Le mura dei parchi proteggono l'ambiente e tutelano l'identità: assurdo abbatterle
Le mura di Cremona sono state abbattute; oggi si vogliono abbattere le mura di recinzione dei parchi: il parco del vecchio ospedale e quello dell’area Frazzi. Fra le due situazioni c’è però una sostanziale differenza. Nel primo caso, le mura della Città sono state demolite agli inizi del ‘900, precisamente il 1908 per decreto del Comune di Cremona. Riporto testualmente l’inizio del saggio storico di Fabrizio Loffi apparso su Cremonasera. “Il 10 gennaio 1908 prendeva avvìo la più grande rivoluzione urbanistica dell’era moderna, destinata a privare per sempre Cremona del suo aspetto di città fortificata ereditato dal Medioevo. La "Magna phaselus", il grande vascello di cui il castello di Santa Croce costituiva la poppa e lo sperone di Porta Mosa la prua con il Torrazzo a far da albero maestro, scompariva per sempre. Ne sono rimaste solo alcune vestigia, spesso confinate nell’oblio, minacciate dagli assalti della speculazione edilizia e dalle aggressioni della vegetazione”. Dovremmo rileggere attentamente il testo dello Studioso per capire come lo sviluppo urbanistico sia stato definitivamente modificato e come la Città abbia perso la propria identità.
Si deve però osservare come la questione non riguardasse allora solo Cremona, ma fosse comune a moltissime città. L’improvvida Cremona seguiva solo l’ideologia positivista che metteva in pratica il modernismo figlio della fede nella tecnologia che stava avanzando. Il delirio d’onnipotenza della tecnologia, l’ebbrezza del nuovo a scapito della tradizione, stava impossessandosi in ogni settore della cultura e prendeva forma e concretezza nell’esplicito rifiuto della memoria storica. Tant’è: questa è la “storia”!
Ma veniamo ad oggi: ad un’Italia che condivide i valori della cultura europea. In tutte le città d’Europa le mura, che proteggono i parchi, sono valorizzate. Alla sera si provvede a chiudere accuratamente i cancelli. Si è ben consapevoli del valore storico, civile, naturalistico, financo economico del verde urbano, soprattutto quando questo è esteso e costituisce un “polmone” per la città. I polmoni però vanno protetti. Ben si sa quali fattori di rischio provochino il fumo o gli inquinanti. Dovere di chi amministra la città è di difendere i parchi, proteggerli da ogni tipo di rischio. Abbattere le mura significa distruggere un bene che è di proprietà dei cittadini e non certo dell’Amministrazione vigente.
Si adduce l’inclusione come giustificazione della volontà di distruggere una così grande ricchezza di Cremona. Ma cos’è “l’inclusione”? “L'inclusione sociale è l'azione volta a garantire l'inserimento di ciascun individuo all'interno della società, indipendentemente dalla presenza di elementi che differenziano gli uni dagli altri e che possono apparire limitanti.” Non è certo il laisser faire segno di un’apertura sociale. Distruggendo le mura dei parchi si creano solo condizioni di miseria e di insicurezza sia per chi dovrebbe essere incluso sia per gli abitanti.
Ammantarsi di un’apertura sociale, che manifesti superficialità e soprattutto sia indice d’incapacità a gestire problemi sociali complessi, è un fallimento per chi ingenuamente crede di promuovere l’inclusione.
Veniamo a noi per individuare quali siano gli altri aspetti negativi che dovrebbero indurre a recedere da un siffatto proposito. Si tralascino le considerazioni culturali perché dovrebbero essere ben note a chi ha il compito di tutelarle. Si fa solo riferimento alla memoria attiva come condizione per lo sviluppo. Memoria attiva non significa immobilismo, ma significa saper sviluppare quelle potenzialità latenti che ben armonizzano il presente al passato.
