26 giugno 2025

Sabato visita a "La Bastia di Martignana di Po". Splendida villa con un passato di sistema di difesa sul Po

Il prossimo sabato 28 giugno Target Turismo (info 347 609 8163) organizza due visite guidate di un luogo unico nel panorama delle ville storiche cremonesi, La Bastia di Martignana di Po. La sua particolarità non sta nelle pur pregevoli stanze, con arredi di pregio e due enormi e lussuosi saloni di rappresentanza, frutto di rifacimenti settecenteschi, tenute in modo mirabile dagli eredi della famiglia Fadigati che ancora vi abitano, ma nella sua posizione strategica che la inserisce a pieno nella 'Linea di Difesa del Po'. Un grandioso sistema di difesa messo a punto da Roma per frenare, bloccandole, le incursioni esterne provenienti dalle Alpi. Una barriera che come il limes del Danubio e del Reno si appoggiava a un grande fiume, puntellata da porti e strutture difensive, che in questa area seppe resistere per oltre 50 anni all'ultima grande invasione, quella dei Longobardi. La ragione stessa della fondazione di Cremona, a guardia dei passaggi sul Po a frenare l'avanzata di Annibale e dei suoi numerosi alleati nella Cisalpina, poi ritornata in auge negli scontri delle guerre civili del 69 d.c. con più di 40.000 legionari che coinvolsero pesantemente questo angolo orientale della provincia, sino al 1400 posto a poche centinaia di metri dal Po. Dove le ricerche del Mirabella Roberti degli anni 60 (https://cremonasera.it/cronaca/tesoro-di-martignana-dov-la-villa-romana-al-museo-archeologico-di-san-lorenzo-i-reperti-rinvenuti-nelle-campagne-del-paese-ma-di-cui-non-si-hanno-indicazioni-precise-sul-luogo-del-ritrovamento) hanno individuato elementi pertinenti a ville agresti di non trascurabile importanza.

La struttura stessa della Bastia con 4 bastioni massicci, oggi riuniti nella parte superiore ma che mantengono la originaria disposizione che prevedeva un cortile interno, testimonia l'esistenza di una struttura preesistente. Le evidenti similitudini con il corpo centrale del vicino Castello dell'Oca di Borgolieto (dal gotico Berg litorum= torre di difesa e stanza delle truppe letiche) anch'esso riadattato a villa di campagna nel corso del Settecento dagli Ala Ponzone, potrebbe essere indizio di un qualche collegamento tra le due strutture difensive poste a vista. E di li alla possente e capitozzata torre della Chiesa Vecchia di Scandolara, anch'èessa posta sino al 1400 lungo il corso del fiume. 

La Bastia infatti sorge in fregio a quella che il Gualazzini, nei suoi studi e secondo le indicazioni topografiche, ha individuato come 'La Strata', un lungo rettilineo che partendo dalla vicina Agojolo dove lo storico ipotizza essere presente il 'Porto Bresciano' citato nel Codice di Liutprando del 715 d.c. prosegue in direzione di Palvareto/San Giovanni in Croce (da Paravedrum stazione di sosta e cambio cavalli) sino a Piadena e Canneto, aree di proprietà dei duchi e re longobardi di Brescia. Alcuni appezzamenti nei pressi della Bastia rimasero in possesso dell'abazia di Leno sino al 1300. Una caratteristica questa che affonda le sue motivazioni nella particolare situazione vissuta da questo lembo di terre dopo l'invasione Longobarda, presidi bizantini a cui non doveva essere estranea la primitiva struttura della Bastia. La proprietà reale, del demanio di diretta proprietà del Duca poi Re longobardo, potrebbe sottointendere alla conquista più tarda ad opera dei duchi bresciani che sappiamo essersi congiunti al turingio AgeWelf (Agilulfo= amico degli elfi) e a forti contingenti avari (popolo delle steppe affine agli unni) operanti sul fiume durante l'attacco a Cremona del 603 d.c. 

A supporto delle ipotesi del Gualazzini, a meno di 500 metri dalla mole della Bastia, esiste la cappella di San Serafino, un tempo centro di Martignana di Po, paese che venne come i vicini Gussola, Scandolara e Vicobellignano spostato all'interno di un chilometro dopo la costruzione dell'argine del 1520, un tempo nuovo, oggi maestro. Un toponimo che non lascia adito a dubbi, si tratta di una chiesa dell'ortodossia greca più antica dedicata agli angeli Serafini, i più vicini a Dio con la loro natura di fuoco (ebraico שְׂרָפִים, seraphimgreco πύρινος= ardente). Una dedicazione che trova altri termini di paragone con quelli dei vicini (baslenga=basilika) e San Leonardo di Casalmaggiore, chiesa in cui sino al 1910 era presente un monogramma in greco in pietra, posto sulla facciata. 

La Bastia potrebbe essere stata presente in quei momenti in cui diverse località del casalasco, sia con truppe proprie che con contingenti greci in collegamento con il porto di Ravenna tramite il Po, difendevano in armi gli ultimi resti dell'Impero Romano d'Occidente. 

Stefo Mansi


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