Biometano sotto il camino dell'inceneritore. Benessere dei cittadini o business aziendale?
Life company. Parola di A2a. Lo slogan si trova sui dépliants informativi, sulla pubblicità, sul sito web, sui video promozionali della multiutility metropolitana con possedimenti e potere in provincia di Cremona. È il suo biglietto da visita. Il suo mantra. Il suo messaggio. A2a è la sirena che ammalia i cittadini con la promessa di prendersi «cura della vita di ogni giorno grazie all’uso circolare delle risorse». Life company è appropriazione indebita di un ruolo. I compagni di vita si scelgono, non si autocertificano. Non s’impongono.
Life company di chi? A chi interessa una compagna di vita che mantiene in esercizio l’inceneritore di via San Rocco e all’ombra del camino del bruciarifiuti, a poca distanza da un impianto a biomasse legnose in funzione da anni, intende realizzare una centrale di biometano?
A chi interessa una compagna di vita che propone un intervento portatore di un aumento del traffico, peggiorativo della qualità dell’esistenza dei residenti nei quartieri coinvolti nell’operazione. Un intervento che deprezza gli immobili della zona, aspetto venale ma non trascurabile. Che spinge Fratelli d’Italia a sollecitare al Comune la verifica di impatto ambientale (Cremonasera, 21 marzo) e la convocazione della Commissione di vigilanza (vittorianozanolli.it 24 marzo). Che costringe Forza Italia a invitare il Comune a indire di un incontro pubblico sulla questione (La Provincia, 24 marzo)?.
A2a c’è. Bisogna tenerla. Con il sorriso o obtorto collo. Nient’altro. Niente retorica celebrativa. Niente salmi di ringraziamento. Niente genuflessioni. Non life company, ma money maker. Marketing. Immagine. Belletto. Business. A2a è tutto, ma non sempre compagna di vita dei cittadini. È il gigante che ha inglobato Lgh, attestato della potenza meneghina e bresciana e certificazione dell’inconsistenza cremonese e di altri territori marginali.
Sull’impianto di biometano la life company tranquillizza i perplessi e assicura «una superficie boschiva e a prato fiorito di più di un ettaro quale mitigazione paesaggistica ed ambientale». (Cremonaoggi, 22 marzo). Si mitiga qualcosa di indesiderato, di negativo. Di avverso. La mitigazione è lenitiva. Pomata per curare contusioni, strappi. Per allievare gli effetti di un pugno sul muso. Vaselina per agevolare pratiche difficoltose.
Una mitigazione paesaggistica è la monetizzazione di un procurato disequilibrio ambientale e urbanistico. Pezza per mascherare una toppa. Poco importa se ottenuta con tutte le autorizzazioni, i timbri e le firme previste da leggi e norme vigenti. Sarà una toppa legale, avallata e benedetta dalla politica e dalla maggioranza degli amministratori locali, ma toppa rimane. È un rammendo. Che non è mai bello. Mai pari all’originale. I cocci di un vaso rotto si rimettono insieme, ma le crepe non si eliminano. Si vedono.
Non Life company, ma money maker.
Le attività di movimentazione, rassicura A2a, saranno effettuate «in aree chiuse e dotate di impianti di aspirazioni e trattamento dedicati per l’abbattimento degli odori, recupero dei nutrienti nei terreni» (Cremonaoggi, 22 marzo). Produzione di odori ed energia per abbatterli non si addicono a una life company. Più affini a una money maker, stonano nel coro di consensi all’impianto.
Nate life company degli enti locali, trasformate in money maker, le partecipate sono finite nei portafogli azionari di investitori istituzionali e privati. Nazionali e internazionali. Un pianeta che se ne fotte di andare a sottobraccio a una life company, ma pronto ad avvinghiarsi a una money maker che macina utili, distribuisce sostanziosi dividendi, incrementa il valore delle azioni. Un pianeta che, se le circostanze e gli eventi del mondo lo permettono, non disdegna gli extraprofitti. Il resto è fuffa vestita da festa, confezionata con il fiocco giusto da agenzie pubblicitarie, uffici stampa e relazioni esterne e poi venduta per un’imperdibile opportunità. È storytelling per rendere accettabili impianti critici e insediarli in zone già penalizzate da strutture poco compatibili con l’ambiente, ma redditizie economicamente.
È narrazione sterile che non inficia le contestazioni dei residenti, esentati dalla sindrome di Nimby (Not in my back yard, non nel mio cortile) perché nel loro giardino c’è già molto altro che sarebbe preferibile stesse altrove. Perché hanno già dato. In abbondanza. Perché sono buoni, ma non coglioni.