Le mura dei parchi proteggono l’ambiente. Lo scorrimento dei veicoli sul viale Trento e Trieste e sul viale Po viene potentemente smorzato dai muri. Questi preservano dai rumori e salvaguardano la vegetazione. Inoltre, sarebbe bene ricordare che la perdita d’identità dei parchi, trasformati in verde in adiacenza alle strade, costituisce un “danno patrimoniale” che si configura con seguentemente come “danno erariale”. Ciò comporta una perdita di valore economico per la Città. Chi si prende la responsabilità, di siffatti interventi? Perché depauperare i cittadini di Cremona?
Molti proprietari d’appartamenti li stanno adibendo ad “uso turistico”, ma quale turismo verrà promosso quando la Città perderà ulteriormente la sua identità? Non certo sono sufficientemente attrattive alcune se pur importanti manifestazioni, ma qui manca totalmente una continuità di azioni per promuovere il turismo culturale. Forse i turisti verranno a Cremona per godere dell’inquinamento ancor più potenziato rispetto ad oggi o per un condiviso incontro con chi troverà rifugio nei parchi?
Nelle foto il muro dell'area Frazzi e il cancello d'accesso del parco del Vecchio Passeggio (la foto è di Alberto Brsuchi)
Presidente della Sezione di Cremona di Italia Nostra
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commenti
Daniro
16 gennaio 2025 07:53
Forse paragonare le due -assurde- proposte dell'ass. Carletti con la demolizione della cinta muraria può essere eccessivo ma non c'è dubbio che tutto il resto è più che condivisibile sia per la questione della protezione e della sicurezza dei giardini pubblici (come dimenticare la pregevole cancellata che chiudeva il giardino di piazza Roma poi demolita in periodo fascista) sia per gli - all'altrettanto assurdi - obiettivi che le demolizioni vorrebbero raggiungere. Carletti vuole raggiungere l'obiettivo dell'inclusione negli spazi urbani pubblici? Bene allora tolga le auto che sul viale Po sono parcheggiate tra i platani e che troppo spesso, soprattutto proprio di fronte al muro che vorrebbe abbattere, risultano creare difficoltà di transito soprattutto se si porta una carrozzina (tutto debitamente documentato da foto). Sul giardino del vecchio ospedale che dire, spero che il Soprintendente gli dia una lezione di urbanistica.
Anna Maramotti
16 gennaio 2025 09:11
Pienamente d'accordo. Faccio presente che parco e cinta muraria costituiscono un tutt'uno architettonico ed urbanistico. Non a caso molti piani regolatori (oggi psc) ne evidenziano questa caratteristica. Anch'io mi auguro che il Soprintendente non lasci passare in silenzio la questione che non è certo di poca importanza. Grazie per le osservazioni decisamente di grande spessore non solo civico, ma culturale.
Annamaria
16 gennaio 2025 09:58
Tra l'altro, a proposito di verde pubblico maltrattato, l'assessore Carletti (se non ricordo male) ha anche "minacciato" di trasferire le manifestazioni che utilizzano "food truck" dai giardini di piazza Roma a quelli del vecchio ospedale....questi giardini possono diventare una vera oasi per persone, piante e anche avifauna urbana. "Oasi" che anche grazie alla cinta muraria rimane almeno parzialmente protetta dal delirio automobilistico del viale. Basterebbe questa considerazione a fermare l'ennesima dimostrazione di ignoranza, sia storica che ambientale.
"Memoria attiva non significa immobilismo, ma significa saper sviluppare quelle potenzialità latenti che ben armonizzano il presente al passato." Parole sante! Ogni tanto bisognerebbe ricordarle....
anna maramotti
16 gennaio 2025 10:34
E' proprio aver colto l'importanza delle "oasi" che deve essere al centro dell'attenzione riguardo i parchi urbani.
Oasi per gli uomini, per l'avifauna e per lo stesso verde che è un polmone per l'intera città.
Rispetto al tema della memoria attiva l'esempio più facile riguarda il restauro che deve restituire funzionalità. La funzionalità deve essere "sostenibile" anche avendo attenzione alle esigenze attuali. Un edificio restaurato e non utilizzato va in degrado!!
