28 marzo 2022

Così si smonta un ospedale, per poterne costruire un altro

La mobilitazione promossa dal Comitato Rivogliamo Area Donna culminata nella manifestazione organizzata in largo Priori e poi proseguita nell’incontro pubblico in sala consigliare voluto dal Comune di Cremona e dall’ospedale ha avuto il pregio di fare chiarezza sullo stato dell’arte e sulle prospettive (nebulose) di un reparto che negli anni è stato punto di riferimento per centinaia di pazienti oncologiche. Si sono finalmente capiti gli aspetti tecnici e quelli politici. La stessa assenza del direttore generale dell’Azienda socio sanitaria, Giuseppe Rossi, è significativa: indica che indietro non si torna. Spiega che ormai non c’è più nulla da spiegare, che i giochi sono fatti. Così è se vi pare. Prendere o lasciare. Vuolsi così colà dove si puote (in Regione) ciò che si vuole e più non dimandare.  Diciamo che è un altro nastro che non si riavvolge, parafrasando Luciano Pizzetti che con questa locuzione ha gelato ogni speranza di recupero della Mostra del bovino da latte alla Fiera di Cremona. Dopo l’esodo (fuga) dei medici, gli operatori del Cup, il Centro unico di prenotazioni, proponevano visite a un anno, quando era possibile, e mai prima. Era ciò che consentivano le agende, che non si compilano al Cup, ma nei reparti. Non poteva essere altrimenti, vista la mancanza di medici. Non è stato fatto nulla per trattenere le radiologhe la cui assenza ha lasciato un vuoto professionale incolmabile nella Breast Unit e non si è provveduto a sostituirle il che dimostra la volontà di smontare il giocattolo. Stessa sorte ha subìto l’unità operativa di ortopedia quando il primario Budassi e i suoi collaboratori se ne sono andati. Era emerso lo stesso disagio, forse meno sentito perché non si manifestava in un reparto di pazienti tumorali.  In tutti questi mesi in cui è stato impossibile prenotare una mammografia presso il nostro ospedale, la Lega Tumori in via Alfeno Varo a  Cremona eroga mammografie a pieno regime. E si è ritrovata letteralmente inondata di richieste da parte di tutta quelle donne che non riuscivano più a prenotare altrove, sia persone già in cura che pazienti che desideravano semplicemente fare il controllo annuale di prevenzione. La presidentessa della Lega Tumori, Carla Fiorentino, non si è persa d’animo un secondo ed ha chiamato a raccolta tutte le forze disponibili per poter non solo continuare a erogare questo prezioso servizio, ma anche per rafforzarlo, per far fronte alle aumentate richieste e alla prevenzione saltata in ospedale. E sui social fioccano lodi e ringraziamenti alla dottoressa Fiorentino, medico competente e infaticabile.

Il problema dell’ospedale maggiore di Cremona è di natura politica. Le risposte a tutti i dubbi e alle domande che pazienti, associazioni di volontariato, medici si fanno, si trovano al primo piano della palazzina direzionale. Le può dare, se vuole, l’attuale inquilino, come avrebbero potuto darle i suoi predecessori che hanno avviato quel processo di ridimensionamento in atto, che terminerà con la realizzazione del nuovo ospedale, una struttura megagalattica che un architetto lodigiano (guarda caso) ha l’incarico di progettare. Sappiamo che la pietra angolare dell’erigendo nosocomio è il Dea. Solo se dotato di un Dipartimento di emergenza e accettazione  di secondo livello l’ospedale avrà reparti e potrà fornire servizi migliorativi rispetto a ciò che abbiamo. Ma non ci sono garanzie in tal senso. Mantova ambisce a sua volta ad avere un Dea di 2° livello e considerati i precedenti  (Camera di commercio e Ats Valpadana), i virgiliani sono avvantaggiati. Non dimentichiamo che la Terapia intensiva neonatale è stata trasferita da Cremona alla Poliambulanza per volontà dell’allora direttore generale Camillo Rossi per dotare quella città di un altro Dea di 2° livello.

E’ sconcertante che il sindaco di Cremona, i parlamentari e i consiglieri regionali, i partiti e i sindacati non abbiano nemmeno tentato di ricevere rassicurazioni in tal senso.  I professionisti del taglio del nastro e i loro tirapiedi accettano un regalo, fatto coi soldi dei contribuenti, senza sapere qual è il contenuto. Ad altre latitudini, in città dove la vita non è scandita dai ritmi danubiani di Cremona, si sarebbe costituito da tempo un comitato che esige risposte e chiarezza. Risposte che potrebbe dare il dg, ma anche e soprattutto il governatore Attilio Fontana, il deputato Luciano Pizzetti e l’europarlamentare Massimiliano Salini che nelle segrete (ma neanche tanto) stanze hanno deciso che Cremona deve avere un nuovo ospedale.

www.vittorianozanolli.it

Vittoriano Zanolli


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Massimo Cabrini

30 marzo 2022 19:46

E il pronto soccorso? Uno scandalo. E la guardia medica ? Ancora peggio. A Cremona non puoi stare male. Se arrivi al pronto soccorso vieni visitato dopo 4/5 ore, se ti va bene. Gli operatori sono eccezionali, ma troppo pochi. La medicina di base,i medici di famiglia, sono allo stremo. Ma i signori della regione pensano ad un nuovo ospedale,invece che investire dove c'è veramente bisogno. Mancano medici ed infermieri, altro che nuovo ospedale. Capisco che il business del fare un nuovo ospedale possa fare comodo a chi governa. Ma che l'opposizione ( PD ) e per primo ci metto il nostro sindaco, sia così silente davanti a tanta vergogna. Questo no. Non lo accetto, è scandaloso

Pasquino

30 marzo 2022 19:50

Lo schifo e la vergogna

michele de crecchio

31 marzo 2022 22:21

Sono vergognose le vicende che la nostra amata città sta attraversando in questi ultimi tempi da quando i suoi modesti amministratori tentano goffamente di occuparsi di temi fondamentali per la qualità della vita come la sanità pubblica e la gestione urbanistica. Non che in passato le nostre reazioni producessero miracoli, (sarebbe assurdo affermarlo), ma disastri gestionali come quelli ai quali ci stiamo quasi abituando, non credo li avessimo ancora dovuti subire.