Venerdì 13 apertura straordinaria della Biblioteca Statale con la “Messa di Gloria” di Puccini
Venerdì 13 settembre avrà luogo la prima delle aperture straordinarie
che la Biblioteca Statale di Cremona effettuerà in questo ultimo
quadrimestre , in particolare quella di venerdì sarà in assoluto la
prima apertura serale dalle 18 alle 22: sarà possibile usufruire della
sala studio fino alle 20,30. Alle ore 20,30, sarà offerto alla città,
in occasione e a chiusura delle celebrazioni del centenario pucciniano,
un concerto del coro "Ponchielli-Vertova", diretto da Patrizia
Bernelich, che eseguirà la "Messa di Gloria" di Giacomo Puccini, con
accompagnamento di orchestra da camera. Il concerto si svolgerà nel
portico di ingresso e sullo scalone di palazzo Affaitati, un'occasione,
questa, per valorizzare questo splendido edificio che rappresenta una
vera cittadella della cultura.
La "Messa da Gloria" è un lavoro giovanile di Giacomo Puccini: la
composizione, presentata nel 1880 da un Puccini quasi ventiduenne come
prova finale del corso di composizione all’Istituto musicale
‘Boccherini’ di Lucca, offre infatti all’ascolto passi di
indubbia, incantevole bellezza e denota che il musicista prossimo al
diploma aveva ormai pienamente acquisito una perizia compositiva non
comune. L’inventiva melodica, la padronanza nella condotta e
nell’intreccio delle parti, la perizia contrappuntistica dimostrata in
alcune sezioni (prima fra tutte la doppia fuga del ‘_Cum Sancto
Spiritu_’ del _Gloria_ – che un critico dell’epoca definì “un
fugone coi baffi”), ci fanno perdonare alcuni momenti di
disomogeneità, dovuti probabilmente al fatto che la Messa utilizza
anche materiale composto in precedenza da Puccini. Nella composizione
infatti furono inseriti anche un _Credo_ e un _Mottetto_ composti due
anni prima in occasione di una messa eseguita nella chiesa di San
Paolino di Lucca e composta collettivamente dagli allievi
dell’istituto musicale. Lo stile compositivo di questo _Credo_, che
con i molti passaggi all’unisono del coro contrasta con la polifonia
abbastanza rigorosa del resto della composizione e sembra una
concessione non troppo velata alla vocalità verdiana, dà
l’impressione di non raggiungere la maturità compositiva del resto
della Messa. Nonostante ciò la struttura complessiva dell’impianto,
grazie a un gioco di corrispondenze interne e di riprese, tiene e il
risultato estetico è di assoluto rilievo e di grande effetto.
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