Due top gun calano sulla campagna elettorale. Ed è subito sconquasso
Nei giorni scorsi due F16, pilotati da Luciano Maverick Pizzetti, ex tutto del Pd, e da Renato Iceman Mazzoncini, amministratore delegato di a2a, hanno volato nello spazio aereo della Repubblica del Marubino.
L’esibizione dei due top gun autoctoni non è passata inosservata. Ha causato polemiche. Generato interrogativi.
Ha infiammato un inizio di campagna elettorale moscio. Fiacco. Anemico. Un avvio nel segno di tatticismi. Caratterizzato da incertezze e popolato da cacadubbi. Da sopravalutati. Da qualche tronfio Brancaleone senza palle alla ricerca del posizionamento più conveniente per il proprio futuro, anche in caso di risultato elettorale negativo.
Una partenza cauta e noiosa, contraddistinta da funambolici equilibrismi. Intasata da spregiudicato opportunismo. Infarcita di chiose e di codicilli. Di distinguo sottili. Di avvitamenti linguistici. Di colloqui a 360 gradi. Ingolfata d’assicurazioni e promesse fasulle. Di lingue biforcute. Di sguardi d’intesa. Di patti con il diavolo. Di zone grigie.
Un ordito confuso di parole, facile da fraintendere. Pensato per essere adattato, modificato, manipolato per ogni evenienza, compresa la sconfitta elettorale del proprio schieramento.
Niente AIM-9 Sidewinder per la coppia Maverick-Iceman di casa nostra. Niente impiego di missili. Solo un uso mirato di affermazioni, sciame di dichiarazioni. Di interviste-lenzuolo per lunghezza e di interviste-tappetino per contenuto.
Una narrazione, nelle intenzioni, incisiva e puntuale. Nella realtà, un po’ meno.
Per Pizzetti una grigliata mista di buone intenzioni. Un vademecum per educande. Un dress code per il ballo delle debuttanti. Perle di saggezza politica perché Andrea Virgilio, candidato sindaco e suo pupillo, le mediti e ne faccia tesoro. E poi qualche amnesia sul nuovo ospedale. Ma è comprensibile. Sugli F16 non ci si può distrarre.
È per il suo allievo, per il ragazzo di bottega, per l’apprendista leader, per il politico dall’aspetto di brava persona, per l’amico della porta accanto che il Maverick del Po è salito sull’F16. Che è sceso in campo. Che si è reso disponibile per aiutarlo. Che ha messo la faccia. Che si è assunto il rischioso compito per proteggerlo dai lupi, ma soprattutto dai cannibali, che infestano la giungla della campagna elettorale.
Un po’ democristiano, un po’ libro Cuore, Pizzetti ha giustificato il suo passaggio del Rubicone con parole che avrebbero emozionato le nonne dei cinegiornali Incom ed esaltato le maestre della Cavallina storna da imparare a memoria. «Questa città mi ha dato tanto e io devo continuare a ricambiare nelle mie possibilità» (La provincia, 14 marzo).
Sentimento e riconoscenza. Smentita secca per le malelingue che giurano sul cinismo cosmico del top gun piddino.
Questa confessione degna di Lorenzo Garrone, il ragazzo buono e strappalacrime del libro di De Amicis, accomuna Pizzetti a Massimiliano Salini, l’europarlamentare forzista moderato e acerrimo nemico del rum cubano.
Nessuna meraviglia per l’analogia. I tempi sono cambiati. La fluidità impera. Sempre più spesso il rosso viene miscelato con l’azzurro. Qualche volta scambiato.
«Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente» è una delle più note citazione di Mao Tse Tung. Pizzetti la conosce. Il centro destra è avvertito.
Per Mazzoncini il volo su Cremona è stata l’occasione per esibire muscoli ipertrofici. Per ribadire le sue verità evangeliche. Per mostrare certezze da pasdaran. Per chiarire, indirettamente, che A2a non è di proprietà di Cremona. Che risponde a logiche da multinazionale. Che il territorio è terra di conquista. Da sfruttare. Che i comitati di protesta non devono disturbare il manovratore.
