16 settembre 2025

Cremona, città "rivolta al futuro"? Macché, il declino sembra inarrestabile

Si racconta che Enrico VIII Tudor, personaggio dal carattere tutt’altro che trattabile, decise di sposarsi, per l’ennesima volta, con Anna di Clèves dopo aver visto il ritratto della giovanissima pretendente. Una volta incontrata di persona Enrico VIII aveva capito che il pittore era stato “di manica larga” mentre dipingeva il profilo della futura sposa, tanto che si lamentò del fatto che la ragazza non era come presentata dal quadro che aveva ricevuto. Il successivo matrimonio di convenienza ebbe, almeno, la bontà di non far finire Anna sul patibolo, in quanto Enrico VIII aveva il pessimo vizio di chiudere alcune relazioni coniugali facendo passare le sue spose davanti all’ascia del boia.

In questi giorni si legge di come la città di Cremona, statistiche alla mano, sia una tra le città con il maggior livello di pressione fiscale sulle imprese, graduatoria che va ben oltre il valore simbolico di una città che stenta a crescere, graduatoria che dovrebbe mettere in risalto determinate tematiche. Personalmente le classifiche non mi affascinano per nulla, sono fredde, asettiche e, a volte, anche impostate con parametri poco ortodossi, ma con quelle ci si deve, purtroppo, confrontare. Qualche anno fa spuntava un’altra classifica che vedeva Cremona primeggiare, quella sull’inquinamento; forte di una posizione tra le migliori – nel senso di peggiore – inEuropa la città del Torrazzo si adagiava in zona medaglia senza colpo ferire. E’ vero, dimenticavo, mesi fa anche la classifica sulle chiusure delle attività commerciali e sui parametri di vivibilità in generale vedeva un trend – usiamo il termine in inglese che fa sembrare tutto meno caustico – rivolto più verso il basso che neanche verso l’alto. La domanda da porsi è semplice, alla luce di queste – più o meno valide – classifiche converrebbe investire a Cremona? Probabilmente ognuno di noi può tirare fuori infiniti motivi per puntare sulla città ma, presa con la stessa freddezza con cui vengono pubblicate, il signor Nessuno potrebbe avere qualcosa da ridire sulle potenzialità e sullo sviluppo futuro della città dei violini. Le farneticazioni di vedere Cremona come città della cultura, vista anche la recente e potenziale candidatura di Piacenza, sembrano non valutare la situazione attuale di una città “rivolta al futuro” che non ha neanche l’acqua nelle fontane, che non fa riaprire un palazzo storico in pieno centro, che non è in grado di avere le statue di un suo illustrissimo cittadino in ordine ma che vuole centri commerciali e aree logistiche e che pubblica come punto di massimo fulgore il fatto di ripulire i busti dedicati ad altri esimi concittadini, quasi come se un lavoro di pulizia possa essere visto come un atto di straordinaria bellezza. Un vantaggio che permette di scalare a passo da gigante le varie classifiche sopracitate, poco ma sicuro.

La vivibilità cittadina, non solo quella in centro, sta diventando sinonimo di chiudersi in casa, per evitare problemi ben peggiori, anche senza la nebbia o quella fastidiosissima pioggerellina che magari ispirava i poeti del XIX secolo ma che tende naturalmente a rovinare gli appuntamenti all’aperto. La Cremona dipinta dal Vertua e da altri sembra distante nel tempo anche senza i decenni che ci separano da quelle mirabili vedute, la città oggi viene raccontata da statistiche che sembrano impietose rispetto ai colori e ad alcune bellezze che ha da offrire. Per carità, problemi come l’inquinamento non sono nati ieri e non verranno risolti – se mai verranno risolti – domani, ma se il verde cittadino, che è parte attiva nel percorso di riqualificazione di una città, non viene seguito come si deve è naturale che poi tende a degenerare rendendo l’asportazione di aiuole quasi necessaria, dato che “erano una bruttura”. Saranno state anche brutte ma sembra che il degrado diventi più lo strumento per giustificare determinate cose invece di trasformarsi nella motivazione per provare a risolverle.

