Contraffazione degli strumenti ad arco, va salvaguardato "il saper fare"
Sta volgendo al termine la Settimana Anticotraffazione (21 al 25 ottobre 2024) giunta alla IX Edizione, che da alcuni anni svolge sul territorio nazionale una importante opera di sensibilizzazione e di informazione promossa dalla Direzione Generale per la Proprietà Industriale - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del MIMIT. Il fenomeno contraffattivo rappresenta ormai un fenomeno non più trascurabile nel commercio interno ed internazionale sia sotto il profilo quantitativo sia sotto il profilo qualitativo. E la liuteria, purtroppo, non è un settore escluso da questa annosa problematica, come ha ricordato recentemente il maestro Stefano Conia, il 1° settembre 2024, nell'intervista rilasciata al Quotidiano La Provincia con una affermazione seria, puntuale ed autorevole sul rischio di contraffazione dei marchi e dell'autenticità degli strumenti: «La capacità di fare un buon violino è una cosa, lo spacciare un violino con il nome di un altro liutaio è truffa. Sul mercato ci sono molti strumenti firmati Conia che io non ho mai fatto. Questo accade sul mercato cinese, come su altri mercati internazionali. Ma siamo nel campo dell'illegalità».
In ambito liutario, gli strumenti ad arco possono essere definiti come beni posizionali, ovvero come beni la cui utilità non è solo legata al loro uso o alla qualità della fattura. L'aumento sul mercato di prodotti di liuteria cremonese contraffatti mostra da una parte l'esposizione del comparto a continui attacchi da parte di chi intravvede, mediante la contraffazione, la possibilità di realizzare elevati profitti e dall'altro la facilità, grazie alle tecnologie informatiche, di duplicazione di marchi, di simboli distintivi che sono determinanti nella fase d'acquisto di specifici prodotti. La contraffazione in liuteria sta producendo certamente danni alle imprese cremonesi, non solo di natura strettamente economica, attribuibili alle mancate vendite e alla conseguente riduzione del fatturato, ma anche alla perdita di riconoscibilità e di credibilità tra i consumatori fuori dai confini nazionali.
Alcuni mesi fa, ad aprile 2024, i militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Verbania e di Aosta e i funzionari degli Uffici Dogane del Verbano-Cusio-Ossola, di Aosta e dell'Ufficio Antifrode della Direzione Territoriale per la Liguria, il Piemonte e la Valle d'Aosta con l'aiuto di una consulenza specifica in materia liutaria, hanno potuto accertare che una viola che recava un cartiglio Leone Sanavia (Campolongo Maggiore, 20 maggio 1907 – Dolo, 2 gennaio 2004) attribuiva in realtà in modo fraudolento la realizzazione dello strumento musicale al rinomato maestro liutaio veneziano. La viola è risultata, invece, di fabbricazione rumena/boemo-ungherese con un valore di mercato stimato attorno ai 2.000 euro e verisimilmente oggetto di prossima compravendita per una somma oscillante tra i 25.000 e i 60.000 euro. Come ha affermato la dottoressa Daniela Dispenza, dirigente Antifrode dell'Agenzia delle Dogane nel nord-ovest Italia, la contraffazione rappresenta ormai un fiorente mercato illegale che in questo caso ha colpito un'opera di Sanavia, alterandola e creandone una copia falsa spacciata per vera a fini commerciali. Come molti sanno, nel settore della liuteria contemporanea esistono molteplici tipologie di contraffazione: ci sono strumenti ad arco prodotti in modo tale che possano essere scambiati per l'originale inserendo all'interno del bene musicale contraffatto cartigli non originali ma del tutto simili agli originali utilizzati da liutai in attività; altre volte la contraffazione avviene quando gli strumenti artigianali o semilavorati cosiddetti "in bianco" o verniciati assumono una "paternità" differente da quella reale ovvero quando gli strumenti realizzati da un liutaio "X" vengono venduti da terzi (da altri liutai o da commercianti) che ne alterano l'origine facendoli diventare di un liutaio "Y" il cui nome o marchio riscuote maggior appeal economico sul mercato; altre volte ancora gli strumenti contraffatti si giovano di cartigli recanti nomi di liutai inesistenti; si potrebbe ancora continuare con l'elenco, dato che ormai la realtà ha superato, e di molto, la fantasia e molti di questi casi sono già approdati nelle aule dei Tribunali, non solo in Italia ma anche in altri Paesi UE. Anche a Cremona iniziano ad essere formalizzate, da parte dei liutai danneggiati, le denunce all'autorità preposta lamentando e certificando avvenute compravendite di strumenti di liuteria contraffatti i cui acquirenti, ignari, scoprono solo mesi dopo l'avvenuto acquisto la verità e solo dopo aver contattato il "vero" liutaio (che non riconosce il manufatto come di sua produzione) per una consulenza o una attività di manutenzione o di certificazione.
Come può un liutaio – regolarmente iscritto come "professionista" e con una attività "certificata" – difendersi da questi eventi contraffattivi? Come possono agire le Istituzioni costituite per difendere l'attività liutaria "regolare"? Come può essere maggiormente difeso e tutelato sui mercati interni ed internazionali il "saper fare liutario cremonese" da false imitazioni?
Visto che nella vita si può incontrare sempre con più facilità un "falso" violino cremonese e non è quasi mai... d'autore, si ritengono maturi i tempi per avviare una seria e collettiva riflessione tra gli operatori di liuteria ed un confronto con gli attori istituzionali coinvolti che agevolerebbe tanto l'adozione di quei necessari correttivi per tutelare "la salvaguardia del saper fare" quanto una incisiva azione per arginare il fenomeno contraffattivo che conta ormai numeri non più trascurabili.
Osservatorio Italia Antiriciclaggio per l'Arte
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commenti
Marco
26 ottobre 2024 06:55
Il "saper fare" si scontra con una produzione di una parte di liutai che supera il numero massimo realizzabile
Quanto tempo occorre per fare un violino,una viola o un violoncello fatti a mano?
Quanto è la produzione di ogni singolo liutaio?
Poi liutai che lavorano in nero in casa propria in Italia mi sa che ce ne sono parecchi.