Manuel Francisco dos Santos, per tutti Garrincha. Probabilmente la più forte ala destra della storia del calcio, sicuramente quella che scrisse i 3 minuti più belli mai giocati da un essere umano contro la Russia ai mondiali del 1958, di certo una storia che va al di là del campo di gioco.
Piccolo, nato in povertà assoluta, una gamba sei centimetri più corta dell'altra, una smodata passione per alcool, sigarette (tabagista già a 9 anni...) e donne, un QI vicino allo zero, un cuore d'oro per gli ultimi, ai quali lui apparteneva di diritto. E una fine tragica, a nemmeno 50 anni, per uno che aveva il Brasile ai suoi piedi.
Lunedì 28 aprile il performer cremonese Massimiliano Pegorini ripercorrerà le gesta del leggendario giocatore brasiliano al San Paolo Caffè, accompagnato dalla chitarra di Andrea Ragazzini per scandire con sonorità sudamericane un racconto avvincente. Un'anteprima assoluta che Pegorini presenterà come ultima puntata di un ciclo di grande successo delle sue monografie. Un viaggio nella vita e nell'autodistruzione di Garrincha (il nome di un piccolo volatile che Manè cacciava a mani nude da bambino, lo stesso uccello che il dittatore Batista uccise con le sue mani quando Garrincha chiese di liberarlo dalla gabbia: era la sua richiesta di premio per la vittoria del mondiale '58...), un viaggio imperdibile tra Brasile e Torvaianica....
Appuntamento per lunedì dalle 20, ancora pochissimi posti a sedere per un aperitivo particolare. Per conoscere la storia di un uomo fragile, alcolizzato, donnaiolo (14 figli sparsi qua e là, pure uno in Svezia...), morto in miseria. Quando al suo funerale chiesero ad Elza Soares, star della musica carioca dell'epoca e prima amante di Garrincha, quale fosse stato il segreto con le donne di un uomo brutto, sgraziato e senza cervello, lei rispose senza esitare: "il segreto? 30 centimetri"
commenti