18 febbraio 2023

Quotidiane inciviltà: cani che sporcano, auto accese in sosta, mozziconi in terra

Gli manca la parola’ usiamo dire dei nostri amati quadrupedi alludendo al fatto che quanto a intelligenza e sentimento nient’altro gli manca. Condivido. Ma registro al riguardo la recente novità. Hanno imparato a parlare? No. Ma in compenso un crescente numero dei loro padroni ha imparato a ringhiare ed abbaiare. Verificarlo è semplice. Provate a esprimere scarso gradimento per il danno prodotto a legno e pietra dei portoni dall’ininterrotto versamento di acidi organici. Oppure a informarli garbatamente che la vostra soglia di casa non è un orto bisognoso di concimazione quotidiana. Ed ecco servita l’istantanea mutazione genetica: dall’innocuo dottor Jekyll al temibile mister Hyde.

Il fenomeno è socialmente trasversale, non ha dunque a che fare con dettagli come titolo di studio o censo. Non si limita insomma ai bulli sinistramente tatuati, borchiati e palestrati che esibiscono, a guinzaglio crudelmente corto, massicci pitbull palesemente ridotti a minacciosa appendice della potenza muscolare del padrone. Stiamo parlando di tutt’altra specie umana: fior di borghesia. Signore di ingioiellato bon ton, stimati professionisti che, a fronte del più modesto rilievo critico, esplodono in ringhiosi sproloqui ampiamente sufficienti, per argomenti e tono, ad archiviare la teoria sull’evoluzione della specie umana fra le più simpatiche e infondate utopie del passato. Alle prime luci del giorno o al calare delle ombre serali eccoli sgattaiolare nelle strade laterali del centro storico prediligendo, con codarda malizia, gli spazi meno illuminati e i muri meno protetti dal vigile occhio dei proprietari. Dopo di che…liberi tutti. All’esplodere della calura estiva, complice la siccità, l’assedio del tanfo si fa di anno in anno più insopportabile visto che il biblico ‘Crescete e moltiplicatevi’ pare ormai valere solo per la razza canina. C’è chi usa il sacchettino per raccogliere e chi si limita a esibirlo come un civettuolo fiocco al guinzaglio da usare solo nella seccante circostanza di osservatori nei paraggi.  I marciapiedi del centro storico sono campi minati. Guai a distogliere gli occhi da terra.

E questa sarebbe la famosa società civile. La blasonata erede della Lombardia asburgica, la storica campionessa di virtù civiche che ha appena celebrato, pur con svogliata partecipazione, il civilissimo rito democratico del voto e scelto l’area politica cui affidare per i prossimi cinque anni custodia e salute del famoso ‘modello lombardo’. L’impressione, anche alla luce dei veniali fatterelli appena descritti, è che la gloriosa leggenda del ‘gran lombardo’ vada, con la dovuta severità autocritica, aggiornata e riscritta. Quel che si vede, nel concreto dei comportamenti e in presenza di fin troppi indizi, è tutt’altro. Ovvio che anche a Cremona come altrove non mancano singoli e ambienti attivamente impegnati nella vicenda civile del proprio tempo e fortemente perplessi riguardo agli attuali andazzi. Ma parliamo di numeri assolutamente inadeguati ad imprimere qualche significativo cambiamento di rotta. L’impressione generale è, invece, di un tessuto civile che, sfilacciato e fiaccato da anni di malasorte (impoverimento, pandemia, guerra, incertezze d’ogni sorta) ha scelto un suo personale ‘si salvi chi può’ umanamente comprensibile ma civicamente ingiustificabile quando sconfina nella pura prepotenza autoreferenziale.

Fai quattro passi nel centro storico e t’accorgi come gira il mondo. Ogni prevaricazione sull’ambiente e sul prossimo è ormai socialmente accolta come pratica normale. Normale è concedersi interminabili soste in auto a motore acceso per condurre una conversazione privata o nella mistica contemplazione del cellulare. E’ normale che mozziconi e spazzatura vengano disinvoltamente versati nelle griglie dei tombini che, com’è noto, esistono a quello scopo. Normale è usare i davanzali dei pianterreni come mensole di casa propria su cui abbandonare lattine di bibite, resti di cibo consumato in strada o peggio sacchettini contenenti i bisogni del cane . E’ normale che automobilisti accostino, aprano la portiera e con massima naturalezza scarichino sul marciapiede il contenuto del portacenere o si alleggeriscano le tasche dell’ultimo scontrino o Gratta e Vinci. Ormai più mozziconi in terra che margherite nei prati a primavera. Mai un vigile che veda, intervenga, sanzioni, tenti di rimettere in piedi uno straccio di regole senza le quali non resta che il ritorno alla giungla. Cremona, che pazientemente continua a regalarci la sua bellezza, non merita che al drammatico spegnimento di un centro storico commercialmente desertificato aggiungiamo l’offesa delle nostre quotidiane inciviltà.

Qualcuno apra gli occhi, le istituzioni in prima battuta. Proverò dunque a fare di queste elementari considerazioni un immaginario ‘C’è posta per te’ indirizzato ai settori della Pubblica Amministrazione più direttamente coinvolti. Invito pertanto l’Azienda Sanitaria a qualche istruttiva ispezione circa le condizioni igieniche di molte strade e stradine del centro storico, magari a cominciare dalle laterali del mortificato tratto di corso Garibaldi che sta fra Sant’Agata e piazza Risorgimento. Perché non valutare l’ipotesi che chi possiede un cane (e più verosimilmente due o tre) contribuisca alla tutela del decoro urbano con una piccola integrazione della rata rifiuti che consenta di sanificare con la necessaria frequenza le aree più bersagliate da innocenti quadrupedi e colpevoli bipedi? In una società che ancora pretenda di definirsi civile non c’è diritto che non comporti un dovere. Male dunque non sarebbe se le istituzioni fossero in queste – e anche in altre faccende- un po’ meno ‘piacione’ e un po’ più ‘asburgiche’. E che noi stessi ci sentissimo un po’ più coinvolti sul cruciale tema della vivibilità presente e futura della città e del suo territorio.

In una riflessione di magistrale realismo circa il futuro ‘ospedalino’ di Cremona, Pietro Cavalli ha recentemente ribadito che gli unici legittimi “portatori di interesse” in materia di pubblica sanità sono i cittadini e non le imprese, ovviamente portatrici di tutt’altro tipo di interesse. Quello, per intenderci, verso gli appetitosi dividendi di una nuova opera pubblica. Già. Ma la lingua batte dove il dente cremonese storicamente duole. Personalmente, sento più ‘portatori di legittimo interesse’ interrogarsi sulle sorti calcistiche della Cremonese che non su come sarà, e soprattutto dove sarà, il futuro Pronto soccorso destinato ad accoglierli in caso d’emergenza e magari a salvargli la vita. Replico dunque alla sacrosanta analisi di Cavalli con una conseguente domanda.

Che succede quando i famosi “cittadini, unici portatori di legittimo interesse” spontaneamente tendono a comportarsi da palesi portatori di legittimo o, per meglio dire, “illegittimo disinteresse”?

Ada Ferrari


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commenti


Massimo

18 febbraio 2023 10:09

Parole sante quelle lette nelle considerazioni della Signora Ferrari. Il tratto corso Garibaldi, via Garibotti, via Alfeno Varo, vicolo S Martino e via Gadio, sono campi minati. La maleducazione regna sovrana e l’assenteismo della polizia locale e del relativo assessorato sono lo specchio di ciò’ che Cremona e’ diventata.

ada.ferrari

18 febbraio 2023 19:35

Osservo al riguardo che mentre circa L'Azienda Sanitaria è giunta una sollecita e circostanziata precisazione del Direttore di Struttura Antoniazzi che non lascia dubbi circa la responsabilità esclusiva del Comune, da parte dell'Assessorato chiamato in causa si registra il più totale silenzio. Curioso modo di intendere un corretto confronto fra governanti e governati.

ada.ferrari

19 febbraio 2023 13:46

Desidero precisare per chi voglia prendere diretta visione che l'intervento di Enea Antoniazzj da me menzionato è comparso in data 18 febbraio sul Blog di Vittoriano Zanolli .

Giuseppe Zagheni

19 febbraio 2023 08:40

Ovviamente sono in sintonia con quanto scrive ormai l'incivilta e l'indecenza vanno di pari passo, soprattutto in situazioni dove l'autorità lascia un po' correre, confidando nel buon senso delle persone, mal gliene incoglie visti i risultati. Non posso fare ameno di notare che poi gli stessi "sporcaccioni" quando si recano in certe località dell' Alto Adige si comportano in tutt'altra maniera, preoccupati di evitare le
" randellate" se non fisiche ma pecunarie.
Un'ultima osservazione i bulli saranno anche sinistramente tatuati ,ma destramente collocati .

R. Daguati

19 febbraio 2023 13:37

Gentile Signora Ferrari con la sua solita precisione ha messo in chiaro una situazione condivisa da molti. Assistiamo inerti al disfacimento della nostra città tra l'indifferenza dei cittadini e l'arrogante incapacità di questa amministrazione.

Francesco

20 febbraio 2023 07:28

Ottima riflessione Ada. Ritengo giusto che chi ha un cane andrebbe tassato con un incremento della tassa rifiuti. Un atto dovuto per contribuire a una maggiore sanificazione dei marciapied visto che diventano impraticabili e nauseanti per escrementi e pipi a ogni angolo. Questo servirebbe a ridare quel decoro civile che oggi a Cremona non c'è. Una situazione che purtroppo sta etichettato la città di Cremona. Bisogna essere più incisivi se vogliamo il decoro della città che è un diritto di tutti.

Grazia A. Rossi

23 febbraio 2023 19:27

L'egregia sig. Ada Ferrari coglie ,come al solito,nel segno. La signora è una delle poche persone che ammiro ,purtroppo la conosco, se così mi posso permettere di dire, solo per i suoi articoli ,sempre efficaci e trancianti,anche se assai garbati.Mi piacerebbe poterla conoscere anche di persona . Sinceri complimenti .Grazia Antonia Rossi.

ada.ferrari

24 febbraio 2023 12:14

Grazie del lusinghiero giudizio. Non mancherà occasione di salutarci di persona. Ricambio un cordiale saluto

Gianfranca

24 febbraio 2023 06:48

Povera Cremona!

Elisabetta

24 febbraio 2023 11:28

Come sempre l'editoriale di Ada Ferrari è perfetto: inciviltà dilagante.
Quartiere di San'Ambrogio: si passeggia tra cartacce e mozziconi ed altro.., aria profumata di frittura nauseabonda, rumore insostenibile nella serata, " verde"trascurato. Zona perfetta dove
risiedere; abbiamo provato a sensibilizzare chi di dovere, da anni, senza alcun risultato.
Non ci resta che piangere e cambiare città appena possibile
E, come sempre, un ringraziamento alla dottoressa Ferrari per il suo impegno, fermo e costante!