E la tesi che l’impianto di biometano sia un progetto di economia circolare e sostenibile sul versante finanziario e ambientale è già messa in discussione (Federico Balestreri in Vittorianozanolli.it, 24 marzo).
«E tutta una questione di soldi, il resto è conversazione» sintetizzerebbe il Gordon Gekko di Michael Douglas, squalo di Wall Street. Altro che life company.
Nate per erogare ai soci servizi a costi calmierati, comunque accettabili, le partecipate sono state cedute senza batter ciglio agli stranieri. In un attimo i Comuni non solo hanno perso il controllo delle società da loro stessi fondate, ma anche la proprietà. Fuori dai posti di comando, ora ballano con il ritmo imposto dai nuovi padroni. E non si ribellano. Non alzano la voce. Le partecipate sono un sogno svanito. Una sconfitta annunciata, monumento a superficialità e incompetenza.
A2a cura i propri interessi. E molto bene. Lineare e determinata mira a rimpinguare fatturato e guadagni trasformando la transizione ecologica in un colossale affare. Il vulnus è la politica. Non fa molto per gli interessi dei cittadini. Timbra il cartellino e si attiene al minimo sindacale. Aborrisce gli straordinari. Arrendevole e flaccida. Inetta e svogliata, incapace di programmare, miope e concentrata sul proprio ombelico si adegua ai progetti altrui, in prima fila quelli di A2a. Si adagia. Non detta i tempi. Interviene quando i buoi sono già scappati e riportarli nella stalla è impresa biblica.
Dopo la minaccia di Michel Marchi, sindaco di Gerre de’ Caprioli, di togliere dalla naftalina Forte Apache (Cremona sera, 19 marzo) e di raccogliere firme contro l’impianto di biometano, il suo collega di Cremona Gianluca Galimberti ha dichiarato di voler interloquire con i cittadini. «Organizzeremo – ha promesso – momenti pubblici» (La Provincia, 25 marzo). Proposito ammirevole, ma depotenziato dal tradimento del referendum sull’inceneritore. Tradimento perpetrato da un’Amministrazione comunale di centrosinistra, simile a quella attuale.
In questo quadro esiste una sola strada per evitare lo scontro con i contestatori dell’impianto. Fermare il treno in corsa e aprire un confronto. Qualsiasi altra soluzione tendente ad annacquare la protesta in attesa che si sgonfi, provocherebbe un irrigidimento delle parti e una contrapposizione più accentuata.
A un anno dalle elezioni amministrative, la battaglia a muso duro sortirebbe l’apertura immediata della campagna elettorale. Per evitare la rottura servono coraggio e umiltà. Poi l’accortezza di non credersi il centro dell’universo. Dei fenomeni. Difetto congenito dei politici del capoluogo, è particolarmente accentuato in alcuni rappresentanti dell’Amministrazione comunale in carica.
Cremona è la più bella del reame, la più conosciuta, la più rappresentativa del territorio e nessuno lo nega, ma un detto popolare sentenzia grande, grosso e ciula. Ricordarlo può evitare cadute e brutte figure. L’ascolto dei più piccoli è una virtù. Gerre Caprioli ha posto il problema della differenza tra life company e money maker. Riflettere sulla questione non sarebbe disdicevole.
Ieri in via Bosco, sono apparsi i primi striscioni di protesta e sono state raccolte un migliaio di firme contro l’impianto di biometano. Non è ancora lotta dura senza paura. E neppure Forte Apache. È un segnale. Da non sottovalutare.
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commenti
Giuseppe Zagheni
26 marzo 2023 06:38
Insomma siamo alle solite, politici imballi e cittadini scontenti, come sempre succede quando sul piatto ci sono occasione che potrebbero essere buone e favorevoli alla collettività, si trasformano occasioni per spartirsi la torta. Infatti mi sembra strano che FI e FdI siano contrari ,verrebbe da pensare che non siano state accolte le loro richieste. Come si potrebbe fare per trovare una soluzione che accetti anche la volontà dei cittadini, tenendo conto che grazie alla guerra in Ucraina ed il sabotaggio del del Nord Stream 2 ( grazie ad inglesi e norvegesi che non sono nella UE) noi siamo in sofferenza energetica?
ferruccio
26 marzo 2023 10:20
Lo scorso anno il nostro Paese ha esportato oltre 4,5 miliardi di metri cubi di gas fossile: il triplo
del 2021, 11,5 volte in più rispetto al 2005. La gran parte verso Stati dell’Europa centrale.
