10 marzo 2021

Dematerializzare la lettura: quando serve perchè no?

Dall’indagine “La lettura e i consumi culturali nell’anno dell’emergenza”, a cura del Centro per il libro e la lettura (Cepell) del Ministero della Cultura e dell’Associazione Italiana Editori (AIE) emerge che il numero di lettori in Italia nell’anno del COVID è aumentato, con un indice del 61% in crescita di almeno tre punti dal 2019 e di sei punti dal 2018. Contestualmente, si rileva anche una profonda mutazione nei modi di fruizione: in particolare, se i lettori di libri cartacei sono stati il 55%, quelli di eBook il 30% (in crescita di cinque punti percentuali sul 2019) e audiolibri il 12% (più due punti percentuali).

 Questo il dato di mercato: ma nelle biblioteche, quali i riscontri e quante le ripercussioni della situazione che stiamo – ancora - vivendo? Una prima risposta nasce dalla considerazione che l’ultimo servizio ad essere chiuso e il primo a riaprire è stato proprio il prestito librario, locale nazionale e anche internazionale: finché è stato possibile e non appena è stato possibile i libri sono stati fatti circolare e non è un caso che a tutt’oggi, prendendo a campione il solo mese di febbraio 2021 nella nostra Biblioteca Statale, a fronte di 102 prenotazioni ai servizi, più dell’80% riguardi il prestito di volumi, non sempre e non solo legati ad esigenze di studio.

Ma una trasformazione nell’approccio alla lettura, soprattutto nella componente digitale, c’è sicuramente stata e, per quanto ci riguarda, anche in parte voluta e promossa. E’ stato nei momenti successivi alla chiusura totale che la riflessione sui rapporti con l’utenza, da semplice necessità di comunicazione si è trasformata nella ricerca di una modalità per continuare, in qualche modo, ad assolvere ad uno dei propri compiti: nell’atmosfera rallentata del pieno lockdown l’attenzione si è focalizzata sul compito di sostenere, in qualsiasi modo, il diritto alla lettura. “Che cosa leggere in questi momenti di forzato isolamento a casa? Ma soprattutto, dove reperire i testi che interessano? E a chi rivolgersi per avere suggerimenti di lettura che facciano al caso nostro?”

Erano queste le domande (non sempre e non solo ideali) dei lettori nei momenti del lockdown, per rispondere alle quali il mondo delle biblioteche ha dovuto individuare nuove strategie: non potendo più mettere a disposizione i nostri scaffali o i suggerimenti diretti dei bibliotecari il mezzo informatico si è rivelato il totem cui giocoforza guardare. Quindi, per promuovere la lettura e lo studio ci si è rivolti al digitale cogliendo spunti importanti da strumenti che appartengono al bagaglio professionale del bibliotecario: le piattaforme di libri gratuitamente disponibili si sono quindi trasformate negli scaffali virtuali di una biblioteca ideale. Una proposta dalla quale scaturiscono riflessioni che coinvolgono in generale l'approccio allo strumento di ricerca e di lettura on line: l’infrastruttura digitale delle biblioteche è attiva da tempo, ma parzialmente sotto utilizzata o, meglio, molto utilizzata all’interno per fornire servizi e informazioni ma molto poco divulgata all’esterno. E queste modalità, se nell’emergenza sono andate momentaneamente a sostituire un servizio ’fisico’ non praticabile, in realtà costituiscono di per sé un nuovo servizio da mantenere nell’offerta agli utenti.

Questa è forse l’occasione per far scattare un meccanismo di incorporamento tra gli strumenti di ricerca e di fruizione del libro. La biblioteca dovrebbe in qualsiasi momento pensare ai propri contenuti digitali come funzionali ai servizi forniti (dal document delivery alla formazione alla semplice - ma fondamentale – esigenza della lettura personale), essendo una delle funzioni principali quella di rendere disponibili i materiali e, nello stesso tempo, coinvolgere l'utenza nell'utilizzo anche autonomo di questi mezzi. La situazione emergenziale ci ha fatto conoscere strumenti che sarà giusto continuare ad usare, come integrativi alla sicuramente unica (ma che abbiamo provato può anche esserci proibita) esperienza di tenere tra le mani un libro.


Direttrice Biblioteca Statale di Cremona

Raffaella Barbierato


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