22 giugno 2024

Piccoli, tosti e vincenti. Sconfitti Comune e a2a. Ma...nessun dorma

È il 13 marzo 2024. Il quotidiano La Provincia pubblica un’intervista a Renato Mazzoncini, amministratore delegato della multiutility milanese-bresciana.

Da un anno il comitato No BiometaNo si oppone alla costruzione dell’impianto di A2A in località Bosco ex parmigiano-San Rocco.

Il top manager entra a gamba tesa sui contestatori dell’operazione.  Stile da bresciano pragmatico e spiccio.

Gli manca la simpatia di un Donatone Braghetti, simbolo del buzzurro ricco della Milano da bere.  Quello di: «Via della Spiga-hotel Cristallo di Cortina: 2 ore 54 minuti 27 secondi. Alboreto is nothing». 

Non possiede il carisma e la determinazione malefica di Gordon Gekko, squalo di Wall Street, quello di: «È tutta una questione di soldi, il resto è conversazione».

Mazzoncini non suscita il sorriso del primo, né l’antipatia del secondo.  Provoca una smorfia di meraviglia, accompagnata da un «Ma che cazzo dice?».

«Le proteste? – pontifica Mazzoncini - Purtroppo la sindrome di Nimby (Not in my backyard, non nel giardino dietro casa mia, ndr) la conosciamo bene tutti; così, ovunque si cerca di realizzare un impianto si registrano discussioni … Tuttavia, credo sarebbe sufficiente dare un’occhiata a quelli che abbiamo già costruito (uno a Cavaglià, in provincia di Biella, e l’altro a Lacchiarella, nel Milanese): hanno dimensioni simili a quello previsto per Cremona e - vedere per credere - non stanno davvero generando nessun tipo di impatto negativo sul territorio di riferimento. Quindi, vediamo cosa si riuscirà a fare...» (La Provincia, 13 marzo 2024).

La dichiarazione rafforza la determinazione degli oppositori. Cittadini per bene.  Non quattro scappati di casa. Non pasdaran dell’ambientalismo. Non con il paraocchi e lo sguardo fisso sul proprio ombelico.

I loro condottieri, Michel Marchi, Luigi Lipara, Luca Ferrarini, non figurano tra i capipopolo masanielli. Con molta probabilità non compaiono tra gli estremisti schedati dalla Digos.  

Intelligenti e razionali, fini strateghi, riflessivi e determinati, guidano le truppe di No BiometaNo, armati di documenti amministrativi e relazioni tecniche. Idee chiare, obiettivo preciso, unità d’intenti.  

Contrari all’impianto proposto da A2A e sostenuto a spada tratta dall’amministrazione cittadina di centrosinistra, lo osteggiano in modo civile e non violento.

L’intervista favorisce un senso di fastidio tra gli indecisi e i neutrali. Lascia indifferenti i favorevoli e i sostenitori di A2A. Divide le forze politiche. Centrodestra critico, centrosinistra prono alla multiutility.   

Nulla di nuovo.  La posizione piddina non è legata specificamente ad A2A. È scelta di campo generale.  Si potrebbe azzardare, è Weltanschauung. 

Il Pd è zeppo di filosofi. Di intellettuali, poco gramsciani, ma molto spritzosi. Di dirigenti lampadati. Di tecnocrati. Di rossi slavati.

 È il neoliberismo in salsa cremonese. Il potere trasferito dai cittadini alla multiutility. All’establishment economico finanziario della città.

A Cremona, sull’ambiente, il Pd e i suoi alleati non sono un fulmine di guerra. Sono lento pede. Bradipi. Miopi. Forse orbi. Sonnacchiosi. Abulici.

Evocare Nimby è metodo vecchio come il cucco. Superato.  Polvere da sparo bagnata.

Nimby oggi non è asso di briscola, ma scartina. Trucchetto per vincere facile. Ultima freccia rimasta nella faretra dei Robin Hood tarocchi.   Quelli che invece di stare con gli abitanti della foresta di Sherwood sono schierati con lo sceriffo di Nottingham.  

Nimby è la ridicola autodifesa dei Guglielmo Tell che centrano il figlio e non la mela. 

Nimby ha smesso d’incantare. Induce irritazione e insofferenza. Indifferenza.

Nimby rivela poca considerazione per i cremonesi. È superficialità. Eccessiva sicurezza. Esagerata valutazione dei propri muscoli. Sottovalutazione dell’avversario.

Nimby è l’uomo nero, spauracchio delle società operanti nella transizione energetica, il nuovo Eldorado.

