Enrico Dindo chiude la stagione concertistica di dicembre al Ponchielli con I Solisti di Pavia
Un gradito ritorno al Teatro Ponchielli, venerdì 1° dicembre (ore 20.30), il violoncellista Enrico Dindo e i Solisti di Pavia proporranno “Il violoncello nel Novecento”. Il programma presenterà varie sfaccettature del Novecento musicale: i climi sonori di Bruch, il carattere meditativo di Weinberg, il suadente stile melodico di Richard Strauss, la tenerezza di Messiaen e l’elegante romanticismo di Robert Fuchs.
Enrico Dindo, alla testa del suo rinomato ensemble d’archi, è assoluto protagonista di una serata che sarà ricordata.
La prima parte della Stagione Musica del Teatro Ponchielli si conclude con un appuntamento imperdibile, in scena venerdì 1° dicembre I Solisti di Pavia guidati da Enrico Dindo, nella doppia veste di direttore e violoncello solista.
Una serata musicale con una proposta dedicata al violoncello nel Novecento tutta da scoprire, come afferma lo stesso Dindo “La scelta dei brani che compongono un programma è un momento che vivo sempre con particolare attenzione e coinvolgimento emotivo e intellettuale. Nel caso di questo programma tutto ha avuto inizio dal mio desiderio di suonare il Concertino di Weinberg, autore al quale mi sono avvicinato durante la pandemia attraversando le sue Sonate per violoncello solo. Si tratta di una sua originale riduzione per cello e archi tratta dal Concerto per violoncello e orchestra, nel quale la riduzione di organico e di dimensione gli attribuisce una forma molto più̀ cameristica e intima, aspetto che mi ha da subito molto affascinato. Il suo linguaggio risente molto del mondo ebraico, di cui è pregna tutta la sua musica, senza nemmeno tralasciare alcuni momenti con sfumature addirittura Klezmer.
Il riferimento alla musica ebraica è stato l’elemento che mi ha poi suggestionato e spinto verso la scelta di far precedere il Concertino di Weinberg da Kol Nidrei di Bruch, un melodioso Adagio ispirato da una preghiera ebraica appunto, originale per violoncello e grande orchestra di cui ho curato personalmente la riduzione per cello e archi, che aprirà il concerto.
Il finale molto intimo e intenso del Concertino faceva nascere in me l’esigenza di alleggerire un po’ l’atmosfera, il risultato è stata la scelta della Romanza di Richard Strauss, un lavoro giovanile del grande compositore bavarese basato sulla peculiarità principe del violoncello: il canto, che in questo programma sarà l’elemento più evidente. Anche in questo caso si tratta di una mia riduzione per violoncello e archi dall’originale versione per violoncello e orchestra.
A seguire il mio ultimo lavoro di orchestrazione: Louange à l’Eternité de Jèsus di Messiaen. É il quinto movimento del Quartetto per la fine dei Tempi, per violoncello e pianoforte, eseguito per la prima volta nel 1941 in un campo di concentramento, per gli strumenti e i musicisti che aveva a disposizione: violino, violoncello, clarinetto e pianoforte. L’atmosfera rarefatta ed estremamente armonica di questa musica mi ha sempre fatto pensare alla realizzazione di una versione in cui il suono del mio violoncello potesse fondersi ed unirsi a quello degli archi.
In questo caso per descrivere l’atmosfera del brano userò le parole, straordinariamente perfette, dello stesso compositore: “Una grande frase, infinitamente lenta, del violoncello. La melodia si dispiega maestosamente in una sorta di lontananza tenera e sovrana.”
Nello stesso periodo in cui stavo pensando a questo programma mi sono imbattuto in un altro compositore che non conoscevo: Robert Fuchs. Per descrivere il linguaggio della musica di Fuchs userò le parole di un suo contemporaneo, Brahms che di lui scrisse: "Fuchs è uno splendido musicista, tutto è così bello e così efficace, creato in modo così affascinante, che uno è sempre contento". Anche in questo caso la scoperta è avvenuta attraverso le sue Sonate per violoncello, questa volta con pianoforte, curiosando nella sua letteratura ho scoperto le sue Serenate per archi che ho voluto subito approfondire e quindi eseguire, assegnandogli per questa occasione la parte conclusiva del programma”.
venerdì 1° dicembre ore 20.30
I SOLISTI DI PAVIA
Enrico Dindo, violoncello solista e direzione
Max Bruch (1838 - 1920)
Kol Nidrei per cello e archi (riduz. E. Dindo)
Mieczysław Weinberg (1919 - 1996)
Concertino per cello e archi op. 43bis
Richard Strauss (1864 - 1949)
Romanza per cello e archi (riduz. E. Dindo)
Olivier Messiaen (1908 - 1992)
Louange a l’éternité de Jesus per cello e archi (orch. E. Dindo)
Robert Fuchs (1847 - 1927)
Serenata per archi n. 2, op. 14
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