31 dicembre 2022

Benedetto XVI e l'attenzione al pensiero filosofico

Non sono un teologo e neppure un conoscitore delle complesse problematiche che la Chiesa Cattolica si trova ad affrontare in questa società, ma non posso passare sotto silenzio il ruolo che Benedetto XVI ha avuto nell’incessante attenzione al pensiero filosofico.  

Non si è trattato per il Papa emerito certo di uno studio fine a se stesso. La riflessione teoretica, nel bene e ne male, ha inciso ed incide sulle scelte della società. Di questo il Papa era convinto. Il tema della verità è stato da Lui ripreso con sistematicità. Troppe volte la ragione pregiudizialmente è stata ed è relegata entro una visione relativistica. La matrice scettica attribuisce pari dignità a qualsiasi posizione speculativa in nome di una falsa democrazia del pensiero. 

Come non ricordare il discorso del 12 settembre del 2006 a Regensburg (Ratisbona)? Credo però che le argomentazioni, contenute in quel documento, vadano rilette onde evitare fraintendimenti, che con tanta superficialità le hanno a suo tempo investite.

Il logos, il pensiero come strutturale apertura sulla realtà, comporta un’attenzione all’uomo e conseguentemente alla politica. La giustizia, pur nel suo continuo storicizzarsi e mutare le condizioni in cui si presenta, ha come referente costante l’uomo. I valori sono tali solo se riferiti alla persona e alla società. Il declino del pensiero comporta un atteggiamento qualunquista che si sviluppa in sordidi fantasmi. Questi assumono la fisionomia di mostri che il nostro tempo ben conosce. 

Per questo Benedetto XVI è uscito dalle strettoie del pensiero codificato in categorie e ha saputo declinare la cultura classica con la Fenomenologia. L’attenzione al reale apre ai temi dell’ontologia, ove fede e ragione possono coesistere. Non a caso la rilettura dei testi agostiniani, soprattutto del De Trinitate Dei gli ha consentito di sviluppare l’attenzione ai valori non negoziabili che sono la cifra dell’umanità e approdano al principio di sussidiarietà. Il testo agostiniano è certamente opera teologica, ma si apre alla ricerca del fondamento del reale. In tal senso il Papa lo ha ripreso.

Il passaggio al tema del tempo e conseguentemente a quello della memoria, entrambi presenti nelle Confessioni dal Vescovo d’Ippona, viene affrontato dal Papa in molteplici dei suoi documenti. Egli con argomentazioni stringenti introduce l’etica per mostrarne la razionalità. 

Il riferimento alla memoria ha costituito per Papa Benedetto premessa indispensabile per riflettere sulla salvaguardia del creato. La presenza dell’uomo nel cosmo è tema che verrà ripreso da Papa Francesco. È ben noto quanto questo non sia certo mero argomento teoretico, ma condizione esistenziale cui nessuno, credente o non, possa sottrarsi. La forza della ragione consiste proprio nell’impossibilità di contraddire la realtà. 

Anna Maramotti Politi


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commenti


Marco G

4 gennaio 2023 08:20

Ringrazio Anna per la lucidità del pensiero e per la trasparenza nella presentazioni di questa sintesi. Nella speranza che queste considerazioni siano premessa a qualche trattazione più corposa. Certo è necessario un approccio veritativo al pensiero di Benedetto. Ovviamente credo che Anna Lucia disponga anche altri moduli, ad esempio per comprendere la teologia del Sommo Pontefice Benedetto, ma si astiene, seppure il Suo pensiero e la dottrina del Pontefice defunto tendono entrambi alla riproposizione della verità, quella verità che sfugge alla falsificabilità delle scienze finite... Grazie