Cremona "capitale" dell'inquinamento: polveri sottili e i casi Tamoil e Vernisol approdano sul tavolo della Regione
Cremona “capitale” dell’inquinamento, con dati sempre allarmanti su polveri sottili, polveri ultrasottili, vicenda Tamoil, caso Vernisol (qui l'articolo), falde acquifere inquinate e molto altro ancora. Perché non procedere spediti con lo studio epidemiologico, arenato da tempo, e avere un quadro preciso della situazione? A chiederselo sono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Marco Degli Angeli, Massimo De Rosa, Roberto Cenci, Andrea Fiasconaro e Dino Alberti, che sul tema hanno presentato un’interrogazione in Regione che approderà in aula il primo febbraio.
L’oggetto recita: “Aggiornamento in merito al rafforzamento e alla ricostituzione del Gruppo di Lavoro dell’Osservatorio Epidemiologico ATS Val Padana integrato dal contributo della UOS Salute e Ambiente del Dipartimento di Prevenzione”.
Con l’atto i consiglieri chiedono alla Giunta regionale “se Regione Lombardia, nel caso Ats Valpadana non lo abbia ancora previsto, intenda e possa, farsi parte attiva nel chiedere ad Ats Valpadana di provvedere, in tutti i modi amministrativamente consentiti, di coprire tutte le figure ad oggi vacanti all’interno dell’Osservatorio Epidemiologico e della UOS Salute Ambiente afferente al Dipartimento di Prevenzione di Ats Valpadana con cui in passato l’Osservatorio Epidemiologico ha operato in performante trasversale sinergia”.
Nelle premesse i consiglieri ricordano che “L’avanzamento dello studio epidemiologico cremonese, stando anche a quanto l’assessore al Welfare Letizia Moratti ha già asserito in precedenza, è stato caratterizzato da una fase di stallo, in attesa che il gruppo di ricerca interno all’Osservatorio venisse ricostruito. In tal senso, facendo riferimento alla interrogazione n. 21158 depositata in data 25/5/2021 e ad oggi rimasta inattesa, si chiedeva, tra le altre cose, quali fossero le valutazioni tecniche in corso e quali le tempistiche previste, inerenti alla ricostruzione del gruppo di ricerca interno”.
I consiglieri ripercorrono quindi le tortuose vicende che hanno caratterizzato lo studio epidemiologico e pongono l’accento sul fatto che “stando a quanto è in nostro possesso, parrebbe che le posizioni attualmente vacanti per l’epidemiologia ambientale siano: la figura di Direttore di UOC, posizione attualmente assunta ad interim da altro direttore di UOC né medico, né biologo; a responsabile referente del Registro Malformazioni Congenite; la responsabile referente del Registro Tumori di popolazione; la Dirigente Unità Operativa - Salute e Ambiente che afferisce al Dipartimento di Prevenzione”.
Nell’atto viene inoltre ricordato che “ATS Val Padana ha sottoscritto un protocollo d’intesa con i comuni di Cremona, Bonemerse, Spinadesco, Sesto ed Uniti, Gerre De’ Caprioli e Stagno Lombardo. L’obiettivo è stato quello di impegnarsi a condurre uno studio epidemiologico utile a valutare l’eventuale associazione causale tra contaminanti emessi dalle principali fonti di emissione del territorio e lo stato di salute degli abitanti di Cremona e dei comuni limitrofi. In tal senso l’Ats Valpadana ha previsto di effettuare: il calcolo dei casi attribuibili alle polveri sottili; lo studio delle patologie correlabili con esposizioni ambientali di una coorte pediatrica; lo studio degli eventi avversi della riproduzione; lo studio caso-controllo sulle leucemie”.
Segue quindi un elenco delle principali criticità emerse in questi mesi a Cremona, a partire dalla vicenda Tamoil, al caso Vernisol sollevato da Cremona Sera, fino alla drammatica situazione dei livelli di polveri sottili e pm2,5, con i costanti superamenti dei parametri di legge. Una situazione insostenibile, che pone Cremona al centro del grave inquinamento che caratterizza la Pianura Padana e che ora approda in modo definitivo in Regione.
Annotano i consiglieri: “Lo studio epidemiologico cremonese nella sua esposizione descrittiva preliminare ha già evidenziato un’incidenza di malattie, sia a Cremona sia in alcuni comuni limitrofi, più elevata della rimanente parte della provincia non collocata sottovento rispetto alle emissioni industriali. Ad esempio, in questo confronto Cremona registra un +14 % di ospedalizzazioni dovute a patologie respiratorie. La percentuale sale al 33% per i comuni limitrofi al capoluogo esposti alle ricadute delle medesime emissioni industriali, come già illustrato in sede di audizione dell’ex Direttore dell’Osservatorio Epidemiologico dott. Paolo Ricci da parte della Commissione Sanità di Regione Lombardia alla presenza del Direttore Generale della medesima ATS".
Cremona, aggiungono, “registra un’incidenza più elevata di tumore al polmone pari al +7% e un incremento del 17% per quanto concerne la mortalità della stessa patologia. I casi di leucemia a Cremona registrano un eccesso del 23 % in più, mentre nei comuni limitrofi dell’81% in più, pur considerando la bassa numerosità degli eventi”.
Lo stato di salute compromesso, evidenziano ancora gli esponenti del Movimento, “non riguarda solo il comune di Cremona, ma gran parte del territorio provinciale tra cui i comuni di Crema e di Casalmaggiore. In tal senso sarebbe opportuno estendere la progettualità epidemiologica su aree più estese appartenenti all’Ats Valpadana. Ciò considerato, la solida presenza di una UOC (Unità operativa Complessa), che all’interno dell’Osservatorio epidemiologico operi a pieni regimi, è di fondamentale importanza”.
E’ dunque fondamentale, questo il senso dell’interrogazione, riprendere i lavori per lo studio epidemiologico in una delle realtà più inquinate d’Europa e integrare l’Osservatorio epidemiologico con le figure ancora oggi vacanti.
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