La provincia langue, le idee senza uomini non camminano
O il sindaco di Cremona scende dall’albero e si confronta con colleghi del territorio, oppure la nostra provincia continuerà ad essere marginale, Cenerentola della Regione.
Gianluca Galimberti è intelligente e competente e può stare tranquillo, nessuno si oppone alla sua candidatura del meglio fico del bigoncio. Non assomiglia a Fonzie, ma alcuni suoi atteggiamenti lo ricordano. Maschi alfa si nasce e non si diventa. E quando ci si incaponisce per esserlo, i risultati non sono pari alle aspettative. E’ una questione genetica. Rassegnarsi e volare basso è il modo migliore per non schiantarsi contro giudizi negativi e senza appello.
Galimberti sigla insieme alle aziende partecipate cremonesi ed ex cremonesi, ora milanesi-bresciane, un piano energetico con ricadute oltre i confini del capoluogo provinciale, ma non invita al tavolo di confronto uno straccio di sindaco della periferia dell’impero. Gli esclusi non la prendono bene. Fioccano proteste e critiche. Lui non si scompone. Barra dritta e avanti tutta. Ma non è il capitano Achab, non c’è nessuna balena bianca e non c’è niente di epico. C’è molta supponenza, che è il covid della politica. Endemico e senza un vaccino per debellarlo il virus lascia il segno e le conseguenze non le subisce solo l’interessato, ma ricadono sui cittadini.
Mirko Signoroni, presidente della Provincia, convoca una tele-conferenza con i sindaci del territorio. All’ordine del giorno la costituzione dell’Associazione Temporanea di Scopo (Ats) mirata a implementare il Masterplan3c. Definito documento di posizionamento e orientamento strategico, per due anni parcheggiato nel limbo delle opportunità non sfruttate, lo studio è assurto in queste settimane a superstar, riconoscimento più che meritato se le 90 pagine del lavoro sono costate circa 2 mila e 200 euro ciascuna, sborsati dall’Associazione industriali.
Per raggiungere l’obiettivo Signoroni chiede ai comuni oltre 100 mila euro da raccogliere attraverso una quota di partecipazione calcolata con un criterio sconosciuto, comunque incomprensibile. Certo, non equo. Pro capite, la contribuzione di Cremona è la più bassa di tutti gli altri aderenti all’iniziativa e, forte d’essere la più bella del reame, è inserita d’ufficio nel comitato di gestione della costituenda Ats.
Al contrario i pischelli dei Rio Bo di casa nostra sono penalizzati da una quota pro capite superiore – un abisso - a quella di Cremona, ma anche di Crema e nessuno di loro figura nella stanza dei manovratori. Piccoli sì, ma non coglioni. Monta il malumore dei comuni con «tre casettine dai tetti aguzzi, un verde praticello, un esiguo ruscello, un vigile cipresso» e un sindaco incazzatello. Non s’offenda Palazzeschi per l’aggiunta, ma i tempi sono cambiati.
Grato del privilegio concessogli dal presidente della provincia, Galimberti non partecipa alla teleconferenza. Il popolo dei negletti, soprattutto quello in riva al Serio, non la prende bene. Commenti e giudizi sono tirati giù con l’accetta e Cremona viene classificata per colei che fa bella figura con qualcosa che appartiene alle terga degli altri, che non è un complimento.
«Insieme scriviamo il futuro» l’epigrafe sulla copertina del Masterplan3c è una botta di ottimismo e merita applausi, ma evidenzia una scarsa conoscenza degli abitanti del territorio provinciale e stimola una domanda: insieme chi?
Le idee camminano con le gambe degli uomini, ammoniva Pietro Nenni. Il sindaco di Cremona, al quale le idee non mancano, invece di muoversi si arrocca nella propria fortezza all’ombra del Torrazzo. Non si fila i colleghi del contado, convinto che chi fa da sé fa per tre e che il più grande abbia sempre ragione. E’ bravo e gli altri pure, ma sempre tre passi dietro di lui. Magari non lo pensa, ma questo viene percepito. E questo è quello che conta.
La storia, lo sport, la vita quotidiana dimostrano che non sempre il palestrato la spunta sul mingherlino. Davide ha sconfitto Golia. La Lega lombarda, l’imperatore Barbarossa. I Vietcong, l’esercito americano. L’Atalanta, la Juventus. I piccoli, gli emarginati, i Rio Bo, sì anche loro, alimentano sogni e coltivano speranza. Senza sogni e speranza Martin Luther King non avrebbe pronunciato «I have a dream». Vale anche nel microcosmo provinciale che anela sempre di diventare qualcosa di più. Di oltre. Di diverso.
Un vecchio adagio recita: grande, grosso e ciula. I Rambo della politica dovrebbero ricordarlo.
Se Galimberti deve scendere dall’albero, Signoroni deve salirci. E’ il presidente della provincia, eserciti questo ruolo in maniera autonoma. Appare, invece, un fuscello in mezzo alle onde, in balia di spin doctor che più che aiutarlo sembrano volerlo affossare. Paga lo scotto di essere stato eletto in maniera ineccepibile, ma inaccettabile anche per il circolo della lippa. Non è colpa sua. La politica miope e arruffona lo ha costretto ad immolarsi sull’altare dei propri interessi di bottega. Interamente suo il torto di non essersi ribellato.
Non lo aiuta nel compito di presidente essere sindaco di Dovera, distante tre spanne da Lodi e di essersi schierato, senza se e senza ma, per la migrazione del Cremasco verso la patria del Fanfulla e dare corpo ad un’area che rispondesse al grido di battaglia: «Due periferie per fare una centralità»
Per giustificare la scissione da Cremona lo studio Vitale Novello Zane di Brescia aveva prodotto un Masterplan in sedicesimo. Commissionato dall’Area omogena, pagato da uno sponsor indicava la strategia di sviluppo del Cremasco dieci anni dopo un precedente studio. Presentato in pompa magna in Sala Pietro da Cemmo, il lavoro venne applaudito dai numerosissimi sindaci presenti e da un pubblico delle grandi occasioni. Era l’estate del 2016.
Anche quella mappa per il futuro radioso è finita nel limbo e non è più ricomparsa. Ora è il turno del Masterplan3c, in attesa dell’implementazione e poi del successivo studio. Avanti il prossimo, ma Cocciante non c’entra.
Intanto la provincia langue. Il cocchio con il principe azzurro ha modificato itinerario. Nel nuovo percorso Cremona non compare. Il Masterlplan3c può aiutare a riportare la carrozza sulla via del Po. Ma senza gli uomini giusti non si va da nessuna parte. Nenni aveva ragione.
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commenti
Primo Luigi Pistoni
25 aprile 2021 08:20
Fare " bella figura con le terga degli altri " equivale a " faa è'l cülatòn col büs del cül de'i altèr..." ? ...chiedo per un amico
Danilo Codazzi
29 aprile 2021 19:19
Secondo me in questa città se non si definiscono insieme , concordandole, quali sono le priorità e le si portano poi avanti tutti insieme , ognuno andrà per la propria strada , senza che i benefici e la crescita siano messi in comune . Questo senza far prevalere interessi di parte, o miopie varie , come ricordato dal Premier Draghi nel suo recente discordo a proposito del Recovery plan .Riportiamo quel discorso in terra Cremonese e partiamo stavolta per davvero.