Grazie ad Annamaria per le due osservazioni che vanno tenute in grande considerazione perchè riguardano il tema della restituzione della città ai cittadini.
Stefano
17 gennaio 2025 11:15
Le oasi urbane, proprio in quanto "oasi", cioè luoghi separati dal resto del contesto cittadino a tutela dei loro contenuti, vanno necessariamente cinte e possibilmente chiuse come avviene la notte per il parco del vecchio passeggio, ma se gli togliamo la muraglia, diventa un continuum con il caos e lo smog del traffico cittadino. Quindi anche la sua preziosa identità si perde.
Marco
16 gennaio 2025 17:49
Credo che per quanto riguarda il muro che delimita l'area Frazzi effettivamente ci siamo problemi di sicurezza .
Non e' chiuso, e' facile nascondersi perché buio e invito tutti a vedere com'è ridotto la mattina...un tappeto di sporco,lattine,bottiglie e altro anche nell'area giochi del piccolo parco per i bambini .
E durante la bella stagione e' peggio anche se c'è chi s'impegna volontariamente a cercare di mettere un po' di ordine e che colgo l'occasione per ringraziare.
Tolto il muro sarebbe più visibile e controllabile dai tutori dell'ordine.
Per quanto riguarda quello del vecchio passeggio aumentano le disinfestazioni sarebbe più vivibile.
Ma farlo diventare luogo dove posizionare i food truck sarebbe deleterio.
Non ho capito se i muri verrebbero sostituiti da cancellate.....
Marco
16 gennaio 2025 09:09
Condivido. Sono altri i muri da abbattere, mi riferisco a quelli contro gli immigrati e contro la convivenza pacifica tra i popoli. Quello di abbattere testimonianze della nostra storia cittadina è miope "revisionismo".
anna maramotti
16 gennaio 2025 09:32
Il miope "revisinismo" produce solo ulteriori conflitti sociali. I problemi sociali sono temi complessi che vanno affrontati con intelligenza e avendo come riferimento i valori non negoziabili. Purtroppo, in nome di una falsa inclusione si esacerbano gli animi e si creano distanze difficilmente colmabili. Grazie d'aver affrontato il tema sociale
andrea
16 gennaio 2025 11:01
Sono un frequentatore abituale del parco del vecchio passeggio, auspico una rapida demolizione della parte superiore della cinta muraria, utile solo a nascondere all'interno individui che dietro ad un muro e perciò invisibili al resto del mondo adottano comportamenti discutibili Aprire di fatto la visuale aiuterebbe a migliorare la sicurezza e la fruibilità del parco stesso. Una corposa manutenzione straordinaria completerebbe l'opera. Potature e ripristino del calcestre nelle zone ammalorate dei vialetti interessate al transito dei mezzi per i disabili che lavorano nella cooperativa. Il muro all'interno poi è completamente rovinato da scritte e graffiti di bassissimo livello che nulla hanno a che vedere con delle opere di writers seri e capaci. Un saluto e grazie per aver affrontato l'argomento
Gianluca
16 gennaio 2025 13:27
Se il parco è chiuso, come tutti dovrebbero essere di notte, si eviterebbero frequentazioni indesiderate e chi prova ad entrare viene sanzionato. Tutto aperto non favorisce di certo la sicurezza perché diviene luogo di rifugio per sbandati o per traffici illeciti che col buio avrebbero vita facile. I controlli eventualmente chi li farà? Le forze di polizia di polizia che hanno da sempre scarsità di risorse oppure la vigilanza privata con ulteriore aggravio di costo per le casse comunali? Lasciamo stare le cose come stanno, e piuttosto investiamo in una seria e costante manutenzione.