Nimby è la coccidiosi della gallina dalle uova d’oro. Pimby (Please in my back yard - per favore nel mio giardino) l’antidoto. Per le società della transizione energetica comporta l’accettazione di uova più leggere e meno numerose. Per politici e pubblici amministratori implica la capacità all’ascolto, al dialogo e al confronto con il territorio. Per entrambi, è indispensabile l’assenza del pregiudizio che cataloga rompicoglioni i cittadini interessati all’impatto ambientale degli interventi produttivi e industriali. Curiosità fastidiosa  sempre e comunque. 

I sostenitori di No BiometaNo, insieme a soggetti istituzionali, prima che Mazzoncini lo consigliasse, erano andati a vedere. Con la lente di ingrandimento.  Ma non gli impianti. Le carte.  Avevano scoperto il bluff e informato gli organismi competenti. 

Il 18 giugno 2024, pochi giorni fa, la Conferenza dei Servizi della Provincia certifica che A2A non ha in mano il poker. Forse un tris.  

Roberto Mariani, sindaco di Stagno, comunica la notizia. Tutti i media locali, compresi quelli di regime, la diffondono.

«Vincono i cittadini. Megaimpianto di biometano di A2A bocciato e archiviato dalla Conferenza dei Servizi» (Cremonasera). «Centrale di biometano bocciata, esultano i sindaci (Vittorianozanolli.it). «Stop all'impianto di biometano» (La Provincia). «Cr, bocciato l’impianto di biometano» (Telecolor). «Conferenza dei servizi stop all’impianto di biometano» (Cremonaoggi). 

La decisione della Conferenza dei Servizi di bloccare la costruzione dell’impianto è stata unanime. 

Due giorni dopo, il 20 giugno, sul portale del Sistema Informativo Lombardo Valutazione Impatto Ambientale (Silvia) della Regione Lombardia vengono messe le motivazioni della decisione. 

Invece di vedere per credere.  Leggere per capire. E incazzarsi con la politica che avrebbe dovuto intervenire prima e non l’ha fatto.  

Applausi ai tecnici del Comune, della Provincia e dell’Ats e a tutti gli altri soggetti non politici per avere mantenuto la schiena dritta e svolto il proprio lavoro con professionalità e rigore.

Applausi per avere iniettato nei cittadini una flebo di fiducia verso gli enti di controllo.  

Applausi per avere alimentato la fiammella della speranza.

Non tutto è perduto.

Strike. Giù i birilli. 

Travolta la supponenza dell’amministrazione comunale di Cremona, cocciuta a difendere il progetto anche con punte polemiche stonate nei confronti delle osservazioni della minoranza (Vittorianozanolli.it, 11 agosto 2023).

Ridimensionato il potere di A2A. Non è invincibile. In riva al Po altri soggetti sono più potenti di lei. 

I nani hanno sconfitto i giganti.   Margaret Mead, antropologa, aveva ragione: «Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi e impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta».

Nella Repubblica del Marubino, le Cinquecento vincono contro le Ferrari ogni 30 anni.  E sempre il 18 giugno. 

È il 18 giugno 1994.  Con un referendum regolarmente indetto dal Comune, i cittadini bocciano l’ubicazione dell’inceneritore a San Rocco.

Dieci giorni dopo, il 28 giugno, l’amministrazione di centrosinistra tradisce l’esito della consultazione. Getta nel cesso la volontà popolare.

L’inceneritore viene costruito nel luogo ripudiato dai cittadini. Nel posto dove A2A, proprietaria dell’impianto, aveva proposto di piazzare anche il biometano. 

Marchi non ha dimenticato questa pugnalata alla democrazia. Così, nel momento del brindisi della vittoria per lo stop al biometano, ha sottolineato «Per oggi festeggiamo, e teniamo alta l’attenzione per continuare a difendere il nostro territorio e la nostra salute» (Cremonaoggi, 18 giugno). 

Nessun dorma. Il futuro della città e il cambiamento si decidono da svegli. E con la partecipazione. No BiometaNo insegna.

 

Antonio Grassi


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commenti


Pasquino

22 giugno 2024 20:59

Lo schifo gli interessi gli incapaci i sudditi i furbetti i supponenti i padroni i io so io e voi .....si possono battere !
Basta essere uniti e farsi valere !
ma chi ci volle imporre l'inceneritore fregandosene del nostro volere collocandolo nel posto.più sbagliato si gode la sua lauta pensione d'oro !