Il signor Nessuno è insopportabile, pedante e puntiglioso come nessun altro, un perfetto rompipalle in poche parole, un rompipalle che con occhi sottili osserva le statistiche e trae delle conclusioni che spesso non sono affrettate ma aderenti alla realtà. Il signor Nessuno legge le costanti lamentele dei cittadini su situazioni che spesso non vorremmo incrociare o che ci piacerebbe veder risolte in tempi logici, legge dell’inquinamento e della tassazione, legge notizie su una città che ha un perché ma che sembra persa nell’oblio color cotto accompagnato dal suono di violini inestimabili. In una sorta di declino che è più motivato da ciò che accade in tempi recenti e da come spesso non viene affrontato, il signor Nessuno si rende conto che il futuro, quello vero, quello da lasciare alle generazioni che verranno, è sempre più lontano, avvolto in quella coltre di nebbia fatta di cose scontate o tralasciate che poi presentano un conto salato. Non ha consigli da offrire l’anonimo signor Nessuno, anche perché sembra quasi che siano fastidiosi per quell’equilibrio che viene raccontato come quello di una città “rivolta al futuro”.

Marco Bragazzi


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commenti


Franco

16 settembre 2025 12:18

Sembra inutile continuare a meravigliarsi della situazione che chi ha buona vista vede. Cremona è la cittadina che è, come chi la rappresenta. Se non hai un
Megadirettore Galattico come il Duca Conte Maria Rita Vittorio Balabam, ti devi accontentare del Ragionier Fantozzi.
Piacenza, Parma, Mantova, Bergamo, Brescia e persino Crema hanno ormai un appeal che Cremona si sogna.

Daniele Buttafava

16 settembre 2025 14:00

Marco , quadro realistico e ahimè quasi scontato per la nostra Città.
Aggiungo tra i vari motivi "responsabili" dello stato delle cose, una collettività di cittadini arroccata sul non farsi male, sul rifiutare i cambiamenti, sul cullarsi,senza un progetto futuro, in un benessere economico/ finanziario senza progettualità e senza sbocchi per un rilancio positivo.

Junior

16 settembre 2025 19:22

Tutto molto vero Bragazzi,anche molto triste.In questa cittá le cose non devono cambiare,la bellezza non è contemplata.

Dario

17 settembre 2025 02:40

La città che era considerata un salotto e tranquilla ,ora per scelte a dir poco scriteriate di chi dovrebbe gestire e le situazioni problematiche che assillano tutti noi concittadini,preferiscono mettere come priorità il togliere aiuole nel viale po,ripristinare il calpestio e le fontane nei giardini pubblici,fare piste ciclabili a tutti i costi anche dove lo spazio è limitato e poco sicuro per chi le utilizza.Le problematiche vere come la sicurezza dei cittadini,la pulizia della città ,la viabilità restano solo parole al vento ,mentre i problemi veri restano .

Luigi S

17 settembre 2025 05:16

Il signor Nessuno ha una lucidità ed una visione che mancano da anni alla città di Stradivari. Qui 'brillano' come eccellenze al contrario la presunzione di una politica più sinistrata che di sinistra. Lo dimostrano le strade che somigliano più ad un percorso di guerra che ad un esempio di visibilità; lo dimostra l'economia (boccheggiante); lo denota la cultura autoreferenziale e autoplaudente nel rimescolare ricette mal riuscite. A questo si aggiunga il desolante primato di malattie che prosperano grazie all'inquinamento generosamente offerto dalle industrie (acciaierie, ma non solo) ed alla passività di una popolazione che non sa cosa sia il cambiamento.

Lagra

17 settembre 2025 06:49

Cremona affoga in tasse, inquinamento e serrande abbassate, ma la politica resta ferma e si compiace di pulire busti come se fosse progresso. Il problema però non è solo chi governa: i cremonesi stessi restano statici, senza il coraggio di cambiare. Hanno avuto la possibilità di votare un candidato capace, ma hanno preferito restare nel passato. Così una città potenzialmente viva rimane molle e retrograda, in mano a una sinistra che confonde immobilismo con equilibrio.

