19 novembre 2022

Novembre: dalla Shoah al papavero, il mese della memoria

Nel mese di novembre io porto da alcuni anni al bavero una spilla a forma di papavero rosso, e in molti mi chiedono cosa significhi.

Se avete buon occhio guardando qualche telegiornale dovreste aver notato che tutta la famiglia reale britannica fa lo stesso, anzi le donne di casa Windsor a partire dalla compianta Elisabetta II ne portano addirittura dei bouquet, sempre al bavero di abiti o cappotti, e depongono intere corone di papaveri finti, di carta o plastica, ai monumenti ai caduti.

La spiegazione è molto semplice: il papavero è il simbolo del Remembrance Day, il giorno nel quale si celebra la fine della Prima Guerra Mondiale e si ricordano i suoi caduti.

Per alcuni anni, prima della Brexit, ho fatto annualmente una piccola donazione alla associazione britannica che sostiene le famiglie dei soldati caduti, la British Legion, e ho ricevuto in cambio ogni anno un piccolo papavero in plastica da portare, che gli inglesi chiamano familiarmente "poppy" tanto che ormai la giornata di celebrazioni è comunemente detta "Poppy Day".

Oggi, proprio perché indossate dalla Royal Family, queste spillette sono diventate ricercatissimi "must have "nei salotti più glamour della buona società, ma il loro significato è assai più serio e affascinante.

Il Remembrance Day in Gran Bretagna si tiene l'11 novembre, giorno in cui alle ore 11:00 del 1918 cessarono le ostilità sul fronte occidentale.

L' 11 novembre del 1919, Re Giorgio V raccomandò che da allora in poi che “all'undicesima ora dell'undicesimo giorno dell'undicesimo mese dell'anno" ogni suddito dell'immenso Impero Britannico avrebbe dovuto osservare due minuti di silenzio sospendendo ogni attività. E così è da allora, anche se il giorno è stato spostato alla seconda domenica di novembre per ovvia praticità.

Evento principale è la cerimonia che si tiene a Londra presso il Cenotafio di Whitehall, alla quale partecipano i membri della Famiglia Reale, oltre a rappresentanti del Governo, della Chiesa, delle Forze Armate e di altre organizzazioni, che depositano decine di bellissime corone di papaveri ai piedi del monumento, e che è stata protagonista di tantissimi film sullo spionaggio nella guerra fredda, su tutti "Investigazione Letale" con Michael Caine.

Ma perché proprio il papavero ?

Durante tutta la Grande Guerra  dal 1915 al 1918 molti dei principali campi di battaglia europei erano letteralmente ricoperti dai papaveri, ben oltre la norma, e pare perché i nitrati presenti nelle polveri delle bombe esplose fungessero da fertilizzanti, oltre al fatto che non venendo coltivati perché oggetto di scontri, i terreni lasciavano spazio a questi fiori selvatici. Inoltre, il papavero ha altre due caratteristiche che ne hanno fatto un simbolo delle giovani vite spezzate sugli assurdi terribili scontri tra le trincee opposte: anzitutto è rosso come il sangue, e poi i semi del papavero hanno una peculiarità: possono rimanere dormienti per più stagioni prima di germogliare…E questo dava speranza alle famiglie dei tanti dispersi.

I “papaveri di guerra” furono immortalati in una poesia intitolata “In Flanders Fields”  (“Nei Campi Delle Fiandre”), scritta da un ufficiale canadese di stanza in Belgio che si chiamava John McCrae e che morì in servizio. Questo componimento divenne famoso grazie all'impegno di una professoressa americana impegnata in attività umanitarie e così l'usanza di usare i papaveri si diffuse dagli USA nei paesi del Commonwealth.

Novembre è dunque uno dei mesi dedicati alla Memoria, e non solo della Grande Guerra.

Il 17 novembre 1938, con il Regio decreto Legge 17 novembre 1938 n. 1728 contenente i “Provvedimenti per la difesa della razza italiana”, iniziò ufficialmente la persecuzione degli ebrei in Italia.

Il primo atto ufficiale di discriminazione fu però la compilazione dei fascicoli per il censimento dei cittadini di origine ebraica, che iniziò il 22 agosto del 1938.

Qualche anno fa questo censimento venne ritrovato in un sotterraneo dell’Anagrafe del Comune di Milano e, dopo esser stato riordinato e studiato, è oggi conservato in Cittadella degli Archivi.

Giovedì scorso,anniversario dell’approvazione del decreto che passerà alla storia come la legge “per la difesa della razza italiana”, il Sindaco di Milano Beppe Sala, il Presidente del Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach e la senatrice a vita Liliana Segre hanno inaugurato l’esposizione di un estratto di quei documenti che sarà visitabile fino al 17 dicembre 2022 al Memoriale della Shoah di Milano, presso la Stazione Centrale, dal binario da dove partirono per i campi di sterminio 350 dei 7.000  ebrei milanesi allora schedati: solo 16 tornarono a casa, e tra questi proprio Liliana Segre.

Proprio lì, davanti alla scheda di censimento della sua famiglia, la Senatrice si è lasciata andare alla triste considerazione che la memoria possa venire cancellata, e che nulla più si ricorderà di questi terribili fatti dopo che saranno morti gli ultimi testimoni come lei.

Io invece, che per mestiere custodisco la memoria, sono convinto che la memoria non può essere cancellata mai, ma solo nascosta, ma che ha il brutto vizio di tornare sempre a galla.

Invito tutti voi a prendervi una mezza giornata per visitare il Memoriale in questo mese in cui la Memoria è così importante.

Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano 

 

Francesco Martelli


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commenti


Guido

20 novembre 2022 13:37

Ricordiamo anche il 4 novembre una volta festa nazionale!
Più di 600000 giovani italiani nati in ogni angolo d’Italia morirono per la Patria tra loro anche tanti Italiani di religione Ebraica!
Poveri ragazzi,ormai dimenticati!!

Martelli

21 novembre 2022 10:50

Verissimo !

Giuseppe Zagheni

22 novembre 2022 10:38

Grazie per questa spiegazione su due argomenti di cui ho poca conoscenza.
Cercherò di visitare il museo della stazione centrale di Milano in ricordo di queste persone.

Martelli

23 novembre 2022 21:16

Grazie a Lei!