Stefano

23 giugno 2024 17:33

Questo è uno dei tanti dettagli che fanno della politica "lo sterco del diavolo"

Vincenzo Montuori

22 giugno 2024 21:36

E dopo tutta questa vicenda il nostro Little Big Luciano se ne esce con la fatidica dichiarazione:"Lo avevo detto fin da subito che ci voleva la VIA"; in verità lo ha cominciato a dire solo il mese scorso: come si dice in cremonese "proprio una faccia di tolla"!

Stefano

23 giugno 2024 17:33

Ormai ha smarrito il senso del pudore

Andrea Gennari

23 giugno 2024 05:13

Mariani, sindaco di Stagno , ha come al solito fatto la prima donna annunciando che l'impianto non sa da fare quando e' arcinota la sua posizione ovvero di " mediatore" e così ha fatto fino all'ultimo mentre i suoi colleghi sindaci di Gerre e Bonemerse si erano schierati per il no!
Onore a chi lotta, si schiera ed si comitati espressione della volontà popolare .
Sulla salute e la sicurezza non c'è mediazione e non si risolvono con la politica

Manuel

23 giugno 2024 09:00

L’ultima frase è accattivante e condivisibile dai più, ma non riesco a capire come si tutelino salute e sicurezza senza politica.

Annamaria Menta

23 giugno 2024 10:09

Concordo. Infatti tanti problemi “irrisolvibili” sono tali proprio perché la politica latita (e il resto lo penso solo, per evitare querele, chiamando le cose col loro nome…..)

Tommaso

23 giugno 2024 12:52

Partecipazione è la chiave e non significa abdicazione della politica. Non condivido la critica alla chiusura dell’articolo, in quanto è lapalissiano che anche in una democrazia rappresentativa l’attenzione dei cittadini debba rimanere alta, attraverso la partecipazione e la “giusta informazione” -a proposito, tra gli organi di informazione citati dall’eccellente Grassi, manca all’appello cremona1 TV…mah…-. Pensate anche in ambito sindacale: un contratto nazionale non è garanzia di applicazione dei “minimi sindacali” (sia in senso economico che in materia di diritti/doveri), semplicemente perché serve anche e soprattutto la vigilanza degli organi preposti. E dove non arrivano questi dovrebbero farsene carico i lavoratori - e così i comuni cittadini per la cosa pubblica …ma scherziamo? Con una crocetta in cabina elettorale qualcuno pensa di firmare un assegno in bianco?
Chiudo con una domanda retorica: “si può parlare della stessa democrazia se essa è praticata in un Paese a trazione neoliberista piuttosto che ad economia socialista? Magari in entrambi i casi si avrebbero le stesse storture, ma allora è questione di élite, lobbies, totalitarismi più o meno occulti…?”

La piccola Cremona, per qualcuno un po’ come il paese dei balocchi, non fa eccezione.
Vigiliamo gente, vigiliamo 😉

Enrico Bresciani

23 giugno 2024 18:03

Si, meglio non abbassare la guardia, mi risulta che A2a abbia già comprato le aree ove dovrebbe sorgere l'impianto ad un costo ben più alto di quello di mercato.
Quando una azienda di quel tipo fa un simile investimento non si arrende facilmente, prepariamoci alle contromosse.

Antonio

24 giugno 2024 05:27

Nel 1994, Marchi aveva 8 anni…non esageriamo…

Daniro

24 giugno 2024 22:09

Per ora hanno prevalso sul progetto di A2a le norme dei piani urbanistici vigenti in materia di salvaguardia di ambiente e paesaggio e gli enti che ne hanno assicurare il rispetto. Chi pensava che queste norme potessero essere bellamente aggirate, anche con la recente introduzione nella variante al Pgt appena approvata di un ambito destinato all'economia circolare, ha commesso una ingenuità aggravata dall'assenza di qualsiasi forma di coinvolgimento con residenti, cittadini, istituzioni, comitati, associazioni ambientaliste che invece invitavano a riconsiderare un impianto che avrebbe ancor più aggravato la già pesante situazione ambientale della zona. Tutto iniziò con una discarica, poi con le due linee del termovalorizzatore, la piattaforma del riciclo e poi ancora con l'impianto a biomasse legnose, quindi, perché non realizzare anche un bell'impianto di biometano, tanto li già arrivano rifiuti dall'intero mondo. Ma, a parte l'inidoneità acclarata dell'area, quale è la sostenibilità di un impianto che andrebbe ad aggiungersi agli altri 160 impianti provinciali alimentati da coltivazioni ad hoc solo per farli funzionare in un sistema di agricoltura e allevamenti intensivi che tanti problemi stanno creando all'ambiente? Questo è il tema.