13 gennaio 2024

Report e il Caso Moro

Report ha dedicato un'intera serata al Caso Moro promettendo rivelazioni shock che in realtà non ci sono state (ad eccezione di quelle sulla prigionia in via Massimo 91, peraltro non pienamente provate) ma ha certamente raggiunto il risultato di far parlare di sé e dell'assassino di Aldo Moro con un clamore che conferma quanto a distanza di 45 anni lo spettro di questo delitto non smetta di interrogare l'Italia.

Qualcuno ha detto che il delitto Moro sta all'Italia esattamente come l'assassino di Kennedy sta agli USA, e questo è certamente vero almeno per come non smette di ossessionare soprattutto il cinema e la TV, tra inchieste fiction e documentari.

Certo una differenza sostanziale tra i due c'è eccome: mentre per JFK ancora oggi non ci sono colpevoli certi, per Moro abbiamo dei reoconfessi che hanno scontato la loro pena in carcere e sono ora tornati ad una vita di quasi piena libertà. E per quanti paragoni si possano fare, questo è un dato di fatto che non può essere misconosciuto e che non è assolutamente di secondo piano, almeno in termini di chiarezza.

Per la verità negli anni si è cercato da più parti di confondere, allontanare, mistificare ridiscutere e perfino giustificare le colpe in capo alle BR, per le ragioni politiche più svariate e che vanno dalla Guerra Fredda tra CIA e KGB fino ad un lunghissimo travaglio di coscienza tutto interno al vecchio PCI, ed anche al devastante senso di colpa interno alla DC che dovette sacrificare il suo più autorevole esponente sull'altare del controllo del Paese.

Al Caso Moro ho già dedicato più di un editoriale e quindi qui vorrei solo affrontare la vicenda Report, perché mi ha molto impressionato che la narrazione giornalistica non riesca ancora, a distanza di decenni, ad uscire dalla colpevolizzazione sostanzialmente totale, ancorché indiretta, degli USA della CIA dei nostri Servizi e ovviamente della tanto vituperata DC.

Ora, che negli anni 80, in pieno scontro USA-URSS, da parte di un certo giornalismo si compisse ogni sforzo in questa direzione era motivato e comprensibile, anche se un po’ discutibile in termini di amor di verità, ma che ancora oggi da parte di una certa informazione si diano le colpe alla DC agli USA e ad Israele …beh francamente non si capisce proprio a che pro.

La maggior parte dei transfughi democristiani ancora viventi è oggi a Sinistra, e addirittura la Segretaria nazionale del PD è una cittadina americana di origini ebraiche figlia di un ebreo americano professionalmente vicinissimo alla CIA … A che serve oggi sostenere ancora il complottone americano ?

Il mondo si è capovolto, con gli ex filo sovietici che oggi sono nemici giurati si Putin, eppure sul Caso Moro la.narrazione non è cambiata di una virgola, ma a mio avviso solo perché giornalisticamente non si riesce ad uscire da un solco che a furia di essere arato è diventato talmente profondo da essere ormai insormontabile.

A distanza di così tanti anni e davanti alla eccezionalità sbandierata da Report, mi aspettavo più che delle rivelazioni bomba (che ripeto non ci sono state) un approccio più storico, freddo e meno politico ai fatti, anzitutto magari  ammettendo che quella mattina di Marzo il Compromesso Storico era già defunto per volontà proprio dei suoi due principali fautori, Moro e Belignuer che avevano capito di non potersi spingere oltre: il giorno prima Moro inserì nel Governo nomi inaccettabili per il PCI che così avrebbe potuto non votare la fiducia e non entrare. Testimonianze dirette del calibro di Cossiga e Andreotti e anche di maggiorenti del PCI rilasciate in anni recenti e più distanti lo confermano, e questo confermerebbe anche che le BR non lo sapevano e che quindi agirono autonomamente da qualsivoglia potere più o meno occulto, che altrimenti li avrebbe quasi certamente informati e fermati dal rapire Moro quel 16 marzo.

