Sant'Omobono compatrono anche di Modena. Ma segni del Santo in tutta l'Emilia (a Bologna, Ferrara, Reggio, Faenza, Fidenza)
Cremona si prepara a festeggiare, con solennità e numerosi eventi, il patrono Sant’Omobono. Una festa che, ancora una volta, la vede idealmente unità alla città di Modena, di cui Sant’Omobono è compatrono. Chissà, e la domanda sorge spontanea, che un giorno non possano essere organizzati eventi che vedano unite le due città? In attesa che questo possa avvenire anche, ed ovviamente, per una più vasta promozione culturale e turistica dei territori, anche a Modena i festeggiamenti non mancheranno.
La città della Ghirlandina è pronta a celebrare il suo compatrono con un corteo in centro storico e con la solenne concelebrazione eucaristica. Dopo la cerimonia avvenuta in forma ridotta lo scorso anno a causa della pandemia, riprendono così le tradizionali iniziative in onore del santo compatrono, organizzate dal Comune con la Confraternita San Geminiano e il comitato “Messa degli artisti”.
L’appuntamento è fissato per domenica, 14 novembre, nella chiesa del Voto di via Emilia centro. Alle 10.15 il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e il presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi riceveranno, nella Sala di rappresentanza del municipio, le autorità cittadine, civili e militari. Si uniranno quindi al corteo che partirà alle 10.30 da piazza Grande in direzione della chiesa del Voto; a guidare la sfilata sarà il Gonfalone della Città, alla presenza anche della banda cittadina “A. Ferri” e di figuranti in costume storico. Alle 11, nella chiesa del Voto, la messa solenne presieduta da monsignor Giuliano Gazzetti, vicario generale dell’Arcidiocesi di Modena e Nonantola. La funzione sarà animata dai canti e dalla musica sacra eseguiti dal coro San Lazzaro, diretto da don Ezio Nicioli e Veronica Zampieri, col maestro Simone Guaitoli alla tastiera. A Modena, tra l’altro, nei Musei civici, viene conservato, un prezioso reliquiario di Sant’Omobono. Si tratta di una statuetta seicentesca in argento, probabilmente da identificarsi con l'argento commissionato dall'Arte dei Sartori per custodire le reliquie del santo, patrono anche dei sarti, donate nel 1634 dal Vescovo Campori. La reliquia appartiene all'apparato solenne della cappella nella chiesa del Voto, che ospita la grande "Pala della peste", compiuta verso il 1640 da Ludovico Lana per volere della Comunità, dove il santo compare accanto all’altro patrono di Modena, San Geminiano. Nel reliquiario, l'identificazione del santo è suggerita dal lungo paio di forbici da sartoria nella mano sinistra, tipico della sua iconografia; mentre la moneta nella mano destra allude alle sue opere di carità. Nel piedistallo, sul fronte, un cartiglio incornicia la reliquia del santo, oggetto di autenticazione vescovile il 10 novembre del 1849; sul retro, invece, compare lo stemma della Comunità di Modena a rilievo. Nella chiesa del Voto è possibile anche ammirare, tra gli altri, lo stendardo di Francesco Stringa raffigurante il Padre Eterno fra una gloria di angeli, con i Santi Geminiano, Omobono e Contardo. L’opera, un olio su tela, era stato dipinto dallo Stringa nel 1699 in occasione dei grandi festeggiamenti iniziati il 13 novembre e durati otto giorni, dedicati ai santi Omobono e Contardo per la prima volta designati comprotettori di Modena.
Restando in terra emiliana, ed evidenziando i legami, anche artistici e storici, con il patrono principale di Cremona, ecco che a Reggio Emilia, nei Musei Civici, si conserva l’ “Elemosina di Sant’Omobono” di Nicolò Patarnazzi, artista di rilievo per la cultura pittorica reggiana fra il quarto e sesto decennio del Cinquecento, di Patarazzi va evidenziata la personale vivacità narrativa che si fa esplicita nella predella con “La carità del Santo” che accompagna la sua opera più nota, l’ “Elemosina di Sant’Omobono” realizzata per la chiesa di Santa Maria del Popolo o della Beata Giovanna di Reggio Emilia, soppressa nel 1798.
Spostandosi verso la Romagna, la devozione nei confronti di sant’Omobono è da tempo diffusa anche a Faenza dove, tradizionalmente, si organizzava la Festa delle Sartine nella sede del dopolavoro ferroviario, che si trova a poca distanza dalla chiesetta dedicata a S. Antonio da Padova, che custodisce un altare dedicato a Sant'Omobono, in Piazza della Penna. Questa ricorrenza, in terra faentina, ha radici vecchie di quasi due secoli e vide i natali con lo scopo di festeggiare l’attività di una categoria allora numerosissima quale quella dei sarti e delle sartine. Con il passare degli anni sacro e profano si sono sempre più amalgamati fino al clou in cui la festa delle sartine era accompagnata da giornaletti elogiativi o ironici e dalla elezione delle reginette.
A Ravenna, invece, è ancora vivo il ricordo della Confraternita dei Santi Leonardo e Omobono, che aveva sede nell’omonimo oratorio. La Confraternita di San Leonardo fu creata nel 1533 nella piccola chiesa di San Leonardo da sei devoti ravennati con Statuti redatti da Francesco Rossi. Nell'oratorio di San Leonardo, nel 1735, fu quindi trasferita la Confraternita di San Omobono dall'arcipretale di Santa Maria Maggiore. Nel 1797 l'oratorio, detto anche di San Omobono, fu soppresso.
A Ferrara, tra i beni della diocesi guidata dal’arcivescovo cremonese monsignor Gian Carlo Perego, spicca invece un olio su tavola del XVI secolo (1550-1574) dal titolo “Sant’Omobono soccorre i poveri” di Giovanni Luteri.
A Bologna,il Santo protettore dei Sarti e Mercanti dell’abbigliamento, sarà ricordato domenica, 14 novembre, con una messa che verrà celebrata alle 11,15 nella chiesa della Mascarella di via Irnerio. Chiesa dove, per altro, si conserva un altare dedicato proprio a Sant’Omobono. In passato, il 13 novembre, giorno della festa del Santo, a Bologna la “Compagnia de’ Sarti” si recava nella chiesa dedicata al santo, in via santo Stefano, affidata alle monache dell’ordine di S. Maria dei Servi. Nel primo vicolo dei Pini si trovava la “residenza dell’Arte dei Sartori” al cui interno era custodita una cappella dedicata a sant’Omobono. Malgrado possedessero una cappella all’interno della loro sede, per la festa non mancavano di visitare la chiesa pubblica del Santo. Poteva essere un modo per proclamare davanti a tutti la rilevanza dell’Arte. A Bologna si trovava pure il convento di S. Omobono, delle monache Servite, in Strada Santo Stefano. Nel 1375 era parrocchiale, e nel 1427 era convento delle suore di S. Giovanni Gerosolimitano, che poi si estinsero. Le Servite arrivarono da Piacenza, e andarono ad abitare nel 1409 in Sant'Omobono fuori di Porta Maggiore, che fu poi commenda di Malta. Le suore furono poi soppresse, e la chiesa fu chiusa il 16 agosto 1808. Il convento e la chiesa furono acquistati nel 1816, e vi furono poste le Scalze secolarizzate.
Riavvicinandosi quindi a Cremona, nella non lontana Fidenza, nel Museo Diocesano si conservano, per altro in ottimo stato, due cimeli provenienti entrambi dall’eredità lasciata dall’indimenticato ed amato vescovo monsignor Maurizio Galli. Si tratta di una stampa dell’incisione su rame che riproduce liberamente “Il S.Crocefisso che si venera nella chiesa dei Santi Egidio ed Omobono” di Cremona (come riportato sull’opera stessa) e di una medaglia celebrativa dell’Anno di Sant’Omobono 1997-99. Infine, a Besenzone, piccolo Comune della Bassa piacentina, una via è invece dedicata a Sant’Omobono.
Eremita del Po
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commenti
R. Daguati
12 novembre 2021 08:41
Mi permetto aggiungere a Pistoia , in Borgo bambini, Chiesa di S.Liberata già confraternita di S.Omobono. Complimenti per l'accurata ricerca.