16 dicembre 2022

Aree omogenee già previste, ma solo quella cremasca è partita

In merito all'editoriale di Antonio Grassi, provo a condividere alcune riflessioni.
Diversamente da Brescia, da Bergamo o da altre province, la nostra ha sempre fatto "fatica" a parlare con una voce sola. E i motivi sono molti, a partire da quelli storici e geografici.
Una provincia stretta e lunga come la nostra è naturale che viva anche "relazioni" quotidiane con territori di altre province, per non dire di altre Regioni (vedi Cremona con Piacenza o il casalasco con Parma).
Non credo, quindi, che il tentativo debba essere quello di avere un'unica voce per contare e farsi sentire, bensì la capacità di valorizzare le specificità di ciascun territorio con l'obiettivo di sviluppare la Provincia nel suo insieme. Il cremasco che guarda a Milano e Lodi non è una notizia: è la normalità. Su queste direttrici si può basare il suo sviluppo. E lo sviluppo del cremasco è anche quello della Provincia di Cremona. L'area omogenea cremasca è lo strumento istituzionale che rappresenta il territorio, ed è quindi auspicabile che anche il cremonese e il casalasco si organizzino in tal senso. Ma non in un'ottica "divisiva", ma bensì per rafforzare le proprie specificità e le azioni conseguenti, da portare avanti nella quotidianità delle relazioni. Sta in questa la capacità della Provincia, e della politica in generale con la sua classe dirigente diffusa, e indipendentemente dalla riforma Del Rio (che ha lasciato le cose a metà), di fare da regia e da coordinamento tra i territori, con l'obiettivo di supportarli sia sul piano istituzionale che su quello di uno sviluppo territoriale complessivo. 
Qualche anno fa, tra il 2014 e il 2016, i sindaci della Provincia di Cremona avevano votato lo Statuto del nascituro Ente di Area Vasta nel quale si dava la possibilità ai territori di costituirsi in "aree omogenee costituite con deliberazione dell'Assemblea dei Sindaci, su proposta del Consiglio provinciale". (art. 9 dello Statuto dell'ente di area vasta) 
Inoltre sempre l'art. 9 prevede la costituzione di "aree omogenee sovraprovinciali per specifiche esigenze e necessità di gestione di servizi, attività ed esercizio delle funzioni."
Le "norme", quindi, sono già state definite. Basta applicarle. Serve quindi crederci. E in questo serve la Politica.
 
consigliere regionale
Matteo Piloni


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti