguali e tutti meritano di essere ricordati, a prescindere dalla parte per cui hanno combattuto e si sono immolati”. Anche quello di don Abrahamowicz è un ritorno. Durante il discorso tenuto al cimitero nel 2018 aveva affermato: “La Repubblica di Salò non era una setta di massoni o eretici o scismatici, ma uno Stato cattolico riconosciuto internazionalmente come tale. La messa viene rifiutata ai caduti della Rsi ma non ai partigiani”.
Gilberto Bazoli


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti