Svelati in Cattedrale gli affreschi quattrocenteschi di San Michele nell'ambito dell'iniziativa promossa dall'Ufficio Beni Culturali della Conferenza Episcopale Italiana per il Giubileo del 2025
Si è svolta questa mattina, mercoledì 7 maggio, presso la Cattedrale di Cremona, l'inaugurazione del programma di iniziative che la Diocesi di Cremona propone in occasione dell'Anno Giubilare 2025, nell'ambito del progetto nazionale Nel tuo nome. L'Arte parla di Comunità, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
In Cattedrale un luogo particolarmente suggestivo è l'altare di San Michele, molto caro ai visitatori e ai fedeli per la presenza della splendida pala di Giulio Campi. In questo mese, l'altare torna al centro dell'attenzione grazie alla possibilità di riscoprire, dopo diversi anni, gli affreschi medievali quattrocenteschi che appartenevano alla precedente impostazione dello stesso altare.
Presente alla presentazione del progetto anche il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, che ha manifestato il suo stupore nel vedere per la prima volta l'antica opera svelata, espressione – ha detto – «di generazioni di credenti, santi e benefattori che hanno reso affascinante questa casa della comunità. Godiamoci gli spunti che offre anche questa apertura e facciamo nostro – ha concluso – «questo metodo di vita: di scoprire, custodire e narrare tutte le bellezze nascoste del passato, del presente e del futuro della nostra comunità».
"Abbiamo aperto la possibilità di rivedere, dopo diversi anni, i ritrovamenti degli affreschi medievali quattrocenteschi della precedente impostazione dell'altare di San Michele», racconta don Gianluca Gaiardi, responsabile dell'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Cremona e direttore del Museo Diocesano. «Un intervento importante che ci restituisce la bellezza di una splendida Madonna di stampo bembiano e la figura di Santo Omobono, nostro patrono, il grande uomo del dono».
Questa riscoperta si collega a una significativa iniziativa che coinvolge tutto il polo museale — dalla Cattedrale al Museo Diocesano — in collaborazione con l'Oleificio Zucchi, già partner nel restauro dell'altare nel 2007. Il progetto fa parte della mostra diffusa nazionale promossa dall'Ufficio Beni Culturali della Conferenza Episcopale Italiana per il Giubileo del 2025.
Alessia Zucchi, Amministratore Delegato dell'Oleificio ZUCCHI spa, spiega la partecipazione dell'azienda cremonese al progetto: «Siamo profondamente orgogliosi di aver contribuito alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico della nostra città. Nel 215° anno di storia dell'Oleificio Zucchi, questo gesto rappresenta non solo un tributo alle nostre radici, ma anche un impegno rinnovato verso la comunità che da sempre ci accompagna. Partecipare a un progetto che celebra la spiritualità e la cultura nel cuore della Cattedrale di Cremona è per noi un modo autentico di esprimere la responsabilità sociale che guida la nostra azienda da oltre due secoli. Questa è inoltre l'occasione per ricordare mio padre Vito Zucchi che, nel 2007, volle il restauro dell'affresco dell'altare di San Michele».
Gli affreschi dell’altare di San Michele sono di Bonifacio Bembo databili tra il 1450-1455.
L’opera è un grande affresco suddiviso in più registri sovrapposti. Nella parte superiore campeggia l’Incoronazione della Vergine, racchiusa in una cornice decorata con elementi floreali e angeli volanti. Ai lati, sono raffigurati donatori oranti, alcuni in piedi, altri in ginocchio. Al di sotto si trovano due figure allegoriche: Humilitas e Temperantia, a cui seguono tre riquadri con San Michele che pesa le anime, Madonna col Bambino, e le tre sante: Sant’Aquilina, Santa Caterina d’Alessandria e Sant’Agata.
Attribuito a Bonifacio Bembo, il ciclo mostra forti legami con il mondo lombardo e con il ciclo affrescato dall’artista nel Castello di Monticelli d’Ongina. L’opera riflette echi della pittura di Michelino da Besozzo, Giovannino de’ Grassi e Masolino da Panicale. La composizione evidenzia un’attenta resa dei dettagli, dalla miniaturistica decorazione dei fondi stellati ai ritratti realistici dei committenti. L’affresco celebra la gloria celeste della Vergine e, insieme, restituisce un racconto terreno attraverso i ritratti dei donatori, testimoniando la cultura borghese lombarda del tempo e la raffinata capacità narrativa di Bembo.
«Il tema di quest'evento — sottolinea don Gaiardi — è proprio quello del dono. Una settantina di diocesi hanno aderito a questo percorso, e anche Cremona è presente con una proposta che parte dalla figura di Santo Omobono e si estende alla galleria degli intercessori locali all'interno del nostro museo».
Nel Museo Diocesano è possibile ammirare opere a lui dedicate, tra cui il dipinto di Giulio Campi raffigurante La carità di Sant'Omobono. Inoltre, per l'occasione, accanto al dipinto è esposto un prezioso codice miniato medievale della Cattedrale, normalmente custodito nell'Archivio Storico Diocesano.
«Attraverso questi segni — conclude don Gianluca Gaiardi — il Giubileo ci ricorda il dono di grazia e di speranza che passa anche per l'attenzione verso i fratelli, i poveri, i bisognosi. E grazie all'arte splendida della nostra Diocesi riusciamo ancora oggi, dopo diversi secoli, a trasmettere questo messaggio».
C'è un filo sottile e prezioso, dunque, che lega arte, dono e inclusione, e passa dal Museo diocesano anche grazie alla collaborazione con l'Atelier Ticonzero. Sempre accanto alla tela La carità di San Omobono di Giulio Campi verranno esposte le opere del progetto Other Vision, realizzato in collaborazione con Atelier Ticonzero, che saranno visibili dal 5 giugno e offriranno uno sguardo nuovo sul tema dell'inclusione e della carità.
A chiudere la presentazione è stato lo stesso don Gianluca Gaiardi, che ha annunciato il calendario di laboratori, workshop e attività per famiglie previsti nei prossimi mesi, in collaborazione con Atelier Ticonzero e con il coinvolgimento delle realtà del territorio. L'invito è a vivere il Giubileo anche attraverso la bellezza dell'arte e la memoria di una comunità che si racconta.
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