Per Cremona un turismo "slow" non più mordi e fuggi
Il primo marzo 2021 scrivevo per questa testata un intervento inerente il Turismo ai tempi del Covid-19 e di come questo debba essere ripensato nell’offerta con una nuova progettazione che avesse come punto di partenza il “turismo di prossimità” e una conoscenza del territorio.
Questi aspetti della nuova progettazione possono e devono tenere conto di molteplici esigenze, sia per chi vive l’esperienza turistica, sia per chi costruisce e promuove l’offerta turistica.
Per non rimanere sempre su un piano teorico si può provare a indicare alcune linee di azione, supportate da esempi concreti, linee che indichino come il turismo nel 2021 possa essere vissuto “sotto casa” o nelle vicinanze.
La propria città può essere, spesso inaspettatamente, luogo di esperienza turistica per i suoi abitanti nel momento in cui la si percepisce come un’entità viva, con i suoi cambiamenti, evoluzioni, perdite, e con una storia da raccontare. Qui sta la grande sfida di chi crea proposte turistiche e culturali: lasciarsi accompagnare per mano dalla realtà in cui si opera. Camminare per le strade di Cremona permette di ricevere numerose sollecitazioni di carattere urbanistico, artistico, decorativo, naturalistico, celebrativo…che non devono essere perse! Da una lapide un po’ sporca e difficilmente leggibile si può magari riscoprire un personaggio particolare o un evento storico che possono diventare la base, se ci si lascia coinvolgere dalla voglia di fare qualche ricerca e approfondimento, per esperienze che sono fonte di arricchimento e servizi che generano economia. I luoghi della città non vanno mai sottovalutati, anche quelli contemporanei che spesso sono al centro dell’attenzione di polemiche o di confronto sullo stile, l’impatto ambientale o altro; queste entrano di diritto a far parte della Storia della città e si trasformano in qualcosa da raccontare sia per la loro presenza che per la o le assenze/perdite che hanno generato. Assenza? Può l’assenza essere oggetto di interesse turistico e culturale? Certamente!
Lo stupore di chi scopre, anche fra tanti cremonesi, che al posto degli attuali giardini pubblici si trovava il complesso di San Domenico, chiesa più monastero, lascia sempre stupefatti quanto l’incisione che si trova alla base di uno dei due vasi celebrativi, posizionati verso via Manzoni e la Galleria, che ci restituiscono anche un’idea delle dimensioni dell’edificio sacro. Questa capacità di stupire da parte di una città deve essere il motore primario per guardarla e viverla con occhi diversi. Gli operatori della cultura e del turismo che operano nell’incoming, per usare un termine tecnico, hanno poi il dovere di creare e offrire servizi che possano esaltare l’unicità sia nel macro che nel micro. Macro significa non abbandonare mai quella che è la porta di accesso, interesse, principale per una realtà; a Cremona non è possibile pensare ad una offerta turistica se non partendo dalla scoperta della piazza del Comune con i suoi monumenti, se si vuole scoprire questa città bisogna prima guardarla in faccia! La piazza però non può e non deve essere l’unica offerta proposta assieme a poche altre come ad esempio la musica. C’è la necessità di onorare la città, generando indotto offrendo la possibilità di tornare più volte a Cremona con proposte sempre più specifiche, micro, su arte, natura, storia, gastronomia…
La nostra è una città dalla connotazione “slow”, si gira facilmente a piedi e in bicicletta e questo permette di osservare quanto ci sta attorno. Le proposte quindi dovranno tenere in considerazione non solo i contenuti ma anche le modalità, l’accessibilità all’esperienza e la mobilità della stessa. Sotto questo aspetto sono importanti ad esempio i progetti di ciclo turismo che si stanno affacciando nell’offerta turistica cremonese, si può citare ad esempio Beega Cycling Tour, che permettono di vivere non solo il territorio ma anche la città stessa utilizzando un mezzo che permette di raggiungere più mete in un ragionevole tempo.
Ci sono tanti aspetti da analizzare per il turismo presente di una città come Cremona, che possono generare quello del futuro, ma di una cosa non bisogna dimenticarsi mai: è nella riscoperta del passato in dialogo con le possibilità che la modernità mette a disposizione che possiamo guardare avanti con fiducia.
Presidente Associazione CrArT-Cremona Arte e Turismo
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