Nadiya Petrenko si racconta. Dall'arrivo in Italia alle amicizie musicali cremonesi, l'avvincente storia di una musicista apprezzata e stimata
Continua la nostra rubrica dedicata alle persone che rendono Cremona la “Città della Musica”.
Nadyia Petrenko è una cantante amata a Cremona. Originaria di Leopoli, in Ucraina, è in Italia dal 2000. “Mio marito è arrivato per primo subito dopo il crollo dell'unione sovietica, frequentando la Scuola di Liuteria e, terminata quella, ha ottenuto il visto anche per me. Così ho potuto finalmente raggiungerlo con nostro figlio”.
A Cremona si è subito sentito parlare di lei, come ricordano anche le cronache di vent’anni fa.
“Ho subito sentito di essere a casa, la mia seconda patria, e per questo devo ringraziare Roberto Codazzi ed Evelino Abeni che fin da subito hanno deciso di darmi uno spazio credendo in me ed offrendomi la possibilità di esibirmi in numerosi concerti e festival. All’epoca c’erano gli Amici della Lirica di Cremona con i quali si facevano moltissime cose.”
Una volta in Italia si sono spalancate le porte del canto. Gli albori sono eminenti. “Nel 2003 feci un’audizione per Andrea Chénier con Katia Ricciarelli, allora direttore artistico del Teatro Politeama di Lecce. Mi scelse, e da lì iniziai a cantare in Italia e, dietro suo consiglio, a fare concorsi. L’anno dopo feci l’audizione in ASLICO per lo stesso titolo, anche lì venni presa e potei esibirmi nella mia Cremona.”
Fra i ruoli d’opera quale sarà il prediletto di Nadiya? “Non ci sono piccoli ruoli, c’è solo piccola gente” riflette il mezzosoprano parafrasando Stanislavskij. “Amo il Verismo, amo Donizetti, amo Verdi, ma mi piace molto anche il repertorio antico. Ponchielli ha uno spazio speciale nel mio cuore, lui sapeva scrivere in modo comodissimo per i mezzosoprani, non riducendoli a cosiddetti soprani secondari come fanno molti altri compositori. Peccato che abbia scritto poco repertorio”
Cremona ha visto la Petrenko impegnata con diverse compagini. “Ho lavorato molto con Federico Mantovani del Coro Polifonico Cremonese, con Patrizia Bernelich del Ponchielli-Vertova, e con Giorgio Scolari ed il suo Coro Paulli. Mi sono sempre trovata molto bene a lavorare con loro, e mi sono vicini anche ora che il mio paese soffre così tanto, dandomi una mano con gli aiuti da spedire. Persone davvero meravigliose. Sono felice di poter dire che non ho trovato solo musicisti, colleghi, ma anche amici veri.”
La lingua italiana è ben padroneggiata da Nadiya che quasi nasconde il suo accento. “Sono andata subito a lezione da Angelo Bertocchi a Modena per italianizzare il mio accento ed indagare la vocalità nel melodramma italiano. A questo proposito non posso non ricordare una persona che in quegli anni era sempre al mio fianco ogni qual volta stessi preparando una lezione od un concerto: Alberto Bruni (ndr, pianista scomparso prematuramente nel 2015)."
Parlando un po’ del presente ci sono progetti per il futuro. “Continuerò ad insegnare nella mia Accademia al Teatro Filodrammatici di Cremona. Ho iniziato ad insegnare quasi per scherzo, aiutando un’amica che aveva bisogno di mettere a posto un poco la vocalità. Alla fine ho trovato la mia strada e oggi ho allievi che arrivano da tutto il mondo. I miei studenti mi danno molte soddisfazioni. Abbiamo molte idee, chissà se riusciremo, ma vorremmo proporre un’opera intera. Ho una classe con tutti i registri vocali in grado di reggere un titolo del grande repertorio. Vedremo.”
Un consiglio a tutti coloro i quali vogliono studiare canto?
“Come dico sempre ai miei studenti: non amate voi stessi, amate la musica in voi stessi”
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