11 ottobre 2025

"Una rotonda sul Po", quelle storie d'amore che potranno nascere nelle lunghe attese tra via del Sale e la Tangenziale

“Amore mio, dimmi se sei triste così come me, dimmi se chi ci separò è sempre lì accanto a te”.

Il mitico Fred Buongusto l'aveva vista lunga quando scrisse e decise di registrare la famosissima “Una rotonda sul mare”, storico e inimitabile brano già datato ma sempre utile, all'occorrenza, soprattutto quando si è tristi o bisogna pensare di esserlo.

Il mare a Cremona, a occhio e croce, non esiste, ci si poteva rifugiare dalla calura – e ancora lo fanno – nei pressi grande fiume ma, almeno per quanto possa saperne, le distese d'acqua dalle sfumature brillanti fino a dove arriva l'orizzonte non si sono ancora presentate in zona città del Torrazzo. Non mi risultano neanche mareggiate da maestrale in città, almeno non in tempi recenti, ogni tanto una piena ma quella come vale per avere l'appellativo di città di mare.

Le rotonde, invece, ci sono, sono ben visibili e molto meno percorribili, però, ma sembra che questo non sia un problema dato che la pazienza è – o dovrebbe essere – la virtù dei forti. In molti casi questa virtù sparisce alla svelta e altrettanto velocemente ci si domanda quale rotonda sul mare possa trasmettere un senso di tristezza così diffuso come le rotonde cittadine cremonesi.

Che il nuovo dedalo in zona largo Moreni avesse tutte le potenzialità per far parte di questa categoria di opere stradali era chiaro fin dall'inizio; prima sventolata come la rotonda allegra, felice e fantabrillante si è rivelata, una volta completata dopo quel secondo dedalo legato alla tempistica di realizzazione, più un incubo che neanche un sogno. Con tempi di percorrenza da record, in negativo ovviamente, già ad ottobre il miracolo di quell'anello con estensioni di vario tipo aspetta cittadini o ignari turisti per sfoggiare il massimo di se stessa, lo fa organizzando code inverosimili tali da costringere gli automobilisti ad programmare le partenze settimane prima solo per superare il ponte sul Po. Andare a Castelvetro Piacentino potrebbe essere più difficile – e più lungo come tempi - che neanche raggiungere in macchina Capo Nord o qualche posto lì vicino, ma si potrà godere del tutto la bellezza di aver tolto quelle aiuole che rovinavano il paesaggio e la mobilità urbana.

Ma siamo ad ottobre, cadono le foglie, il caldo sparisce e il campionato entra nel vivo, però forse converrebbe cominciare a cosa potrà accadere d'estate quando vi sarà il traffico veicolare delle Canottieri e di come gli automobilisti passeranno le serate in colonna su quel raccordo da mille e una notte tra l'afa e le zanzare che avranno tutto il tempo per organizzarsi con i loro fastidiosissimi raid succhiasangue. Sarà il momento in cui la rotonda sul Po calerà il suo poker d'assi sul tappeto verde convogliando macchine da viale Po, dalla tangenziale, dal piacentino e da via del Porto tutte verso via del Sale, dando origine ad una sorta di “Tutti insieme appassionatamente” ma senza Julie Andrews e Christopher Plummer e senza vincere i 5 – meritatissimi - premi Oscar. Al limite si potrà pensare di procedere ad una tombolata collettiva per trovare la macchina che avrà diritto di passare prima delle altre, tanto il tempo in cui si rimarrà incolonnati sarà più che sufficiente per organizzare di tutto. Tolta la facile – ma innegabile – ironia rimane la rotonda con annessi e connessi, progettata e nata per rispondere alle esigenze del traffico da sud sembra rispondere alle esigenze del traffico di altri parti del mondo ma non a Cremona, perché nelle cose serve pazienza ma anche un minimo di occhio non guasterebbe, soprattutto quando la prima sarà terminata. Forse la rotonda sul Po avrà il grandissimo vantaggio di poter vedere fiorire, grazie agli incolonnamenti da Castelvetro a piazza Cadorna, dalla tangenziale a via Giordano, adorabili storie d'amore tra veicoli e persone che si muovono a passo d'uomo, a questo punto si potrà dedicare un libro, o una canzone sullo stile di quella incisa da Fred Buongusto, dal titolo chiaro e diretto “Storie d'amore nate tra via del Sale e la tangenziale”. Fa anche rima, ma mette tristezza.

Marco Bragazzi


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commenti


Antonio Sivalli

11 ottobre 2025 17:57

Ma siamo ancora a credere a questa banda di incapaci dopo 11 anni davvero?

Lev

11 ottobre 2025 20:08

Bellissima questa descrizione della rotonda sul Po

Pasquino

12 ottobre 2025 02:14

Ma si può essere così incapaci e senza senso.da riuscire a trasformare un transito normale in un ingorgo senza fine con code di quasi un'ora e non ammettere neppure che si è sbagliato tutto ? Veramente incapaci e anche stupidi