Una crescita verticale che racconta la dinamica speculativa dell’ultimo biennio. Mentre i consumi interni sono calati del 10% rispetto al 2021(https://dgsaie.mise.gov.it/bilancio-gas-naturale). La guerra non c'entra, il biogas/biometano è solo profitto.
Giuseppe Zagheni
27 marzo 2023 09:36
La ringrazio per la risposta che mi sembra molto interessante sotto molti aspetti. Allora perché importiamo gas dagli USA ?perché il prezzo del gas è schizzato alle stelle ? Capisco che gli speculatori fanno le speculazioni , e perché questo governo sovranista e super patriottico ( a loro dire) non mette un calmiere ai prezzi ?( non questi pannicelli caldi)
Antonio
30 marzo 2023 12:48
Il gas che è stato esportato proviene dai gasdotti e non è estratto in Italia, ma informarsi prima di scrivere no?
Danilo Codazzi
26 marzo 2023 10:28
A2A faccia uno "sforzo" per trovare un luogo più indicato per l'impianto di biometano . Faccia uno "sforzo" per evitare che il flusso degli automezzi che riforniranno e scaricheranno l'impianto non inquini più dell'inquinamento che ammorba già la città Cremona . A meno che non voglia progettare un piano di strade "sopraelevate " per raggiungere l'impianto, come si dice in linea d'aria...... o con autocarri ELETTRICI: Capisco che avere tutto a portata di mano, dal punto di vista industriale fa gola e fa comodo. Ma un conto è ciò che viene generato ed i benefici conseguenti e un conto sono le conseguenze "parallele" per cui la cosa viene generata. Non sono io a dover dire dove piazzare l'impianto di biometano, ma certo A2A dovrà pur dire anche cosa farà riguardo al destino dell'inceneritore ..............perchè a noi cittadini interessa il piano industriale complessivo di tutta l'operazione, cioè i fatti non le promesse -
Antonio
30 marzo 2023 12:45
L’unico che non ha mantenuto le promesse sull’inceneritore è un signore che risponde al nome di Gianluca Galimberti e che grazie anche al tuo voto, è stato pure rieletto, quindi non lamentatevi tutto questo lo avete voluto con una crocetta al posto sbagliato.
michele de crecchio
26 marzo 2023 13:48
A mio personale parere è poi davvero scandaloso che una società la cui proprietà è, per ampia maggioranza, pubblica, chieda persino (per accelerare i tempi di realizzazione dell'opera) di essere esonerata dalla "Valutazione di impatto ambientale", manco fosse un imprenditore qualsiasi il cui unico obiettivo è il maggior profitto possibile nel minor tempo possibile. Personalmente non dimenticherei infatti che A2A si è formata sulla base del lavoro secolare di centinaia e centinaia di volenterosi amministratori locali che, se potessero avere oggi notizia dello spregiudicato cinismo con il quale si muovono i loro successori, probabilmente e in gran parte, come si suole dire, "si rivolterebbero scandalizzati nella tomba"!
Enrico Berneri
27 marzo 2023 18:24
Il comportamento di A2A non mi stupisce più di tanto....mira solo ad ottimizzare il proprio utile a vantaggio dei comuni azionisti Milano e Brescia senza preoccuparsi minimamente della tutela del territorio e dell' ambiente....l'importante è produrre utile e garantire il dividendo ai soci.
Ho avuto modo di confrontarmi (quando ero sindaco di Monticelli Pavese) con A2A a proposito del triplicamento dell'inceneritore di Corteolona e Genzone.
Inceneritore inutile e non necessario per la Provincia di Pavia e Regione Lombardia....ciononostante la Provincia di Pavia e Regione hanno autorizzato il triplicamento ignorando durante la procedura di VIA un inquinamento dei terreni e della falda nell'area interessata al triplicamento.
Una Politica seria ed efficiente non dovrebbe lasciarsi condizionare dalle scelte puramente egoistiche di A2A.
Pierpiero
29 marzo 2023 15:13
Anche da questo articolo, scritto da un politico che è anche sindaco, si evince che esistono politici e sindaci illuminati, vicini al proprio territorio, che usano cervello e cuore per governare e difendere gli interessi delle proprie comunità o della "semplice" ragione.
E' un vero peccato che Cremona non faccia parte di questo club.