11 ottobre 2025

Dalla Liberazione alla Ricostruzione, il boom del Dopoguerra in mostra alla Cittadella degli Archivi

Inaugura domani. 12 ottobre alle 18, la mostra “Milano 1945-1964: dalla Liberazione alla Ricostruzione”, alla Cittadella degli Archivi del Comune di Milano.

Una esposizione di documenti,.manifesti e fotografie che accompagnano il visitatore nei difficilissimi anni dell caduta del Regime fino alla grande gioia del cosiddetto Boom economico dei primi anni 60, ancora lontano dalle ombre del suo declino che porteranno in un batter d ali prima al ribollire del '68 e poi ai terribili Anni di Piombo.

All'inizio della mostra alcuni manifesti del Ventennio inneggianti al Duce e alle Camicie nere vengono coperti dalle prime pagine dei giornali dell Aprile 1945, che celebrano la insurrezione partigiana E la fine della Dittatura. Si arriva così al.ritorno della democrazia , con le elezioni comunali del 1946 e poi il decisivo referendum tra Monarchia e Repubblica. 

Liberata l'Italia dalla tirannia, tornata la democrazia e nata la Repubblica, gli sforzi di tutti si concentrano sulla Ricostruzione di un paese devastato in tutti i sensi: economicamente e moralmente, distrutto nelle sue infrastrutture e nei suoi edifici.

Togliatti e De Gasperi si dividono il Paese per sfere di influenza lungo le linee tracciate da Truman e Stalin a Potsdam: la DC prende il governo e si tiene l'economia, l industria e le banche , il PCI la cultura i diritti e la giustizia.  

Il caso di Milano è un però unicum che merita di essere raccontato, perché qui al potere non ci sono né comunisti né democristiani ma i Socialdemocratici, che qui raggiungono risultati elettorali incredibili superando il 30 % dei consensi.

Il loro modello è una sorta di socialismo moderato con una forte spinta capitalista, che non piace ai comunisti perché troppo liberale  e nemmeno ai cattolici perché troppo laico.

Greppi, Ferrari, Cassinis, Bucalossi e infine Aniasi: sono Sindaci della Ricostruzione, tutti partigiani tutti socialdemocratici. Sono loro che porteranno una Milano devastata dalla guerra civile di Salò fino allo straordinario boom degli anni 60. Costruiranno grattacieli, chiese, ospedali, teatri, linee metropolitane, interi quartieri di case popolari, strade, fognature, negozi in un mix che tiene miracolosamente assieme sia il liberalismo capitalista che il.socialismo operaio.

La Torre Velasca e il Pirellone, la linea 1 della Metropolitana, dagli impianti sportivi ai cinema in una manciata di anni la città distrutta diventa un modello incredibile di sviluppo per tutta l'Italia, buona parte della quale sarà costretta a raggiungerla per scappare dalla miseria e farsi un lavoro una famiglia e una casa. 

Un modello di capitalismo sociale che ha fatto dell'Italia un caso unico al mondo, quello del famoso Miracolo italiano, e che ancora tanto può insegnarci.

(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)

Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano 

Francesco Martelli


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