Abbiamo davvero la necessità di un’educazione sessuale?
In prima battuta e visti i fatti di cronaca verrebbe da rispondere sì, eppure, questa risposta non mi convince fino in fondo, anzi, sembra spostare l’attenzione da un tema, a mio avviso, basilare: il rispetto. Una parola semplice, immediata che riassume tutto. È imbarazzante constatare come ogni quesito diventi un pretesto per sfoderare bandiere di destra o sinistra, non esiste più il bene comune, il giusto e sbagliato, terrificante, esistono solo schieramenti incapaci di trovare una linea comune e in questo modo non si fa che fomentare un controproducente clima di odio. Mi fermo qui.
Negli ultimi anni, l’attenzione verso il benessere emotivo e relazionale dei ragazzi ha assunto un ruolo sempre più centrale nel panorama educativo italiano.
L’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole rappresenta un passo importante verso la formazione di individui più consapevoli.
L’educazione sentimentale è un concetto che va oltre l’insegnamento delle nozioni di base sui sentimenti; il suo significato intrinseco riguarda infatti la comprensione e la gestione delle emozioni proprie e altrui, la costruzione di relazioni sane e rispettose e lo sviluppo di una maturità emotiva.
Tutti questi concetti sono meravigliosamente belli e lasciano spazio ad immaginare un mondo ideale, in cui tutto è in equilibrio. Sarebbe straordinario “Cogito ergo sum”, locuzione latina che significa “Penso, dunque sono” fondamento del filosofo Cartesio. Poi ci si confronta con la realtà perché, mentre ideiamo corsi specifici per qualsiasi cosa, ci dimentichiamo che, in nome di una fantomatica ostentata libertà, quando accediamo la TV e ci vengono proposte trasmissioni come il Grande Fratello o ascoltiamo qualche canzone new style trapper dove i testi raccontano una crudezza che sfocia in volgarità attraverso visioni degradanti di donne, istigano alla violenza, denigrano le forze dell’ordine ed ostentano il potere del “dio denaro”, senza dimenticare l’utilizzo di droghe varie, mi chiedo come sia possibile trovare un equilibrio per i giovani d’oggi ma direi pure per gli adulti. Non sono una donna che si scandalizza ma sono una persona che vive il mondo e ciò che si osserva nel quotidiano spesso fa rabbrividire, è pragmatismo.
Impossibile non citare quanto accaduto ad una ragazza straniera, al tempo in Italia per studio, nel caso di Macerata. Il caso. “Aveva già avuto rapporti sessuali, dunque era in condizione di immaginarsi i possibili sviluppi della situazione”. Questo è uno dei passaggi delle motivazioni attraverso cui il Tribunale di Macerata spiegava il perché dell’assoluzione di Claudio Bravi, 30 anni, dall’accusa di aver violentato, la ragazza, all’epoca minorenne, che si era appartata con lui. Oggi, però, la Corte d’Appello di Ancona ha ribaltato il verdetto e condannato Bravi a 3 anni di carcere per abusi sessuali. Che dire, la prima sentenza sembra il racconto di un caso avvenuto nel Medioevo. Il NO è NO. Questa, però, è la realtà che ci circonda. Che corsi dovrebbero frequentare questi giudici? Forse corsi di umanizzazione.
Non è tutto. Ci sono poi le vittime di femminicidi. Quelli definiti casi di cronaca nera a cui sembra che la società si sia abituata. Aberrante. Donne accoltellate da fidanzati, mariti, compagni di vita che dovrebbero amarle che si trasformano in carnefici. Penso all’omicidio di Pamela Genini, uccisa in casa con circa 30 coltellate dal fidanzato. Anni di violenza da cui cercava disperatamente di scappare, gli amici sapevano, ora tutti la piangono eppure l’egocentrismo della nostra società ci spinge a giraci dall’altra parte, ci spinge a giudicare, per poi pentirci proprio così come fanno gli assassini che si appellano al momentaneo attimo di follia, poi piangono. La dura verità di un mondo malato.
Ogni tassello contribuisce a creare il puzzle della nostra società e se non ammettiamo che oggi manca cultura, manca l’educazione civica, manca il rispetto e, soprattutto, manca il senso del limite non siamo obiettivi. La libertà, quella vera, quella fatta di confronti e scambi di pensiero differenti ma civili, potrà esistere solo se esistono regole che ci consentono di rispettare gli uni e gli altri.
Ci siamo dimenticati che intere generazioni hanno imparato a leggere grazie a trasmissioni pubbliche. Oggi ci sono i reality e la TV insegna a non pensare. L’indice di gradimento e i like, le logiche del marketing, ormai, hanno involuto la nostra società.
