26 giugno 2023

Fernando Simone Sacconi a 50 anni dalla morte, ricordato e riscoperto nel libro di Marco Vinicio Bissolotti e Wanna Zambelli presentato all'Auditorium Arvedi

A 50 anni dalla morte, avvenuta a Long Island il 26 giugno 1973, a Simone Fernando Sacconi, uno dei padri della liuteria del Novecento, è stato dedicato un libro, "Simone Fernando Sacconi. Liutaio, restauratore ed esperto tra i massimi del Novecento" realizzato da Marco Vinicio Bissolotti e Wanna Zambelli, presentato nei giorni scorsi all’Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino con l’aiuto del conservatore Fausto Cacciatori. Si tratta, in realtà della riedizione, aggiornata con nuovi contributi e testimonianze, del libro «Dalla liuteria alla musica: l’opera di Simone Fernando Sacconi», dato alle stampe dall'Aclap di Cremona nel 1985 e presentato il 17 dicembre dello stesso anno alla Library of Congress di Washington. Allora a raccogliere le testimonianze di tanti che nel mondo, grandi liutai, restauratori di strumenti antichi, esperti, famosi musicisti, collezionisti e studiosi, avevano conosciuto o lavorato con Sacconi erano stati Francesco Bissolotti e Wanna Zambelli. Il primo aveva avuto con il maestro una frequentazione assidua, al punto da mettere a disposizione il proprio laboratorio in occasione delle sue frequenti visite a Cremona, perchè qui accogliesse i numerosi suoi allievi alla ricerca continua di suggerimenti e insegnamenti. La seconda in quanto è stata l’ultima sua allieva negli ultimi mesi trascorsi a Cremona e ne ha conservato un ricordo vivo e commosso. Era stato lui stesso, d’altronde, a proporle di seguirlo a New York, cosa che Wanna non ha voluto fare, decisione di cui, come ha spiegato, non si è mai pentita, preferendo restare a Cremona, insegnando per 44 anni a costruire violini secondo le preziose indicazioni del maestro. “Con Sacconi riuscivo a comunicare con immediatezza, senza timori: parlava con me, che in fondo ero l’ultima arrivata, come se parlasse con un suo collega o con un famoso violinista; mi spiegava le cose con semplicità con una chiarezza che me le rendeva quasi ovvie. Ho capito più tardi che, oltre che un grande liutaio, era innanzitutto un grande uomo”. A fare le veci di Francesco Bissolotti, il figlio Marco Vinicio, che, pur essendo a quell’epoca ancora un ragazzo, conserva un ricordo vivido della sua figura austera, elegante, così diversa dagli artigiani cremonesi di quel tempo, ma curioso per ogni legno nuovo, per ogni sperimentazione venisse proposta, sempre alla ricerca delle perfezione, stimolato da quei violini antichi da cui era sicuramente affascinato. “L’arrivo di Sacconi nella bottega di Francesco - ricorda Marco Vinicio - diventava, nei mesi estivi, un punto di riferimento per i più importanti collezionisti e musicisti italiani e non solo, numerosi si presentavano alla ricerca del Maestro, chi per un veloce consulto o chi per un parere informale sulla qualità del proprio strumento, altri chiedevano competenti messe a punto ed infine alcuni suoi vecchi amici italiani solo per un breve saluto. Di tutti questi strumenti egli ne raccontava la storia e spiegava con dovizia di particolari le caratteristiche costruttive, stilistiche ed acustiche. La sua presenza fu un grande stimolo ed un eccellente volano per tutto il neonato ma vivace movimento liutario cittadino e contribuì, risvegliando lo storico ricordo ed orgoglio della liuteria classica, alla lenta ma costante crescita di questo peculiare artigianato cremonese”.  Il suo libro, una vera Bibbia per tutti i liutai, “I “segreti” di Stradivari” con prefazione di Alfredo Puerari, è ancora oggi un testo che tutti quanti si apprestano a questa forma artistica, dovrebbero leggere. In un’epoca di globalizzazione e di ricorso esasperato alle nuove soluzioni tecnologiche, Sacconi ha indicato un metodo, la strada maestra della continua ricerca stimolata dalla curiosità.

Fabrizio Loffi


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti