A 10 anni dalla Laudato Si', riscoprire “il dominio politico del cuore” per poter cambiare il corso della storia.
Siamo a 10 anni dalla Laudato Si' e dal lancio dell’ecologia integrale come via di uscita dall’antropocene e dal paradigma tecnocratico che ha portato il pianeta all’agonia. Papa Francesco nella Laudate Deum (LD), fa un esame di realtà sulle ricadute dei suoi messaggi, e lascia trapelare questa domanda: “ma c’è la consapevolezza dell’interconnessione globale dei sistemi ecologici, umani e sociali e del fatto che, o ci salviamo tutti insieme o sprofondiamo?”
Oggi, la vera posta in gioco per il mondo intero è salvare la terra per salvare la specie umana poichè l’ecocidio porta al genocidio. La metafora che “l’umanità è seduta sullo stesso ramo che sta segando” ricalca il concetto che occorre trovare -tutti insieme- strategie globali per fermare il taglio del ramo. Nella LD Francesco dice: “Gli Stati non vanno oltre il loro interesse nazionale, non sono capaci di multilateralismo intorno ai gravi problemi “. E ancora: “Le Cop sul clima da Kyoto (1997) a Dubai (2023) hanno prodotto soluzioni frammentarie senza risultati efficaci.” Manca un approccio integrale e cooperativo. Alla Cop 29 in corso a Baku ancora si difende la dipendenza dai combustibili fossili e diversi governi predicano il ritorno al nucleare.
E’ sotto i nostri occhi la miopia di quei governi che pensano di gestire problemi ambientali con politiche nazionaliste, magari invocando l’uscita dalla UE; o peggio ancora, adottando un approccio negazionista, o accusando di ecologismo ideologico le politiche green.
Dice ancora il papa nella LD: “Il mondo si sta sgretolando e si avvicina al punto di rottura” (n. 2 LD) e “la storia dà segnali di ritornare indietro”. (n. 34 LD)
Come non pensare alle guerre in corso? All’orrore di tanti massacri a Gaza come in Ucraina, in Sudan e da altre parti! Sono guerre che trasudano egemonia di potenza, supremazia militare, disprezzo totale delle istituzioni internazionali. Guerre che praticano il genocidio, usano la fame come arma e calpestano il diritto umanitario. Un flagello! Guerre che devastano l’ambiente: sulla striscia di Gaza sono state sganciate oltre 80mila tonnellate di esplosivo! E i signori di queste guerre restano impuniti grazie alle complicità, dichiarate o pilatesche di governi che, a parole, condannano gli attacchi ma danno le armi (anche l’Italia), o che si sono astenuti sulle risoluzioni Onu per la tregua umanitaria a Gaza e il ritiro di Israele dai territori occupati.
Purtroppo, anche il nostro Paese si sta preparando agli attuali scenari bellici internazionali, seppellendo così l’articolo 11 della Costituzione.
Nell’attuale legge finanziaria non c’è nessun taglio per il Ministero della difesa, bensì un investimento di 16 miliardi di euro per 3 nuovi progetti di armamenti con un debito che graverà sui cittadini fino al 2038. Nel frattempo, alle Camere, è in esame la riforma della legge 185/90 che regola il commercio delle armi italiane nel mondo con l’obiettivo di liberalizzarne l’export.
Tutta l’Europa si sta riarmando e, nel 2026, torneranno anche gli euromissili. Il silenzio dei media e della politica su queste decisioni serve a normalizzare l’operazione. Silenzio pure sulla presenza di ben 12.500 atomiche al mondo, fuori controllo, dopo che i trattati internazionali che ne limitavano o impedivano l’uso sono stati dismessi. Nell’oblio stanno pure le atomiche B61-12 di casa nostra a Ghedi, e il fatto che l’Italia non ha sottoscritto il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari nonostante le ripetute minacce di attacchi atomici legati alle guerre in corso.
Nel nostro Paese sta prendendo piede la diffusione di una cultura bellicista tra i giovani. Alcuni protocolli ministeriali consentono la presenza delle forze armate e la propaganda militare nelle nostre scuole, e in progetti di ricerca militare nelle università. E’ un dato preoccupante considerate le guerre in corso, il riarmo e la militarizzazione dei territori in atto. Noi crediamo invece, che la guerra e le strutture che la alimentano debbano essere fermate attraverso un impegno urgente, prioritario e inderogabile da parte della società civile, della politica e delle istituzioni. Tutto è perso con la guerra. Anche l’ecologia integrale.
Che Speranza ci resta? Il papa ci indica un cambio di passo attraverso una diversa categoria antropologica: passare dalla logica del nemico alla logica della fraternità. Fraternità estesa dal locale al globale. Basata sul Dialogo, e per i credenti, sul Vangelo. Fraternità universale: “Fratelli tutti”. Fraternità come condizione indispensabile per poter praticare l’ecologia integrale, salvare il pianeta e l’umanità. Fraternità affidata alla nostra coscienza e responsabilità. Da tradurre in cultura diffusa. E da calare ad ogni livello dell’organizzazione culturale, sociale e politica.
L’enciclica DILEXIT NOS parla di una fraternità che nasce dal cuore e sa farsi com-passione vera per tutti i fratelli senza diritti e dignità, o vittime di ingiustizie e guerre. Che sa farsi cura di tutti gli esseri viventi, e delle strutture sovraordinate al bene comune e alla convivenza pacifica tra i popoli. Nell’attuale situazione internazionale, tra guerre e squilibri di ogni tipo, DILEXIT NOS chiede di riscoprire “il dominio politico del cuore” per poter cambiare il corso della storia.
Sta a noi riflettere su queste ampie visioni e discernere i passi possibili da compiere.
Pax Christi Cremona
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commenti
Marco Pezzoni
15 novembre 2024 10:38
Ecologia integrale, pace, democrazia sono strettamente legate. Se si nega o manipola l'una, si perdono le altre.