24 marzo 2021

Cremona dimentica incredibilmente l'umanista e gastronomo Bartolomeo Sacchi, detto "il Platina" a seicento anni dalla nascita

Al suo confronto impallidisce anche Pellegrino Artusi, eppure Cremona alla colonna portante della gastronomia moderna non dedica neppure un ricordo nell’anniversario della sua nascita avvenuta seicento anni fa. Bartolomeo Sacchi, detto il Plàtina, il nome latino di Piadena dove nacque nel 1421 è stato un grande educatore, un umanista, studioso di letteratura e tradizioni popolari, gastronomo e bibliotecario e, in gioventù, anche militare al servizio di Francesco Sforza e Niccolò Piccinino. Eppure, nonostante una vita avventurosa che lo portò anche in carcere con l'accusa di paganesimo e di congiura contro il Papa e poi a frequentare papi e cardinali, fino a diventare nel 1478, per volere di Sisto IV, direttore della Biblioteca Vaticana, Bartolomeo Sacchi è ricordato soprattutto per il suo trattato di gastronomia “De honesta voluptate et valetudine”, uno degli incunaboli più belli e fortunati nella storia dell’arte tipografica, stampato per la prima volta a Roma da Han tra il 1473 ed il 1475 anonimo e senza note tipografiche e subito dopo, nel 1475, a Venezia con indicazione di autore e note tipografiche. Un libro destinato a fare la storia della gastronomia, dove il Platina trascrive in latino tutte le ricette originariamente in lingua volgare, di Maestro Martino il più celebre cuoco del XV secolo. Sacchi stato il primo a parlare del “cibo del territorio”, riscoperto oggi, seicento anni dopo, valorizzandone l’importanza tra divagazioni letterarie, aneddotiche e naturalistiche. A cosa va attribuito il grande successo dell’opera del Platina? Di certo, alla novità dell’impostazione. Ma anche alla trattazione sistematica intorno all’arte della cucina, alla dietetica (connessa all’utilità della regolare attività fisica), all’igiene alimentare, all’etica dell’alimentazione e ai piaceri della tavola, secondo un’alternanza di prescrizioni di carattere operativo e di natura morale intorno al cibo e all’atto del nutrirsi. Ma il Platina è soprattutto un umanista e, di conseguenza, riallacciandosi al pensiero medico e filosofico della classicità araba e medievale, prospetta un umanesimo integrale che comprenda anche il piacere “onesto”, cioè misurato, del cibo, fra i legittimi componenti dell’equilibrio esistenziale di una persona. Mediatore di culture e ponte tra la classicità e la modernità Sacchi è una figura che incarna perfettamente gli ideali dell’umanesimo. Morì a Roma, forse di peste, il 21 settembre 1481 ed è sepolto nella basilica di Santa Maria Maggiore. Cremona, la sua terra d’origine, se n’è totalmente dimenticata, proprio nei seicento anni dalla nascita.


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