7 marzo 2022

Col fratello Severino rivoluzionò il modo di vivere il bar a Crema. Oggi Giorgio Lucchi fa lo scrittore e ogni tanto ci ricorda la vecchia Crema

“Ricordi bellissimi di un tempo che fu... Era estate quando la città si svuotava, emozione vedere Lotti la panetteria, Ugge il cartolaio, Bonisoli tessuti, Regonesi maglieria.. Ed altri. Li ricordo con affetto pure tutte le persone che ci sono state vicine per 18 anni. Il successo avuto è grazie a loro”.
Così via social, precisamente sulla sua pagina Facebook, ha postato nei giorni scorsi, regalando a modo suo un vecchio, purtroppo scomparso, spaccato cittadino cremasco, il barista, anzi, Barman (iniziale maiuscola a doveroso omaggio) per vocazione e, sensibile scrittore per passione, Giorgio Ronny Lucchi, vale a dire colui il quale, nell’ormai lontana metà degli anni Settanta, insieme al fratello Severino rivoluzionò e caratterizzò il modo di fare, vivere e gustare il bar a Crema.

Ebbene, se dico American Bar in via XX Settembre la mente e il cuore, inevitabilmente arrivano a voi fratelli Lucchi anche adesso che non lavorate più nel settore…

Bene sono felice che vi ricordiate ancora di noi. Pensa che da Venezia, dove lavoravo all’epoca come barista e cameriere, proprio per aprire, con Severino ovviamente, l’American Bar tornai nel 1977 in terra cremasca appositamente. Portammo innovazione nel Cremasco mettendo nel locale divani e divanetti ad hoc, rifornendo il bancone con particolarissimi champagne, introducendo cocktail particolari e liquori d’importazione tipo La Crème de Cassis.

Insomma da via XX Settembre, a via Mazzini dove con La Contrada avete avuto, tempo fa, il vostro ultimo bar, sì avete fatto tendenza attraversando vari anni…

Arrivarono, dopo l’esperienza all’American iniziata nel 1977, appunto il Gallery e La Contrada in via Mazzini. Noi sempre ottenendo consensi e successi tra la gente, reinventando inoltre il rito dell’aperitivo per così dire … alla Cremasca, beh riuscimmo concretamente a gestire altre due location eleganti e uniche, pur diverse, alla loro maniera.

Con la dottoressa Anna Miranda Maini alla Contrada ospitavate, tra le altre cose, il Caffè Letterario.

Tempi stupendi: una volta al mese, scrittori, artisti, poeti e attori venivano da noi per parlare e fare cultura. Proprio con noi, nel senso che intervenne pochi giorni dopo la premiazione al “Caffè”, Vincenzo Cerami di fatto festeggiò l’Oscar vinto con Benigni per la sceneggiatura del film La Vita è bella. E ci emozionò tutti.

Lavorando, in gioventù a Venezia tra bar e ristoranti hai conosciuto gente importante?

Sì e tanta. Cito solo due nomi: Arrigo Cipriani patron dell’Harrys Bar e la collezionista d’arte nonché mecenate ed esteta Peggy Guggenheim, la leggendaria Dogaressa.

Oggi scrivi (“L’ultima cortigiana” è il suo ultimo libro), ma non hai nostalgia del lavoro dietro al bancone di un bar?

Ogni tanto avverto, con mio fratello una fitta nostalgica, ma da ottimista convinto quale sono guardo avanti continuando ad amare la vita.

Hai girato molto: come vedi Crema dalla tua postazione privilegiata di giramondo?

Venezia è il mio buon ritiro del cuore, Crema rimane la mia città e la adoro. E’ cambiata? Naturalmente sì, ma anche noi siamo cambiati. E con noi tempi, abitudini, usi e consuetudini.

 

Stefano Mauri


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