La Pace non è solo assenza di guerra ma la creazione di un sistema alternativo al sistema guerra
E' tale la crisi della democrazia in Italia, è tale il rischio che l'Unione Europea venga trascinata nel vicolo cieco della guerra che le prossime elezioni amministrative e quelle europee non possono più essere vissute dai cittadini come semplice gioco delle parti, come competizioni che poco hanno a che fare con il destino delle nostre comunità in bilico tra pace o guerra, tra disarmo o riarmo, tra società aperte o società chiuse e intolleranti, tra democrazia partecipata o regime illiberale, tra maggiore giustizia sociale o aumento dei privilegi e della ricchezza per pochi, tra unità nazionale o disarticolazione dello Stato italiano, tra condivisione e diffusione del potere o sua concentrazione in poche mani, tra transizione ecologica ed energetica giusta o negazionismo climatico. La stessa Unione Europea non è più l’orizzonte istituzionale e democratico rassicurante che, pur con i suoi limiti, ha rappresentato per decenni l’ancora di salvezza e l’orizzonte per un’Italia che faticava a modernizzarsi e oscillava tra conservazione e progresso civile e sociale. Con la guerra in Ucraina causata dall’invasione russa, l’Unione Europea si è ritrovata fragile e incapace di una propria autorevole ed efficace politica estera e si è rifugiata dentro un atlantismo totalmente subalterno agli Stati Uniti, priva di una propria autonomia strategica e prigioniera di risorgenti nazionalismi che puntano al riarmo e alla militarizzazione della sicurezza piuttosto che alla soluzione politica dei conflitti.
Per queste ragioni gli Stati generali Clima Ambiente Salute propongono da tempo che le forze politiche più sensibili ai principi della nostra Costituzione ascoltino e accolgano le proposte dei movimenti ecologisti e pacifisti e si rinnovino profondamente abbandonando il conservatorismo culturale, sociale ed economico che le ha viste in questi anni anche nel nostro territorio appiattirsi in modo subalterno a logiche neoliberiste e a pratiche consociative che non hanno per nulla scalfito il vecchio modello di sviluppo. Anzi le significative aperture avviate dall'Unione Europea con Next Generation EU sono state via via contrastate dai rinascenti nazionalismi di alcuni Stati fino ad essere oggi di fatto quasi neutralizzate da un consenso crescente che sta cambiando gli equilibri interni al Parlamento Europeo utilizzando come giustificazione la guerra in Ucraina. Anche il rapporto tra forze politiche e associazionismo deve cambiare: è finito il tempo del collateralismo e dell'utilizzo strumentale del volontariato come mezzo di condizionamento elettorale. La gravità della situazione richiede un immediato salto di qualità nella riforma e nell'autoriforma della politica sia nella modalità di rapportarsi alla città e alla società sia nella costruzione dei programmi che non possono essere isolati dal contesto nazionale ed europeo, contesto che è drammatico e preoccupante. In Italia preoccupa la deriva di destra che sta promuovendo il Governo Meloni nell’attacco al diritto di sciopero, nel ridurre gli spazi di espressione pluralistica nei mezzi di informazione, nel penalizzare la sanità pubblica a vantaggio di quella privata, nel sostenere un fisco che premia l’evasione dei furbi, nel rifiuto dell’accoglienza, nell’attacco alla magistratura, nel ritardare la transizione ecologica prolungando la dipendenza dalle fonti più inquinanti che siano quelle fossili di origine estrattiva come petrolio e gas o artificiale come il biometano. Preoccupa la scelta di riproporre la strada di centrali nucleari, magari di piccola taglia e ancora a fissione, da collocare sulle rive dei nostri fiumi, dimenticando il problema irrisolto dei rischi per le popolazioni, dei Piani di emergenza e di evacuazione da approntare e delle scorie radioattive da collocare in depositi sicuri. Preoccupa l’orientamento ormai assunto dal Governo Meloni di assecondare la Lega nel disegno di sfasciare l’unità del Paese con l’Autonomia Differenziata tra le Regioni italiane e contemporaneamente di modificare la nostra Costituzione democratica e antifascista realizzando il sogno della destra della massima concentrazione del potere in poche mani con l’elezione popolare diretta del Premier a capo del Governo. Preoccupa ugualmente l’incapacità dell’Unione Europea di avere una propria autonoma politica estera in grado di aprire negoziati per fermare la guerra in Ucraina e riconoscere ufficialmente lo Stato Palestinese o almeno il diritto dei palestinesi ad avere diritti uguali a quelli dei cittadini israeliani, fermando il massacro a Gaza e la sua occupazione da parte dell’esercito di Israele. Non si tratta di cedere alla prepotenza di Putin e del suo regime ma piuttosto di non cadere nella logica dei blocchi politico-militari contrapposti per cui l’Occidente non avrebbe altra prospettiva che riarmarsi anche sul piano nucleare e prepararsi a vincere la guerra contemporaneamente contro la Russia e contro la Cina. Questa non è solo l’aria che spira in tanti Paesi dell’Unione Europea e condivisa da alcuni leader come Macron e Tusk , è soprattutto la posizione ufficiale contenuta nei Documenti delle massime Istituzioni governative e parlamentari degli Stati Uniti che propugnano la dottrina della Deterrenza Nucleare Estesa.
In questo quadro drammatico che vede la relazioni internazionali ormai esposte a rischi peggiori rispetto a quelli vissuti durante la guerra fredda non è più concepibile galleggiare nemmeno a livello locale sulla gestione e sulla riproduzione delle proprie rendite di posizione e in modo schizofrenico separare il confronto amministrativo dal confronto più complessivo nazionale ed europeo. La pace non è solo assenza di guerra, è un sistema alternativo al sistema guerra che riguarda, ispira e orienta sia politiche locali che regionali, nazionali ed europee.
Per questo gli Stati generali Clima, Ambiente, Salute sostengono con convinzione lo sciopero globale per il clima di venerdì 19 aprile e i suoi obiettivi: rilanciare l’urgenza della conversione ecologica e i processi di decarbonizzazione con la fuoriuscita dalla dipendenza dalle fonti fossili; in particolare promuovere l’indispensabile intervento pubblico per orientare le risorse disponibili al bene comune. Per questo nell’incontro pubblico di sabato 20 aprile ore 15 in sala Zanoni discuteremo con Vittorio Agnoletto, tra i promotori della campagna “ Lombardia SiCura, e con Alessandro Marescotti, in collegamento da Taranto, di giustizia sociale e di giustizia ambientale, di salute e di sanità pubblica, di dignità del lavoro e di pace come massimo bene comune perché l’integrazione europea si fondi sul principio pace come principio costitutivo, costituente, costituzionale; perché il 25 aprile sia riconosciuto sempre come la fine di una guerra e di una dittatura ma anche come promessa e impegno che la liberazione dei popoli possa avvenire senza più ricorrere alla guerra da “ripudiare come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.”
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commenti
Stefano
19 aprile 2024 13:26
Quindi? Destra fascista? Come al solito,come da sempre ? E guerrafondaia?; Se c'è un guerrafondaio in Europa è inequivocabilmente Putin ex KGB e da sempre comunista. E non ha mai ripudiato questa sua identità.
Antonio
20 aprile 2024 13:21
Francamente mi meraviglio come alcune persone siano state elette in parlamento, e non una volta sola!
Però poi penso che in seguito ci sono arrivati anche i grillini, e tutto mi diventa chiaro…
Manuel
21 aprile 2024 07:09
Sarebbe gradita condividere tanta chiarezza!
Vediamo se ti riesce di allontanare le nebbie da tanti cervelli.