Anna Maramotti
17 gennaio 2025 08:23
Gianluca ha dato risposta puntuale a chi l'ha preceduto. I parchi si chiudono di notte come si fa in Europa. Ma di questo già ne ho fatto cenno
Stefano
17 gennaio 2025 11:21
Piazza Roma è totalmente aperta, ma in quanto a controllo e sicurezza abbiamo visto di recente cos'è stata. Non è togliendo delle mura comunque la si pensi storiche che migliora la sicurezza, ma aumentando la vigilanza.
evvai
16 gennaio 2025 23:58
Possibile che in una città dove non si riesce nemmeno a far funzionare quattro povere fontane, dove da anni il bel ponte storico sul Morbasco è in pezzi, dove l'illuminazione pubblica fa schifo , dove i giardini di piazza Roma vanno avanti a cerotti e rappezzi ....ecco , possibile che si perda tempo a parlare di queste scemenze ? Non è che forse ci vorrebbe un po' di sana indignazione ?
Stefano
17 gennaio 2025 11:08
Bellissimo articolo. Mi vien male a pensare che a suo tempo abbatterono le mura del vascello della città, per uno sciocco modernismo che non è amore vero per l'evoluzione, ma pura ideologia. Altrettanta superficialità appare nelle motivazioni di abbattere altre vestigia murali,appellandosi ad un altro ideologismo, quell' inclusione sociale che dimostrano di non sapere neanche cosa sìa. Ma perché infatti per favorire l'inclusione sociale devo abbattere delle muraglie, con tutti i valori che racchiudono e preservano? Forse qualcuno si sta confondendo col muro di Berlino, ma son cose ben diverse.Questa è pura ideologica follia che proprio perché appare incredibile, fa' pensare ad altri fini non detti.
Chemist
17 gennaio 2025 13:31
Quando ho letto dei propositi di Carletti non credevo ai miei occhi... Soprattutto per quanto riguarda il parco del Vecchio Passeggio l'abbattimento delle mura è del tutto controproducente. Spero venga fermato
MIchele de Crecchio
17 gennaio 2025 23:40
Ripeto quanto ho, da anni ed anche recentemente, sostenuto al proposito della ricorrente proposta, sostenuta peraltro proprio da pochi, di demolire (o anche solo di ridurne l'altezza) la muratura di recinzione del Parco del Vecchio Passeggio (comparto settentrionale del vecchio ospedale) e, in particolare, le porzioni di tale muratura che separano il Parco dal viale Trento e Trieste, nonché da un tratto della via Sant'Antonio del fuoco.
Da tempo sono infatti convinto che tale demolizione, sia decisamente inopportuna, per molteplici ragioni, tra le quali mi sembra fondamentale ricordare "in primis" la particolare circostanza che il lungo tratto di muratura che ne sarebbe coinvolto svolge, attualmente, una preziosa funzione di protezione dell'ambiente del parco contro i rumori, le polveri e le luci prodotte dal notevole traffico motorizzato che percorre sia il contiguo viale Trento e Trieste che la porzione settentrionale della via Sant'Antonio del fuoco.
Limitarsi a ridurre l'altezza di tale muratura, sostituendone solo la porzione superiore con una recinzione metallica, potrebbe forse limitare i danni, ma temo che possa risultare operazione costosa e di non di facile coordinamento estetico con i pregevoli cancelli metallici di vecchio e accurato, ma molto vario, disegno (provenivano infatti da siti disparati) che, posti in opera quando l'amministrazione comunale, allora guidata dal benemerito Sindaco Zanoni, decise la destinazione pubblica del sito, chiudono, quando necessario, gli accessi al Parco dal viale Trento e Trieste.
Quanto ho scritto sopra non vale, naturalmente per la parte meridionale di tale muratura, quella, per intenderci, di via del Foppone, parte caratterizzata dalla monumentale presenza di ciò che residua della ex-chiesa di San Francesco e relative pertinenze: il destino di tale parte di muratura andrà, evidentemente, deciso in relazione alle scelte che si compiranno a carico di tale singolare e affascinante, ma molto problematico, complesso edilizio,