18 gennaio 2022

A proposito di Cittanova

Non si tratta di gettare sassi nello stagno, ma di desiderare l’acqua nel punto in cui scaturisce pulita. Si tratta, anche, di non lasciar correre due cancri sociali dilaganti: la disattenzione e la pigrizia mentale (che veste spesso quella spirituale, per chi ancora ha il coraggio di crederci). Infine, si tratta di responsabilità.

Sarebbe più che sufficiente quella di cittadino italiano, oltre che di persona nata, vissuta e cresciuta a Cremona. Ma c’è anche quella che viene dal mestiere, ciascuno il suo. Ne hanno, di responsabilità, quanti decidono della funzionalità urbana e del decoro, due componenti che non dovrebbe essere antitetiche. Ma ne ha anche chi studia la storia non come oggetto inanimato da esporre sfruttando occasioni politiche, ma come traccia ancora pulsante dei vivi del passato.

Come può accadere tutto questo in un tempo ossessionato dalle giornate memoriali, dalla retorica dei ricordo, dai “nuovi saperi” circolanti intorni alle scienze umane?

Può esserci un tale sonno civico e civile in una città in cui si è applaudito ai campus universitari e che – è il momento di ricordarlo – è sede di una storica presenza universitaria che ha ora la forma di un dipartimento intitolato anche ai beni culturali? Che colori assume il silenzio misto nebbia della Cremona delle istituzioni vivaci, evidentemente almeno in parte languenti dietro vecchi gonfaloni?

Dove è finita la città nova?

È giunta a tanto la distrazione, che diviene disattenzione e poi disinteresse e infine soltanto lasciar andare. Una pigrizia colpevole, anche se la colpa è fuori moda.

E non ci sono sassolini nelle scarpe o pietre da scagliare per primi. C’è, invece, bisogno di non lasciarsi stordire dai ritornelli che cantano quando siamo colti, quanto studiamo, quanto ci impegniamo a formare cittadini consapevoli. Guardando al Cittanova, oggi, non se ne vede traccia.

medievista, Dipartimento di Musicologia e Beni culturali dell’Università di Pavia – sede di Cremona

Adelaide Ricci


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commenti


michele de crecchio

19 gennaio 2022 22:47

Concetti corretti, espressi con modalità straordinariamente eleganti. Mi chiedo spesso per quale ragione, da qualche lustro, i governanti di Cremona non amino più la città come, credo, la amano i loro governati.