Gianni

17 settembre 2025 08:26

Il problema del declino non verrà mai superato finché il sindaco pensa che con le tre feste. Gastronomiche, Cremona dia una vetrina ai turisti e se ne lava le mani dei suoi cittadini. Crema, è una città molto più vispa. Quasi ogni fine settimana c'e un evento diverso in centro e sicuramente c'è anche più sicurezza. Finché il sindaco penserà ali centri commerciali e ad altri interessi, per Cremona il declino continuerà, aspettando la concretezza dei suoi piani circa la sicurezza che per ora ha portato tante chiacchere e niente di tangibile.

stefano ETN

17 settembre 2025 20:49

Leggo continuamente che il centro si vuota di negozi, che muore, che soccombe di fronte all'appeal dei centri commerciali (sorti con le autorizzazioni delle amministrazioni che sappiamo). Leggo del 'salotto' scomparso, della qualità della vita compromessa, di una crisi evidente a vari livelli. Problemi complessi: ovvio che non esistano soluzioni semplici e univoche.
Mi permetto tuttavia di rilevare che la città non sfrutti una caratteristica che potrebbe essere valorizzata, e cioè le sue piccole dimensioni. Il centro è davvero minuscolo. Credo che se (finalmente) se ne traessero le opportune conseguenze, chiudendo al traffico tutto il centro storico (per davvero, non per finta), la nostra città, e il centro in particolare, ne trarrebbe un enorme beneficio (so che la proposta è tutt'altro che nuova, chiaramente). Immaginiamo una chiusura 'quasi totale': solo residenti, mezzi pubblici, e poche, pochissime altre eccezioni. Attenzione: con la città suddivisa in quadranti, in modo che un residente del quadrante A possa entrare e uscire a piacimento, ma non entrare in altri quadranti (a Pavia era così già negli anni 80). A piedi, senza sforzo si va dal Ponchielli a S. Agata in 10 minuti, come dalle Due Colonne a S. Pietro. Senza scomodare Milano, se a Brescia si parcheggia a 10 minuti dalla meta si fanno salti di gioia. Quindi: navette elettriche, biciclette, e pedibus calcantibus si va dappertutto (disabili esclusi dal divieto, ovviamente). Monopattini? Parliamone. Finte-biciclette-in-realtà-moto-elettriche-sotto-mentite-spoglie? Bandite.
Se si guardano le piantine del TCI (di cui da pochi mesi è presidente il concittadino Giandomenico Auricchio, che puo' confermare), quasi tutte le città hanno i quartieri centrali contrassegnati dalle righe azzurre delle isole pedonali. Da qualche parte si deve cominciare, cominciamo da qui. Perchè a Cremona non si puo'? Per il conservatorismo dei negozianti del centro comunque in grado di condizionare le elezioni? Se così fosse, beh, allora peggio per loro. Ma, purtroppo, peggio anche per noi.

marco

19 settembre 2025 05:16

Concordo con quanto hai scritto,bravo!
Le bici elettriche tramutate grazie all'acceleratore passano indenni sotto lo sguardo delle forze dell'ordine e mi domando anche se a questo punto il nostro Comandante dei vigili Urbani abbia almeno la percezione che sono fuorilegge e che nelle altre città fanno posti di blocco in città.
Dove a Cremona?
Basterebbero davanti alla Galleria, La stazione , Via Dante dove anche i ciclisti nonostante i segnali e la pista ciclabile insistono a transitare sulla corsia riservata alle auto, prima del ponte di Po, il Viale Po...ecc.ecc .... sono ovunque ma nessuno li multa e sequestra la e-bike.
Poi se ci scappa il morto perché travolto dalla loro velocità tutti zitti????

harry

24 settembre 2025 08:47

Nel prato antistante la sala Puerari, nel cortile del palazzo della biblioteca, c'è una statua in marmo, credo, di Antonio Stradivari che farebbe certo miglior figura di quella attuale davanti a casa Stradivari.