"La Piana dei ciliegi" domani a Monticelli l'ultimo libro di Roberto Fiorentini
Sabato 6 luglio 2024 , ore 21, alla Castello Pallavicino Casali di Monticelli d'Ongina (Piacenza) presentazione del volume di Roberto Fiorentini 'La Piana dei ciliegi'. L'evento curato dal Gruppo Mostre presenta questo nuovo viaggio in luoghi magici dove vivono migliaia di piante di ciliegie che, ogni anno, producono frutti in abbondanza della massima qualità possibile. Si toccano i paesi di Castelvetro, Olza, Fogarole, Monticelli d’Ongina, San Nazzaro, Polignano, San Pietro in Cerro, Villanova d’Arda, Vidalenzo, Soarza e San Giuliano. Tante storie. Tanti personaggi antichi e moderni. Fantasmi e spiriti dell’altro mondo.
Alla presentazione parteciperà Davide Delmadè curatore del volume 'Lo sgabello di Verdi'.
Qui l'introduzione curata dal giornalista e critico musicale Roberto Codazzi.
Il titolo fa pensare a un capolavoro di Čechov ma ad aleggiare – va da sé – è il fantasma di Giuseppe Verdi. Perché sono le terre verdiane quelle che Roberto Fiorentini canta e racconta, con una prosa che talvolta rasenta la poesia, nella sua Piana dei ciliegi. Quella piana in cui il Maestro scorrazzava in lungo e in largo per scrutare le sue terre e per trovare fonte di ispirazione per le sue opere, in pratica mettendo a frutto quelle che considerava la sua attività principale (imprenditore agricolo) e – croce e delizia – l’attività artistica che lo aveva reso celebre nel mondo (compositore di melodrammi). La piana dei ciliegi è lambita e bagnata dal Po, il fiume che nell’immaginazione del musicista che “Pianse e amò per tutti” (Gabriele D’Annunzio) diventava di volta in volta l’Eufrate di Nabucco e il Nilo di Aida. E i filari di pioppi che collegavano i suoi numerosi poderi agricoli, nella sua fantasia potevano trasformarsi via via nella foresta di Ernani piuttosto che in quella di Falstaff. Dopotutto basta poco: un po’ di genio, niente più. E che dire della Resurrezione di Maria della Collegiata di Cortemaggiore? Con un tocco di bacchetta magica Verdi la trasformò nella Vergine degli Angeli del convento di Leonora de La forza del destino. A favorire queste magie è la nebbia che avvolge queste piane e questi campi, sennò piuttosto “monotoni”, dal punto di vista morfologico. Una distesa ininterrotta nella quale però ogni anno accade una magia: sboccia una fioritura meravigliosa, e di lì a poco nascono frutti di un colore acceso e vivace. È il colore della passione e dell’amore quello delle ciliegie che nella piana narrata da Fiorentini hanno assistito a storie millenarie di condottieri e di personaggi stravaganti, di nobili e di poveracci animati dalla stessa dignità, da imprese differenti – alcune finite nei libri di storia, altre nelle cronache locali - ma non meno importanti. Frutti oggi conosciuti e amati così come lo sono le opere di Verdi. Capolavori nati dalle medesime radici che oggi come allora incantano il mondo, di sapore e di musica. Roba da far invidia a Čechov
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