Per i cittadini è stato il momento della verità. A2a è una società quotata in borsa, il suo obiettivo è la distribuzione di sostanziosi dividendi agli azionisti. Traguardo che si raggiunge con la logica del capitalismo esasperato, del massimo profitto, del neoliberismo e con una distanza abissale dal bene comune. Brutalmente, i cremonesi hanno scoperto che la multiutility bresciana e milanese si fa i cazzi propri.
Pragmatico, in linea con il ruolo ricoperto e con i programmi societari, altezzoso, quanto basta, Icemen Mazzoncini non ha concesso spazio e speranza di accoglimento delle richieste dei cittadini di sospendere il progetto biometano.
«A Cremona interventi per 252 milioni di euro. Avanti col biometano» titolava con le virgolette La provincia del 13 marzo. Un programma e una dichiarazione di guerra.
Una carezza con guanto di carta vetrata al comitato BiometaNo. Carezza reiterata nel testo dell’intervista.
«Le proteste? Purtroppo la sindrome di Nimby (not in my backyard, non nel mio giardino, ndr) la conosciamo bene tutti; così, ovunque si cerca di realizzare un impianto si registrano discussioni...» (La Provincia, 13 marzo).
Nella foga di liquidare la questione il top gun di a2a ha scordato un dettaglio. L’impianto è previsto in un giardino che già ospita un inceneritore di proprietà della stessa a2a, un impianto di biomasse legnose, un ex discarica. Non rose mammole o gigli di campo. Mazzoncini dimentica che il giardino dista poche centinaia di metri da un’autostrada. Che è inserito nel Plis (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) del Po e del Morbasco. Che si trova a un tiro di schioppo da alcune abitazioni.
E poi basta con la sindrome di Nimby. Ultima spiaggia, estremo tentativo per controbattere i contestatori di insediamenti con notevole impatto ambientale è argomento frustro e liso. Logoro e superato. Ferrovecchio.
Costruita sulla manipolazione del senso di responsabilità dei cittadini e di quello di colpa per un divieto che comprometterebbe lo sviluppo di un’economia verde, Nimby è il grimaldello per ottenere il via libera ad un business verniciato di verde. Nimby è il vestito che si mette il lupo per apparire agnello. È la foglia di fico per mascherare i propri interessi.
Si sposa con mitigazione ambientale, un ossimoro. Se un investimento è green non necessita di compensazioni ambientali. Sarebbe una contraddizione.
Dopo tutto questo ambaradan, dopo i voli di Pizzetti e Mazzoncini, è giunto il momento per i cittadini di chiedere ai candidati sindaci, alla politica, ai partiti più trasparenza e meno cincischiamenti. È tempo di imporre loro un linguaggio senza se e senza ma. Dove il pane è pane e vino è vino. Vogliamo questo e quest’altro. Siamo contrari a questo e quest’altro. Ma è anche il momento di sollecitare i comitati a comunicare cosa intendano fare da grandi.
Per chiedere questo non è necessario battere i pugni sul tavolo. Una mazurca può aiutare.
«E qui comando io e questa e casa mia, ogni dì voglio sapere, ogni dì voglio sapere, e qui comando io e questa è casa mia, ogni dì voglio sapere chi viene e chi va».
D’obbligo un ringraziamento ai due top gun, agli F16, ai voli su Cremona. Dopo i loro interventi, la campagna elettorale non potrà continuare a traccheggiare e a vivere nell’ambiguità e nella nebbia. Grazie Maverick Pizzetti. Grazie Icemen Mazzoncini. Nella storia manca Kelly McGillis, ma non si può avere tutto.
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commenti
Teresa
17 marzo 2024 09:36
Puntuale ed efficace come sempre, grazie!
Marco Pelloni
17 marzo 2024 10:11
Antonio, bravo. Articolo che merita un Oscar.
Giuseppe Zagheni
17 marzo 2024 11:36
Bene, ma i cittadini sapranno approfittare della situazione per mandare gente competente nelle istituzioni? Ho molti dubbi su questo. Molti non andranno a votare e poi si lamenteranno che altri avranno deciso per loro.