6 novembre 2024

Testimoni della vecchia Cremona dopo la prima guerra mondiale, quelle colonnine colorate (giallo, verde, azzurro o arancione) agli angoli delle strade: erano i primi distributori di benzina

L'immagine è molto particolare, più che altro perché, pur offrendo un angolo poco conosciuto di una città, sa spiegare moltissimo della vita quotidiana nella Cremona 100 anni fa circa. E' una immagine che sembra rimandare ad una bellezza perduta dove, pur senza l'ausilio dei colori, si può tranquillamente provare ad immaginare come quel colpo d'occhio si potesse presentare in realtà. La fotografia ritrae via Porta Po Vecchia nel punto in cui si immette in corso Vittorio Emanuele, le insegne dei due negozi a lato della strada già raccontano molto di una armonia legata al periodo storico e alla fantasia in materia di comunicazione commerciale, sembrano fredde, distaccate ma in realtà spesso regalavano tinte e colori in elegante armonia anche ad una foto in bianco e nero. C'è però un testimone involontario sulla scena di questo innocente, anzi bellissimo, “crimine”, in basso a destra si può notare uno strumento, una colonnina, che sembra inserirsi con malcelata timidezza nel panorama di quel piccolo tratto di strada, è una piccola struttura che si inserisce con eleganza in un contesto commerciale storico e vivace. Può capitare che un ospite non invitato ad una festa, di solito presenza fuori luogo, riesce comunque ad essere così brillante nella conversazione da diventare parte attiva dei festeggiamenti, allo stesso modo quella colonnina regalava ulteriore colore ed armonia a quel tratto di strada, rilanciando con sicurezza le insegne dei negozi di prossimità vicini. Quel testimone involontario racconta la storia di una società che, dopo l'arsura sociale ed economica patita durante Prima guerra Mondiale, sembrava riaversi da uno stato di ristrettezze per tornare a vivere all'inizio degli anni '20. Tornare a comunicare con nuovi strumenti è il primo passo per una sorta di rinascita dopo un periodo cupo ma, in questo caso, quello strumento aiutava a modo suo il concetto di comunicazione, perché era d'aiuto alla crescente sensazione di rinascita e perché aiutava le persone a spostarsi per i motivi più disparati. L'alternarsi di due luminosi colori come il giallo e il verde, o l'arancione e l'azzurro a seconda dei modelli e delle aziende che le installavano, doveva avere un bellissimo impatto sulla visuale, quella colonnina, che in realtà era una pompa di benzina, raccontava molto di come si stesse evolvendo la società post bellica. Una elegante e sottile colonna in metallo, con un design veramente accattivante, si posizionava davanti a delle insegne altrettanto accattivanti, rendendo la pompa di benzina parte attiva del profilo cittadino come una sorta di punto di riferimento. La società che si evolveva stava imparando – e capendo – come comunicare in maniera differente ma anche come muoversi in maniera differente, i telefoni cominciavano a soppiantare le lettere, le macchine o le motociclette si sostituivano ai cavalli, la storia di quelle insegne e di quelle colonnine che si proponevano direttamente sulla strada stava per cominciare. Quel testimone involontario di alcuni passaggi storici di Cremona e di ogni città funzionava in maniera manuale, bisognava pompare la benzina dalla cisterna dentro uno dei flaconi di vetro, per un totale di 5 litri, per poi immetterla nel mezzo, magari era un po' scomodo ma di certo era una piccola fatica che avrebbe potuto raccontare quel passaggio tra i mezzi a trazione animale e quelli a motore. La società che si evolveva andava di pari passo alla esigenza di poter accedere ad un servizio perché la diffusione di un messaggio, tramite insegne o colonnine, rappresentava il modo migliore per poter seguire quei passaggi che avrebbero dato il via ad un nuovo modo di vedere ciò che circondava. Le nuove tipologie di consumi e le scelte fatte da quelle persone erano, forse più ai tempi che neanche oggi, un modo nuovo per interpretare la vita quotidiana, perché le persone erano ancora gli attori protagonisti di questo sviluppo. Quella solitaria, ma mica tanto, pompa di benzina di Corso Vittorio Emanuele era in buona compagnia; nelle fotografie dedicate alla Cremona di quegli anni i monumenti, i luoghi o i palazzi, vengono immortalati spesso con quei testimoni involontari in disparte, piccole colonnine di metallo necessarie, però, per dare maggiore vigore al bisogno, o al piacere, di spostarsi o di raggiungere luoghi sempre più lontani. Corso Vittorio Emanuele, piazza Roma, piazzale Crispi – anzi oggi piazza Libertà – e poi piazza Stradivari – anzi prima conosciuta come piazza Cavour - con il passare di pochi anni hanno trovato modo di ospitare i colori sgargianti e il design accattivate di quelle piccole colonne necessarie per spostarsi. Non stonavano mai nel contesto urbano, con una sorta di consapevolezza legata a quel mondo del bello che riesce ad essere piacevole ed integrato anche davanti a luoghi con centinaia di anni di storia. Le pompe di benzina tenderanno ovviamente a sparire, con il passare del tempo, dal centro storico per venir sostituite da strumenti ben più performanti e comodi nell'utilizzo. Anche questo è parte di quel racconto di una società che cambia, di un percorso nuovo che spesso può dimostrarsi rivoluzionario come le colonnine per la benzina o le cabine telefoniche, ma il rispetto del contesto storico di una città era, spesso, ben più sentito; le insegne e gli oggetti che formavano il colpo d'occhio sapevano rendere piacevole la vista come delle aiuole ben curate. Piccoli passi che valorizzano la storia di una città e delle suoi cittadini.

Si ringrazia Km Italia Store di Cremona per la gentile concessione della immagine.

Si ringrazia il Museo Fisogni della stazione di servizio, Tradate (VA) per il materiale fotografico e i chiarimenti offerti.

Marco Bragazzi


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti