9 febbraio 2022

Discarica e impianto trattamento rifiuti: il Comune di Grumello e la Provincia respingono il progetto del gruppo Arvedi: "E' carente"

Alla luce di quanto sopra, tale situazione determina l'attuale impossibilità da parte di questi Uffici di dar seguito al procedimento previsto; pertanto (…) si procede ad archiviare formalmente l'istanza in argomento e a restituire la pratica”.

Così la Provincia di Cremona ha rispedito al mittente la proposta del gruppo Arvedi per la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti pericolosi e non pericolosi e di realizzazione di una discarica per rifiuti non pericolosi a Grumello. Un progetto analogo, presentato sempre dall’acciaieria, era già stato respinto nel 2015. A metà dicembre del 2021 il gruppo industriale ha presentato un nuovo progetto all’amministrazione comunale di Grumello, che ne ha data notizia tramite il suo sito istituzionale (qui l’articolo).

Sostanzialmente, ha precisato l’amministrazione di Grumello, “Acciaieria Arvedi ha presentato un nuovo progetto per l'area di Cascina Angiolina. Si tratta di un procedimento PAU (Procedimento Autorizzatorio Unico) che accorpa in un unico procedimento più procedimenti che in precedenza venivano affrontati separatamente: VIA (Valutazione impatto ambientale), AIA (Autorizzazioni Integrata Ambientale) e tutte le altre autorizzazioni necessarie”. Il progetto riguardava per l’appunto un impianto di trattamento rifiuti pericolosi e non pericolosi e la realizzazione di una discarica nella cava, con opere di compensazione che consisterebbero nella bonifica e nel recupero della cava stessa.

Il progetto presentato dal gruppo Arvedi è però stato giudicato “carente” tanto dal Comune di Grumello quanto dall’amministrazione provinciale, che lo ha quindi respinto.

IL COMUNE - Il Comune di Grumello ha espresso la sua contrarietà in una nota di sei pagine datata 25 gennaio 2021 e firmata dal sindaco Maria Maddalena Visigalli. Tra le varie osservazioni, il Comune annota che “l’istanza così come formulata risulta non ammissibile e dovrebbe essere eventualmente ripresentata prendendo in considerazione il progetto nel suo complesso e la situazione ambientale aggiornata al momento attuale, dal momento che i dati dello studio (presentato dall’acciaieria; ndr) risalgono al 2013 e quindi sono da considerarsi obsoleti".

Insomma, il gruppo siderurgico ha proposto un nuovo progetto basato su evidenze ambientali del 2013, dunque quasi dieci anni fa. Non solo: il progetto è giudicato carente sotto svariati profili, tanto che il Comune di Grumello elenca una sfilza di integrazioni documentali al “proponente”.

Tra i passaggi più indicativi, quello in cui il Comune osserva che “il progetto risulta carente rispetto alla gestione del coordinamento tra operazioni di bonifica e la realizzazione e la gestione della discarica e degli impianti di trattamento”. Inoltre “sono da chiarire le incongruenze fra flussi di scavi e riporti e flusso di mezzi, che comportano anche incongruenze in relazione alla durata prevista per i lavori di bonifica, che sembrerebbe essere superiore ai tre anni previsti”.

LA PROVINCIA - Non è andata meglio, al gruppo Arvedi, in Amministrazione provinciale. Con una nota molto articolata (una quindicina di pagine), la Provincia “comunica che, a seguito delle verifiche condotte (…) in merito all’eventuale sussistenza di motivi ostativi al rilascio dei titoli richiesti, è emerso quanto di seguito specificato”.

Tra i motivi ostativi, l'ente elenca “l’assenza di riferimenti e valutazioni in ordine alla problematica relativa alla classificazione dell’area nel Piano di Gestione dei Rischi di Alluvioni”. Nella Relazione geologica, idrogeologica e geotecnica, annota ancora l’ente “non si trova alcun cenno o informazione relativi al fatto che l’area, sia classificata come soggetta ad allagamento da parte del reticolo secondario della pianura. L’area in questione (o, più precisamente, la sua porzione settentrionale) risulta essere classificata dalle Mappe del Piano di Gestione dei Rischi di Alluvioni (PGRA) come area allagabile da parte del reticolo secondario della pianura (RSP): scenario Pericolosità P3/H – Scenario frequente, circostanza questa che, per la medesima, determina la NON IDONEITÀ DEL SITO alla realizzazione dell’impianto di gestione rifiuti”.

Tra le criticità, l’ente evidenzia che “Dall’esame preliminare circa la presenza della documentazione (…), si osserva che la stessa risulta priva di qualsiasi elemento sostanziale di tipo formale, tecnico–burocratico e tecnico–progettuale previsto ai fini dell’apertura di una nuova cava. L'istanza in argomento pertanto deve essere formalmente respinta”.

Inoltre, “La superficie destinata a discarica è stata oggetto di attività di cava la cui autorizzazione è scaduta. Ad oggi, non sussiste alcun provvedimento che dia atto della conclusione dei lavori di coltivazione e recupero finale”.

Alla luce di quanto sopra – annota quindi la Provincia -, tale situazione determina l'attuale impossibilità da parte di questi Uffici di dar seguito al procedimento previsto; pertanto, si procede ad archiviare formalmente l'istanza in argomento e a restituire la pratica. (…) Rimane facoltà di codesta ditta provvedere a ripresentare l'istanza, superando il motivo ostativo e le criticità sopra elencati”.

Il gruppo Arvedi potrà dunque presentare un nuovo progetto, seguendo però le indicazioni fornite dalla Provincia in una quindicina di pagine di suggerimenti elencati “a mero titolo collaborativo”. Tra questi spicca, da un punto di vista di “colore”, il passaggio in cui la Provincia osserva: “Manca il versamento della marca da bollo virtuale del valore di € 16,00 intestato a Provincia di Cremona”. Una dimenticanza, questa, che non ci si aspetterebbe da quello che è diventato il primo gruppo siderurgico italiano.

Nelle immagini in alto a scorrimento, l'area di Grumello interessata dal progetto. Foto Gianpaolo Guarneri - Studio B12.

Federico Centenari


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commenti


Ferruccio

10 febbraio 2022 08:18

sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 9 dicembre 2021 è stato pubblicato il Regolamento Delegato (UE) 2021/2139 che fissando i criteri di vaglio tecnico, ‘’consentono di determinare a quali condizioni si possa considerare se un’attività economica contribuisce in modo sostanziale alla mitigazione dei cambiamenti climatici o all’adattamento ai cambiamenti climatici e se non arreca un danno significativo a nessun altro obiettivo ambientale’’.
non c'è traccia nei documenti ufficiali di questi criteri. Forse è più costoso smaltire in un altro modo, ma la nostra salute è immolabile ai bilanci aziendali?

Pasquino

10 febbraio 2022 11:05

Per ora ma tra un po' ...saranno tutti sotto come le rane e la discarica si farà
Aria nuova
Vedrete !!!