18 luglio 2022

Bene la digitalizzazione ma la burocrazia non cala

La conosciamo tutti molto bene, per alcuni, specialmente per coloro che che come me vivono in stretto contatto con la legge di Murphy, rappresenta ormai una costante quasi quotidiana a volte difficile da affrontare. Di solito viene chiamata burocrazia, termine generico che identifica un qualcosa spesso non esattamente definibile ma che comunque, a livello pubblico ma anche in strutture private, fa sentire enormemente il suo peso. E' risaputo che la burocrazia esiste praticamente da sempre, la res publica andava gestita nella Magna Grecia così come dovrebbe essere gestita oggi però oggi affrontare strutture organizzate è impresa titanica, un po' come pensare di salire sul tatami e sfidare un campione olimpico di judo grazie alle nostre prime due lezioni di quella arte marziale. Per noi finirà comunque malissimo, ma lottare contro un campione di judo ha un vantaggio intrinseco che la burocrazia non ha: il campione sa ragionare e vede subito che il suo avversario è peggio di un dilettante allo sbaraglio, per cui si limiterà a chiudere l'incontro in pochi secondi senza particolari danni, forte di quel valore aggiunto che si chiama consapevolezza e che fa capire al judoka preparato cosa fare e come fare qualcosa.

Parlare oggi di burocrazia, sia nel pubblico che nel privato, è come urlare in mezzo ad una tempesta, non si va da nessuna parte e non ti sente nessuno, la burocrazia non ha profili social, di solito fa in modo di riuscire a gestirli, ma non li possiede. Il problema è che burocrazia odierna sta sviluppando nuove forme di alienazione e di inadeguatezza, è un percorso nuovo che si sta sviluppando nel nuovo millennio, è un percorso altamente selettivo che lascia un collega nella situazione di non sapere cosa fare, di sentirsi inadeguato al ruolo che ricopre, nello stesso momento lascia l'utente alienato e perso nel processo di recupero dei dati o delle firme che gli servivano.

La digitalizzazione, gran bella cosa, serve per rendere più fluida e sicura la gestione dei documenti, è un risparmio di tempo e denaro, fino a quando non devi presentarti di persona con documenti cartacei per un timbro, documenti che devi recuperare in un altro ufficio perché l'ufficio preposto al rilascio dei documenti non li rilascia, perché l'identità digitale è un grande passo avanti ma vedere una persona e parlarci insieme è il modo migliore per rendere il problema più umano, quindi più facilmente risolvibile. Il nuovo millennio porta una forma nuova di burocrazia, quella basata sull'assenza di confronto acutizzata da una visione sociale sempre più rivolta all'isolamento, è una forma di scala sociale, che prende sempre più piede anche nella politica, dove ciò che risulta è il distacco progressivo tra le esigenze degli utenti e l'offerta di servizi. Il cittadino può ascoltare, ma la struttura politica non è fatta per confrontarsi, solo per decidere in una sorta di circolo vizioso che acutizza la distanza tra le esigenze normali legate alla vita quotidiana e la capacità di poter offrire risposte. Un comunicato infarcito di termini anglofoni e acronimi buttati un po' a caso informa i cittadini che la res publica, o un consiglio d'amministrazione, ha deciso un cambiamento epocale nelle esigenze dei cittadini, cittadini o dipendenti che, in buona parte non hanno nemmeno idea di come fare per poter capire il vero significato di quello che stanno leggendo. La “mission” e la “vision” proposte da una struttura dopo il “coffee break” ma prima della “strategy” fanno risparmiare qualche lettera al dattilografo ma, paradossalmente, si dimenticano che l'articolo necessario sarebbe al limite “the” non l'italianissimo “la”, giusto per evitare agli studenti di prendere una sonora insufficienza in un tema d'inglese. Mettiamoci anche il “core business” proposto, anzi praticamente imposto, da un “manager” che ha più titoli in inglese della Regina d'Inghilterra nel suo Commonwealth e siamo a posto. Ma la Regina d'Inghilterra viene semplicemente chiamata The Queen, questo il manager dovrebbe averlo sempre presente.

La mancanza di consapevolezza e il distacco verso il comune cittadino o un qualsiasi dipendente non è solo economica, anni fa una serie di libri fecero presente il paradosso di amministratori che guadagnavano più dei Presidenti di varie nazioni creando però solo indignazione a tutti i livelli, ma soprattutto ha saputo creare una sorta di permanente indifferenza verso ciò che viene deciso, un distacco che rischia di trasformarsi in inadeguatezza nelle scelte legate alla vita quotidiana. Tornare ad essere umani, con tutti gli errori che può comportare, potrebbe aiutare a creare, soprattutto nei più giovani, la possibilità di affidarsi ad uno spirito critico nuovo, così come potrebbe alleggerire nei cittadini quella fastidiosa sensazione di manchevolezza e distacco che trova sempre maggiore spazio nel secolo della digitalizzazione.

Marco Bragazzi


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