19 febbraio 2021

Diario di un anno di Covid, allo scoppio dell'emergenza le Rsa lasciate sole a mani nude

Se ripercorro questo anno di pandemia, oggi avverto un senso di serenità interiore: ho fatto - abbiamo fatto - tutto il possibile per proteggere le persone anziane, le più fragili ospitate nelle trenta Case di riposo, le residenze socio sanitarie della provincia di Cremona. Scorro la mia agenda a partire dalla data del 22 febbraio 2020. E' un sabato: si è manifestata e materializzata in tutta la sua pericolosa drammaticità l'influenza del coronavirus; un'aggressione alle spalle inaspettata e violenta. Nello stesso giorno le RSA in una riunione autoconvocata negli spazi all'aperto di Cremona Solidale, decidono, ancora prima della emanazione dei periodici decreti governativi e/o regionali, di chiudere immediatamente l'accesso delle strutture ai familiari degli ospiti e agli esterni, in difformità alle disposizioni regionali che insistono per tenere aperti i servizi.

Ha inizio la via crucis; ancora mi angoscia e mi pesa il senso di solitudine e di abbandono che le RSA da quel giorno hanno vissuto, relegate sistematicamente ai margini delle decisioni di intervento sanitario dalle istituzioni, obbligate a far fronte da sole, pressocchè “a mani nude”, alle situazioni operative che ogni giorno presentava. L'attenzione, anche dell'opinione pubblica, era rivolta agli ospedali, certamente fondamentali nella gestione dell'emergenza, ma con scarsa sensibilità verso i luoghi custodi delle maggiori fragilità, dei più deboli, cioè le residenze assistenziali per anziani, considerate “private”, quasi non essenziali al sistema sanitario pubblico, in una visione strabica che poneva solo l'ospedale al centro delle risposte alla pandemia, trascurando completamente la dimensione socio assistenziale e sanitaria che la diffusa presenza ed esperienza delle RSA nel frattempo continuava a garantire, con uguale professionalità e competenza, e alle quali andava riservata la stessa attenzione e dignità dell'intervento sanitario ospedaliero in atto. Penso ai giorni difficili vissuti con rabbia sul filo della speranza per reperire i dispositivi di protezione e sicurezza per il personale, per la fornitura di mascherine, che ha potuto trovare

soluzione solo a fine marzo attraverso una 'avventura', a tratti drammatica, vissuta tra attese e delusioni. Alla iniziale fornitura del materiale ha supplito la generosità di molti gruppi e associazioni solidaristiche di Cremona che le RSA non finiranno mai di ringraziare. Ripenso alla battaglia condotta per rivendicare la necessità di far eseguire i cosiddetti “tamponi” sugli operatori sanitari, sul personale dipendente delle RSA (circa 5.000) e sugli ospiti stessi, anche per creare un ambiente di lavoro più sereno e tranquillo. Il tema dei tamponi ha trovato concreta soluzione solo a partire dal 7 aprile, a seguito della circolare del Ministro della salute del 3 aprile 2020.

Tutto questo lavoro veniva accompagnato dal silenzio assordante delle Istituzioni locali, governative e sanitarie regionali, che hanno spesso affrontato le diverse situazioni in una dimensione essenzialmente burocratico- amministrativa, “priva di anima e cuore” - come ebbi a denunciare in una intervista televisiva -, maggiormente attente alle emergenze che le situazioni imprenditoriali dell' economica locale presentavano che ai bisogni della gente più indifesa.

L'indagine conoscitiva avviata da alcune Procure della Repubblica, Cremona compresa, in dipendenza di alcuni casi di presunta malagestione registrati in alcune province, ottiene almeno l'obiettivo di creare attenzione attorno alle Case di riposo. Ricordo una bellissima lettera di un anziano ospite della Casa di riposo di San Bassano, l'Istituto Vismara-de Petris: è del 20 aprile, viene pubblicata lo stesso giorno da CremonaOggi, il quotidiano online: “ Allora vi siete finalmente accorti degli anziani che vivono in RSA! Era ora! Ho 94 anni e vivo in RSA da un anno e mezzo e... cosa posso dirvi? Ci sto bene... qualche volta questa nuova vita mi sta un po' stretta (...) Prima nessuno parlava di noi, ora sono tutti esperti nel nostro mondo interiore ed esteriore ma per accusare, recriminare e dare contro quelli che ci curano. Solo ora sento affermare che esistiamo e siamo da proteggere perché più fragili: strano, pensavo che fossimo un peso!

Allora – conclude – basta per piacere: se volete parlare di noi per aiutarci a vivere sempre meglio ... va bene. Se no ridateci il nostro oblio, che sarà poi il vostro... se ci arriverete!”.

Parole da scolpire!

E' evidente che, a distanza di un anno, oggi le trenta RSA della provincia di Cremona sono ancora dei corpi feriti e lacerati. Lo sono da un punto di vista morale: per i residenti defunti, per i propri dirigenti o lavoratori morti o che hanno avuto lutti in famiglia, per quelli che hanno subìto gli effetti della malattia, per l'ingiusta ombra riguardante il loro agire nell'emergenza; lo sono da un punto di vista economico: per gli straordinari impegni finanziari che la pandemia ha richiesto, e sta ancora imponendo in questa transizione infinita. Eppure le RSA, pur in mezzo a mille difficoltà organizzative, finanziarie e gestionali e mille timori, continuano ad offrire con professionalità e competenza i loro servizi assistenziali socio sanitari.

Il virus non ha guardato in faccia nessuno; ci ha rubato gli amici di una vita, spezzato esistenze, interrotto rapporti, tolto speranze... Restano i ricordi, che si consolidano, anziché affievolirsi. Ma se è vero che dopo un tramonto c'è sempre un'alba, allora si deve guardare avanti. Io mi fermo qui, anche se il mio diario non si ferma all'estate scorsa, a quella parentesi di spensieratezza che tanti danni ha creato, compreso l'insorgere di nuove ondate della pandemia. Riporta anche appunti di un progetto per il futuro, da costruire: è tutto il sistema di welfare che va ripensato; segna impegni per la vaccinazione anti Covid in corso, unica strategia per uscire dalla pandemia...


Presidente dell'Associazione delle residenze socio sanitarie della provincia di Cremona (A.R.Sa.C.)

Walter Montini


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commenti


Enricoo

14 febbraio 2021 09:53

Forza Walter che sei il più forte,fatti sentire perché hai tutte le giuste ragioni
del mondo!