24 febbraio 2021

Due incidenti nel 2019 alla centrale nucleare di Caorso, ci sono ancora stoccati 2.369,64 metri cubi di rifiuti radioattivi

Due incidenti nella Centrale nucleare di Caorso, avvenuti a giugno e settembre 2019. Lo rivela l’Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi, stilato in vista del progetto sul progetto di Deposito nazionale “unico” delle scorie nucleari. Si tratterebbe di guasti al sistema elettrico “che non hanno generato impatti dal punto di vista della sicurezza nucleare e protezione sanitaria”. I due incidenti ripropongono tuttavia l’urgenza della localizzazione del deposito, tra le 67 zone ritenute idonee, sparse su tutto il territorio nazionale, individuate nella mappa pubblicata a inizio gennaio scorso dall’esecutivo ‘Conte 2’. Nella centrale di Caorso sono presenti ancora oggi 2.369,94 metri cubi dirigisti radioattivi, solo una parte dei 31.027,3 metri cubi, destinati a triplicarsi in prospettiva per l’ultimazione dei vari lavori di decommissioning e bonifica, con diverse caratteristiche di rischio. Si va dai rifiuti a vita molto breve che possono essere smaltiti come quelli convenzionali ai rifiuti di attività molto bassa e rifiuti di bassa attività, che diventano innocui nell’arco di 300 anni; fino ai rifiuti di media attività e di alta attività con migliaia o centinaia di migliaia di anni di vita, senza dimenticare il combustibile esaurito “parcheggiato” fino al 2025 in Francia e Regno Unito. Per costruire il deposito nazionale saranno necessari almeno quattro anni, una volta individuata la localizzazione. Ma l’emendamento al Milleproroghe, che aumenta da 60 a 180 i giorni a disposizione degli enti locali per presentare le osservazioni sulla mappa delle aree idonee per il Deposito, contribuisce ad allungare ulteriormente i tempi su una decisione. Intanto i rifiuti nucleari si accumulano: la classifica regionale dei rifiuti vede al primo posto il Lazio (9.284 metri cubi) e la Lombardia (6.147) ma il Piemonte (5.605) solo terzo in in termini di volumi, è quello che presenta l’indice più alto di radioattività. Sogin ribadisce nel industriale 2020-2025, tra le missioni, “il mantenimento del presidio di competenze per la realizzazione e l’esercizio del Deposito nazionale Parco tecnologico”, nell’attesa del nulla osta alla pubblicazione della Carta nazionale dei territori idonei. La pubblicazione è arrivata, come sono arrivate anche le polemiche a livello locale.

Fabrizio Loffi


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commenti


Elia sciacca

24 febbraio 2021 14:29

Vado a memoria, La telenovela continua, il primo progetto per la decommissioning della centrale era previsto per il 2002 poi e' slittata nel 2015 adesso nel 2030 da qui comprendiamo che siamo in ritardo di 20 anni circa. In merito al cimitero nazionale penso che non si fara' prima del 2030, popolazioni locali permettendo.

Pietro Ferrari

25 febbraio 2021 00:47

È vero quello che mi hanno detto, chiedo perché non ho competenze in materia, che le radiazioni nucleari scaldano molto l'aria e le cose circostanti, pertanto anche i tetti delle centrali nucleari sono imbevuti e surriscaldati dalle radiazioni nucleari che emanano tepore favorendo il parcheggio di tanti uccelli che ne approfittano per scaldarsi irradiandosi per poi finire in pentola e sulle tavole uccisi dai cacciatori causando malattie tumorali a lungo termine perché hanno addosso radiazioni nucleari?

Elia sciacca

24 febbraio 2021 14:31

Vado a memoria, La telenovela continua, il primo progetto per la decommissioning della centrale era previsto per il 2002 poi e' slittata nel 2015 adesso nel 2030 da qui comprendiamo che siamo in ritardo di 20 anni circa. In merito al cimitero nazionale penso che non si fara' prima del 2030, popolazioni locali permettendo.