23 maggio 2021

Dio, la conchiglia, il mare… lo Spirito

C’è una soglia che neanche Dio osa superare, un diaframma che nemmeno il suo amore può abbattere: la libertà dell’uomo.

Da una parte questa sua scelta è una benedizione perché non ci costringe ad amarlo e onorarlo: suo intendimento è che lo seguiamo solo e unicamente perché attratti dal suo amore e non per una imposizione conseguente ad un atto di potenza e di forza. Il cristiano maturo cerca di vivere con impegno e serietà il Vangelo non perché terrorizzato dall’inferno – possibilità comunque reale nonostante i soliti teologi à la page -, ma perché sa che gli è stato preparato un posto in Paradiso.  Dice chiaramente San Giovanni nella sua prima lettera “Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore” (1Gv 4, 18).

Dall’altra parte la libertà può essere considerata una maledizione perché costringe alla responsabilità personale, all’impegno in prima persona dell’uomo. Quante volte abbiamo invocato una prepotente presenza di Dio nella nostra vita o negli eventi del mondo! Quante volte gli abbiamo chiesto di eliminare la fame in Africa, le guerre in Medio Oriente, le violenze in famiglia! Quante volte gli abbiamo rinfacciato l’impunibilità del malvagio e del violento, dimenticando però che la stessa sorte toccherebbe a noi nel caso cadessimo in peccati gravi! Dio, proprio perché ci vuole liberi, ci ha consegnato questo mondo, che comunque ha le sue leggi di sopravvivenza, perché lo conservassimo bello e puro così come è stato creato! 

Siamo liberi! Possiamo accogliere o rifiutare il suo Spirito! Quello Spirito che permette all’uomo di essere contemporaneo di Dio, che fa’ si che il suo Vangelo sia Parola viva ed efficace per la nostra vita, che rende i Sacramenti segni efficaci della sua grazia, che trasforma la Chiesa nel suo Corpo Mistico, che infiamma di carità il cuore dei santi, che spinge alla testimonianza e financo al martirio.

Proprio grazie alla libertà dell’uomo – dono tremendo e affascinante - Gesù ha provato il fallimento e l’incomprensione e non solo con i farisei, gli scribi e i capi del popolo, ma anche con la gente comune. La fede è un dono che è concesso a tutti, ma non tutti riescono a percepirne l’importanza, la necessità, la grandezza. 

Cosa impedisce a tante persone di accogliere la fede? A volte l’orgoglio e la supponenza perché la fede chiede umiltà e disponibilità all’ascolto; a volte la superficialità del vivere perché la fede chiede profondità; a volte l’eccessiva fiducia nella ragione perché la fede chiede di compiere un salto nel mistero; a volte un certo incancrenimento nel peccato perché la fede chiede purezza di cuore; a volte una vita disordinata e rumorosa perché la fede chiede silenzio ed equilibrio; a volte il disincanto perché la fede chiede stupore; e a volte la non voglia di mettersi in discussione, di guardarsi dentro perché la fede chiede cambiamento, conversione. 

La fede ammette anche che alcune cose non si capiscano, che non siano immediatamente comprensibili. Essa, però, non è un salto nel buio, ma tra le braccia di un Dio che chiede di fidarsi di Lui, anche se immediatamente può apparire così misterioso da fare paura! In pegno ci dà il suo amore incondizionato! D’altra parte sarebbe da stolti, da sciocchi pensare di comprendere tutto di Dio, la sua bellezza, il suo fascino sta proprio nel suo essere inafferrabile. Come il suo Spirito che soffia dove vuole esplorando territorio inaspettati!

Ricordate quello che accadde a sant’Agostino? Un giorno era sulla riva del mare a meditare sul mistero della Trinità che voleva assolutamente comprendere con la forza della ragione. S’avvide allora di un bambino che con una conchiglia versava l’acqua del mare in una buca. Incuriosito dall’operazione ripetuta più e più volte, Agostino interrogò il bambino chiedendogli: “Che fai?” La risposta del fanciullo lo sorprese: “Voglio travasare il mare in questa mia buca”. Sorridendo Sant’Agostino spiegò pazientemente l’impossibilità dell’intento ma, il bambino fattosi serio, replicò: “Anche a te è impossibile scandagliare con la piccolezza della tua mente l’immensità del Mistero trinitario”. Detto questo sparì. 

Al termine di un discorso difficile – quello del “pane di vita” in San Giovanni –, dopo che molti uditori se ne erano andati scrollando la testa, Gesù si rivolge timoroso ai suoi discepoli: “Volete andarvene anche voi?”. Cristo, nella sua umanità, ha paura di essere abbandonato anche da questi uomini che ha imparato ad amare e istruire. Come sempre interviene quel testone di Pietro, amalgama umana di entusiasmo e incredulità, che conia una delle più belle professioni di fede del Vangelo: “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!”. Magari non capiremo tutto, magari dietro l’angolo ti tradiremo, magari fra qualche istante ti rinnegheremo, eppure, o Signore, le tue parole, così belle e altissime, radicali e irraggiungibili, sono le uniche ci scaldano il cuore, che danno spessore e colore alle nostre vite grigie e meschine, che danno speranza al nostro domani, che motivano la nostra carità e il nostro impegno nel servizio ai poveri e agli ultimi.

E grazie allo Spirito Santo, queste parole eterne, restano scolpite nel cuore degli uomini di buona volontà. Per sempre!

  

Claudio Rasoli


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commenti


Pietro Ferrari

23 maggio 2021 22:41

IL RESPIRO SPIRITUALE DI DIO È IL TEMPO.
L'ESSENZA COSMICA GLOBALE DI DIO È L'ENERGIA CHE SI TRASFORMA IN SOSTANZA PER POI RITORNARE ENERGIA SPIRITUALE