29 luglio 2023

Cosa bere in estate: piccolo vademecum per bevitori diversi

L'editoriale di settimana scorsa sul Campari ha superato abbondantemente le 6.000 letture, e in verità la cosa non sorprende in quanto conferma la atavica affezione degli italiani per l'aperitivo,rito che il sottoscritto non ama particolarmente ma che non si può negare sia per milioni di persone un momento irrinunciabile della giornata, sopratutto in estate. 

Dell'aperitivo gli italiani hanno fatto un vero e proprio 'brand' internazionale tanto che i turisti stranieri sciamano a frotte come ratti sui moli tra i tavolini delle nostre piazze, e che forse sono anche diventati un po' troppi …sia i turisti che i tavolini …

Ecco allora che oggi ci prendiamo una piccola pausa da tifoni e tempeste e ci lasciamo ad un editoriale un po' effimero con qualche indicazione molto personale su cosa bere in estate.

Dello Spritz abbiamo ampiamente trattato, così anche del Mint Julip americano: due metodi diversi di allungare l'alcool con l'acqua, cosa che in estate diventa una ammissibile necessità. 

Una alternativa piuttosto elegante sono i liquori all'anice: un bicchiere di Pastis o di Pernaud con il suo bricchetto di acqua vi porterà subito alla Belle Époque à brindare con gli Impressionisti, e se trovate dell' Ouzo con qualche alice sott'olio vi sentirete già come Onassis che si gode il Mar Egeo dal ponte del suo Yatch Cristina.

Al netto degli arcinoti Negroni e Americani giusti o 'sbagliati' che si vogliano bere, ci sono delle alternative meno note che meritano di essere ricordate, e che potete ordinare durante le vacanze per darvi un tono. 

Anziutto il Campari shakerato, ma con una punta di Martini Dry: un piccolo segreto che fa bene anche alla concorrenza tra i due grandi aperitivi.

Chi scrive per esempio in estate ama la Chartreuse allungata con acqua tonica: un mix adorabile per quel gioiello verde che i Cistercensi di Citeaux producono da secoli con oltre 300 erbe e che si impone mirabilmente con i suoi 56 gradi su ogni altro alcolico del pianeta.

Se poi siete amanti del golf, potete ordinare un Arnold Palmer: probabilmente il più grande golfista di sempre, ha dato il nome alla sua bevanda preferita che è un must nel sud della California: succo di pompelmo e tè freddo, insomma un tipico mischione americano. Ne esiste anche la versione alcolica con il Rhum, altra bevanda che per decenni ha dissetato milioni di esseri umani.

 Oggi lo si usa quasi solo nel Mohito, il cocktail che nelle taverne della Habana Vieja tante sbornie regalò ad Hemingway, ma una trentina di anni fa il rhum andava di gran moda allungato con la Coca Cola nel notissimo Cuba Libre, e come cantava Harry Belafonte nei suoi calipso era ottimo a Kingston in Jamaica... La Coca Cola era usatissima anche nel sud degli USA per allungare il Burbon: era la bevanda dei "neri" e così indicata non senza un certo disprezzo in tanti romanzi e vecchi film ancora segregazionisti.

Altra bevanda mitologica ormai scomparsa e lo Champagne Cocktail: 

una zolletta di zucchero con due gocce di angostura, per qualcuno anche un goccio di Cognac o Brandy, e ovviamente una copiosa innaffiatura del vino più famoso del mondo. Il Capitano Renault in Casablanca ne ordina ben due, rigorosamente in coppa; quella stessa coppa oggi scomparsa da ogni bancone di bar e che un tempo indicava perfino la misura perfetta del seno di una donna…

C'è poi il vino, che in molti ordinano anche prima di cena. Personalmente ho sempre odiato il vino bianco fermo, e trovo che sia accettabile al massimo se si è in Bretagna davanti a un plateau royale di crostacei e la bottiglia è un Muscadet: già se fossi alla Maison d' Alsace sugli Champs Élisée con il plateau ci vorrei dello Champagne. Anzi per essere corretti e chiamarlo come si faceva alla corte del Re Sole, il  "Vin du Champagne", che rimane il vino dei re e il re dei vini, adatto ad ogni stagione e ad ogni piatto: un miracolo della natura e della pazienza che si deve all'ormai mitologico cellerie dell' Abbazia di Hautvillers a Epernay, quel Pierre Perignon che fu sepolto con onori abbaziali e che oggi campeggia col titolo di Dom sulle bottiglie più costose e famose del mondo. Unica controindicazione un po' di gonfiore e un po' di bruciore di stomaco: ma il rimedio perfetto esiste e lo dobbiamo ai nostri concittadini della Franciacorta, maestri assoluti dello spumante, che in anni di esperienze (e di bevute) hanno scoperto il miracolo del brodo di gallina e del suo petto lesso, panacea perfetta per gli abusi da bollicina.

La birra?  Gesù ...giusto perché la beve anche Omer Simpson…

Se poi siete analcolici c'è sempre il Chinotto, nettare di agrumi siciliani che non tramonta mai e che ha tutto il sapore dell'Italia degli anni '50, sempre affascinante come la  Dolce Vita di Fellini.

Buona estate.

(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)

Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano 

 

Francesco Martelli


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


giuseppina

30 luglio 2023 15:24

il suo articolo, un cocktail estivo rinfrescante impareggiabile!

Martelli

30 luglio 2023 18:08

Grazie Giuseppina, e cin cin !