Mi aspettavo che finalmente si indagasse sul ruolo del KGB (nemmeno nominato) e che di certo non è stato da meno di quello della CIA; che si ammettesse che sono stati successivi e sopratutto paralleli alla iniziale attività delle BR che ha la propria matrice autonoma, politica e totalmente indipendente, e sulla quale i Servizi sono stati molto meno influenti di quanto negli anni è stato raccontato. E se sono stati influenti lo sono stati dopo che il rapimento era avvenuto, perché in Italia in Guerra Fredda tutto ciò che era sensazionale prima o poi finiva impastato nello scontro tra Servizi. 

Certo, come per tantissimi altri “misteri” italiani, dalla P2 fino al Mostro di Firenze, rimango convinto che anche per Moro molta chiarezza arriverebbe dagli immensi Archivi di Mosca e di Langley, ma come chiedere a loro di desecretare i documenti se l’On. Fioroni, Presidente della nostra Commissione parlamentare “Moro 2” ha secretato per 50 anni le nuove carte che avrebbero dovuto far luce sulla vicenda ??

Ecco mi sarei aspettato come vera novità giornalistica una lettura tutta à l'enreverse, dei fatti, giusto per contrapporre una nuova versione anche solo con l'intento di scuotere un po’ le nebbie del complottone mediatico e aiutare l'Italia a fare un po’ pace con la sua storia recente, che tanto ci aiuterebbe anche nella quotidianità della storia presente.

La Storia è quasi sempre molto più cruda, triste e banale di come ci piace raccontarla, e più si crea un “Caso” meno si arriva alla verità, soprattutto perché in Italia la raccolta di prove è sempre fatta  in conseguenza ed a sostengo di una tesi e quasi mai a ricostruzione dei fatti per come sono accaduti, come in un Tribunale Ecclesiastico romano ottocentesco…

Ma pazienza, occorrerà attendere ancora..

(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)

Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano

Francesco Martelli


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Danilo Codazzi

13 gennaio 2024 09:37

Ho sempre avuto l'idea personale che allora uscire dallo schema della divisione in blocchi Usa- Urss di influenza fosse impossibile. Moro avrebbe scardinato questo "equilibrio" malsano e purtroppo per il paese Italia e per un grande statista italiano come lui è stata la fine..........come per Enrico Mattei.....

Martelli

13 gennaio 2024 12:00

Gentile Danilo, personalmente non credo che Moro volesse scardinare quella equilibrio. Era un atlantista convinto nonché fondatore, non dimentichiamolo mai, di Gladio, anche se era probabilmente il più filo arabo dei DC.
Credo che da uomo intelligente e pratico avesse capito assieme a Berlinguer che per far uscire l'Italia dal devastante pantano degli anni di piombo occorresse tentare una terza via, ma credo che si resero conto entrambi che non era percorribile, ma non ebbe il tempo e non lo sapremo mai.

Danilo Codazzi

14 gennaio 2024 09:50

Non mi sono spiegato . concordo con la sua analisi. infatti non sostengo che Moro volesse scardinare l'equilibrio , ma che la sua politica da intraprendere a favore dell'Italia di fatto e come conseguenza avrebbe scardinato l'equilibrio che era invece era utile alle zone d'influenza dell'Unione Sovietica e dell'America tanto che ad esempio l'America non aveva di fatto contrastato l' invasione della Cecoslovacchia da parte dell'Unione Sovietica , ( nuovo corso che voleva prendere corpo in quel paese ) per non parlare dei fatti di Ungheria e Polonia ............. cordiali saluti

Martelli

28 gennaio 2024 10:37

Gentile Daniele, anche questo è vero ma in parte. Credo che in URSS l'idea del compromesso storico non dispiacesse anzi, sarebbe impensabile che Berlinguer nel PCI di allora tentasse un azzardo simile senza il permesso di Mosca, impensabile: per la Russia sarebbe stato l'unico modo non militare di riguadagnare l'Italia uscendo dai patti di Yalta che mai, ripeto mai , USA e URSS hanno violato in 50 anni. Quanto agli Americani, che erano certamente molto sospettosi e irritabili sul Compromesso, pare che in realtà anche loro ad un certo punto lo ritenessero utile a "istituzionalizzare" e rendere più controllabili i comunisti italiani portandoli al Governo.