16 novembre 2024

Delinquenza minorile, un problema sociale

È indubbio che l'Italia stia affrontando un grave problema di criminalità minorile, soprattutto nelle aree urbane dove gruppi di giovani sono coinvolti in attività violente e illegali. Gruppi composti da adolescenti che provengono principalmente da quartieri svantaggiati e commettono crimini come furti, rapine, aggressioni, spaccio di droga, vandalismi, atti di bullismo, molestie e intimidazioni nei confronti dei loro coetanei e di altri cittadini e persino omicidi. 

Ma parlare di “baby gang” che imperversano nelle strade delle nostre città è un racconto che non corrisponde totalmente alla realtà. Il linguaggio mediatico attira l’attenzione su “città assediate” da questi gruppi, trasformando la percezione sociale in paura collettiva. Oltre questo, il termine baby gang, anche se più immediato a livello comunicativo, genera ulteriori danni: identificazione, emulazione e compiacimento. Ecco perché si ritiene sia più corretto parlare di delinquenza minorile che oggi, purtroppo, tende verso una maggiore precocità delle ultime generazioni in tutti i comportamenti sociali, compresi quelli devianti. 

Sono molteplici i fattori alla base di questo fenomeno: le condizioni socioeconomiche sfavorevoli, come la povertà, possono contribuire allo sviluppo di questi comportamenti. Il rapporto con la famiglia è fondamentale e le dinamiche familiari disfunzionali, provocano isolamento e la mancanza di sostegno emotivo; genitori che potrebbero non esercitare un controllo adeguato sul comportamento dei loro figli e non monitorare attentamente le loro attività, anche nell’uso di cellulari. Spesso questi ragazzi catturano i loro comportamenti scorretti sui loro cellulari e caricano le prove sui social media o le inviano in giro nei gruppi WhatsApp, nel tentativo di trovare un pubblico che potrebbe vederli come "eroi". Gli adolescenti devono essere guidati a orientarsi nel cammino della maturazione. Spesso questi ragazzi, invece, si ritrovano soli e incapaci di affrontare frustrazioni e responsabilità tipiche della loro età, con un'identità fragile che non consente loro di incontrare serenamente chi è diverso da loro. 

Un altro fattore importante è la pressione da parte di altri ragazzi e l’identità di gruppo: non dimentichiamo che i giovani cercano accettazione e riconoscimento dai loro coetanei e possono fare scelte sbagliate per ottenere un senso di appartenenza, protezione e status. Infatti, le aggregazioni più diffuse sono rappresentate da gruppi di ragazzi non organizzati, con legami sociali deboli e privi di gerarchie definite o fini criminali specifici. Inoltre, va considerato che negli ultimi anni è progressivamente aumentata la presenza di minori stranieri, arrivati soli, senza famiglia, influenzati negativamente dallo sradicamento familiare, dalla perdita dei propri riferimenti culturali e identitari, dalla mancanza di risorse economiche e sociali necessarie per far fronte allo stress insito nella migrazione. 

Le soluzioni a questo fenomeno richiedono un approccio globale e coordinato che coinvolga diversi attori e settori ma principalmente è sulla prevenzione che si dovrebbe puntare. Ciò implica affrontare le cause profonde della delinquenza minorile fornendo ai giovani un'istruzione adeguata, un impiego e servizi sociali. Implica la promozione di valori positivi quali rispetto, responsabilità e solidarietà tra i giovani. Implica la sensibilizzazione di genitori, insegnanti e comunità sui rischi e le conseguenze della criminalità minorile.

Scuole, enti locali, servizi sociali, ma anche associazioni sportive e culturali possono lavorare in sinergia e rappresentare la soluzione per offrire un unico ambiente protettivo che sostenga i giovani più vulnerabili e intervenga affinché il disagio non diventi devianza. Per ultimo, ma non meno importante, si consideri che l'applicazione della legge deve essere volta alla conseguente responsabilizzazione dei giovani delinquenti per le loro azioni, con l'applicazione di sanzioni appropriate, proporzionate alla gravità del reato e all'età del trasgressore. 

I giovani hanno bisogno di riunirsi e socializzare; tuttavia, è fondamentale che gli adulti creino le condizioni affinché ciò accada sotto la guida di valori cardinali come il rispetto e la cura per gli altri. Devono essere offerte "regole della strada" alternative. Solo affrontando le cause, le conseguenze e le possibili soluzioni di questo fenomeno, è possibile ridurre la criminalità minorile e migliorare il benessere dei giovani e della società nel suo complesso.

Sociologa e scrittrice

Nia Guaita


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commenti


Anna Lucia Maramotti Politi

16 novembre 2024 09:46

L'analisi puntuale ed esaustiva della dottoressa Guaita non è solo una lettura del fenomeno, ma è propositiva per soluzioni concrete.
L'habitat dei giovani .non è certo condizione favorevole per promuovere la loro personalità . Mi chiedo come rendere operativi i suggerimenti. La politica non sembra essere consapevole della realtà, i media creano un senso profondo di disagio nella popolazione e il cittadino vive un sentimento di fastidio se non di paura. Vittime i cittadini noneno vittime i giovani senza modelli positivi.
Ancora grazie Professoressa . La sua presenza su Cremonasera è un segno tangibile che è ancora possibile operare positivamente.

Manuel

16 novembre 2024 15:26

Dubito di aver intuito bene sulla prof. Maramotti.
Non sono stato ascoltato (era facilmente prevedibile) dalla maggioranza vincente nel consegnare un assessorato alla medesima, ma questo connubio esplicitato di sensibilità con Guaita (ovviamente sempre discutibili: non evoco il Vangelo), mi conferma come personalità capaci, esperte, pulite, specialmente donne, potrebbero migliorare la nostra, come altre, comunità locali. Le idee, ideologie, contano, ma ai medio-piccoli livelli sono meno influenti.
Dunque perché non provare, in futuro, a radunare elementi di volontà e cervello in una ambiziosa lista civica? Andrà male una volta, due, ma alla terza il popolo potrebbe capire.

Anna L. .Maramotti Politi

16 novembre 2024 18:06

Manuel, non voglio approfittare di cremonasera per intavolare un discorso con te. Quanto mi dici però è di rilevanza non certo per la mia persona, ma perché è doveroso affrontare concretamente i problemi che investono la nostra Città