Arrivata a un’età di mezzo, consapevole di dover ancora imparare ma con l’esperienza di chi un po' di strada l’ha percorsa, ed utilizzando semplice buon senso, mi permetto di affermare che, un tempo, esisteva lo studio della letteratura nelle scuole, l’approfondimento della poesia e della musica lasciava spazio ai sentimenti. Ricordo con affetto le lezioni del mio professore di letteratura italiana, si chiamava Angelo Rescaglio, con lui abbiamo imparato la delicatezza del dolce stil novo, una poetica narrata da poeti come Dante, Cavalcanti, Francesco Petrarca. Dietro la nostra civiltà c’è l’antica Grecia con la scoperta della Democrazia, c’è l’antica Roma con la sua storia immensa e la scoperta del concetto di legge. Facendo un salto temporale penso al Rinascimento con Leonardo da Vinci e la ricerca della lettura dell’anima attraverso i suoi dipinti, ecco queste sono state le basi che, forse, la mia generazione degli anni 80’ e quelle prima di me hanno avuto come educazione sentimentale. Forse abbiamo dimenticato di dare valore a ciò che abbiamo e ci siamo persi come esseri umani.
C’è chi spesso scrive nei commenti “E quindi?”, rispondo: quindi questa è solo la riflessione di una persona che vive la vita dell’oggi con uno sguardo attento nel tentare di dare un minuscolo contributo per migliorare le cose anche solo stimolando una riflessione.
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commenti
Stefano
22 ottobre 2025 19:18
Pamela Genini aveva già subito violenze ben note attraverso immagini che la ritraggono ferita e contusa in ospedale ma nulla a quanto pare s'è fatto perché....non aveva sporto denuncia. Siccome ci sono reati per i quali si può procedere d'ufficio, mi chiedo come sia possibile non fare altrettanto per violenze del genere e garantire anche un po ' di tutela a lei e relativa famiglia. Sembra proprio vero che se non capita il morto,non c'è nessun problema...
Il Pontormo
24 ottobre 2025 12:05
..lo chieda all'ex ministro della giustizia CARTABIA, invitata qualche giorno fa da Diocesi, Caritas e Comune di Cremona a un dibattito alla Cattolica in Santa Monica
Lev
22 ottobre 2025 20:51
Giustissime osservazioni , Beatrice
v.montuori
Natalina
23 ottobre 2025 04:32
Sicuramente un articolo stimolante e ispirato ma la realtá purtroppo è ben più cruda. L'educazione sia sentimentale che sessuale nelle scuole rimane un obiettivo imprescindibile se vogliamo sperare che le cose cambino un poco e in modo massivo: c'è bisogno di uno spazio dove poter parlare di certe cose, anche scomode, anche sudate, anche sporche, soprattutto se si è molto giovani. Ce n'è bisogno soprattutto se la famiglia di origine non ha gli strumenti per capire questa necessitá o, semplicemente, non vuole farlo per convinzioni personali. In questi casi chiedere che i genitori diano il consenso significa solo condannare il ragazzo o la ragazza a un percorso solitario, cercando risposte in modo più o meno accidentato, soprattutto dal web o, se sono fortunati, da qualche meritevole progetto pilota che solitamente dura poco tempo e coinvolge solo alcuni studenti. L'educazione sessuale e affettiva nelle scuole può essere seria, scientificamente fondata e deve dare agli studenti strumenti di libertà e autodeterminanzione consapevole.
Alessandro
23 ottobre 2025 08:18
concordo in tutto, possiamo fare tutte l'educazione che vogliamo nelle scuole ma se poi i media "condizionano" in un determinato modo si creano messaggi contraddittori che spiazzano. Ricordo con favore la mia adolescenza dove, se combinavi qualcosa, gli adulti (tutti, indipendetemente dal ceto sociale o dall'appartenenza) erano coerenti con il messaggio educativo. Questo valeva a scuola, in oratorio, in qualunque altro contesto.. e TV e radio passavano contenuti che promuovevano messaggi positivi. La coerenza... per favore coerenza...
Il Pontormo
24 ottobre 2025 12:17
quando frequentavo la IV ginnasio al collegio S.Francesco dai padri barnabiti di Lodi avevo un professore di scienze e matematica che ci teneva utili lezioni di educazione sessuale con tanto di disegni esplicativi sulla lavagna (parlo di quasi 50 anni fa!). Ma queste non contemplavano (giustamente) ammiccamenti verso (per farla breve) possibili cambi di sesso come vorrebbero imporre i cosiddetti progressisti. Meditate gente, meditate!
Capannelle
28 ottobre 2025 11:10
Forse bisognerebbe partire dalle parole che possono essere fuorvianti. "Educazione sessuale" potrebbe suonare troppo stretta, magari troppo zoologica, mentre educazione alla sessualitá o educazione alla affettivitá sessuale potrebbero avere piú dolcezza e contenuti di piú largo spettro. Da maschio nato negli anni 70 in Italia, le garantisco che se avessimo avuto un pó di educazione in quella direzione sarebbe stato meglio per tutti.