Dopo il coccodrillo di Cattelan, quale dialogo tra arte e religione?
Un importante articolo apparso sull'ultimo numero de Il Giornale dell'arte (https://www.ilgiornaledellarte.com), dal titolo “Arte e religione: segnali di risveglio da un lungo torpore e distacco”, scritto da Anna Somers Cocks (giornalista e fondatrice di The Art Newspaper) ci offre l'occasione per interrogarsi sul significato, sul ruolo del sentimento divino nell'arte contemporanea, dopo che l'approccio positivista aveva fatto della religione una superstizione inutile. Anna Somers nel suo scritto ci racconta di come alcuni musei, Università e centri di ricerca europei stanno rivalutando l'importanza della religione e della teologia nello studio della storia dell'arte, anche come strumento per ispirare gli artisti contemporanei. In particolare è richiamata l'esperienza del professore Ben Quash, titolare della cattedra di Cristianesimo e Arti al King's College di Londra, che ha dato vita da alcuni anni al progetto denominato Visual Commentary on Scripture al fine di comprendere la teologia e l'arte attraverso la Bibbia.
“Gli storici dell’arte e i teologi invitati (al progetto Visual Commentary on Scripture ndr) ricevono un passo dell’Antico o del Nuovo Testamento e per illustrarlo scelgono tre opere d’arte, di qualsiasi epoca. Su ognuna di esse scrivono un breve saggio di natura storico artistica, quindi uno più lungo sull’aspetto teologico che le opere incarnano. Per la maggior parte degli storici dell’arte scrivere per il Vcs significa confrontarsi per la prima volta con questa disciplina, che non significa esprimere sentimenti religiosi soggettivi, ma interpretare l’arte attraverso una conoscenza scientifica”, scrive Anna Somers.
Le opere d’arte prescelte e i commenti degli storici dell'arte vengono successivamente caricati sul sito web https://thevcs.org. appositamento costruito per ospitare i differenti contributi. «Finora abbiamo coperto circa un terzo della Bibbia, spiega il professore Quash, e contiamo di completare il progetto in circa cinque anni». Questa esperienza è interessante perché ha dimostrato di come la maggior parte degli accademici e curatori dei musei si sono per la prima volta confrontati con le scritture della Bibbia e il risultato delle ricerche, le Mostre, così sono chiamate le raccolte studiate, sono visibili sul sito web, strumento estremamente utile ed efficace.
Un'altra novità in questo campo è la recente iniziativa promossa sempre del Visual Commentary on Scripture insieme a due musei tedeschi, il Bode-Museum e la Gemäldegalerie di Berlino, che si sono impegnati nella produzione di una serie filmografia dedicata a Gesù e Maria dal titolo «Unlocking Christian Art».
Il professore Ben Quash è riuscito a convincere e coinvolgere importantissime istituzioni culturali pubbliche senza che queste siano oggi tacciate di proselitismo, come sarebbe potuto accedere alcuni decenni fa. Come spiega Ben Quash «il commento visivo alle Scritture è un esercizio di immaginazione per leggere la Bibbia come la leggono le persone religiose, ma anche per vedere come l’arte può far rivivere i testi e le questioni di fede senza che si debba essere religiosi».
Dopo questa premessa veniamo ora alla questione relativa della recente performance dell'artista plasticien Maurizio Cattelan che ha installato una “scultura” zoomorfa, un coccodrillo, all'interno del Battistero di Cremona. Non sappiamo se i committenti dell'istallazione abbiano chiesto all'artista Cattelan un esercizio di immaginazione per leggere il Vangelo. Per l'artista è stato un modo, un'occasione, per confrontarsi con la religione? Oppure la teologia, la religione non centrano nulla ed è solo un evento, come si dice oggi un experience? Vieni a vivere un experience in Battistero? Non è facile dare e avere una risposta, la confusione che si crea in queste occasione è notevole. Coloro che ne hanno già scritto su questo stesso giornale (Francesco Martelli) si sono soffermati in particolare sull'artista, sulle sue doti eccezionali, senza poterne spiegare le implicazioni teologiche : «Cattelan si conferma un superdotato dell'immagine come ne nascono quattro o cinque al massimo in ogni generazione di artisti nel mondo: le sue opere non si discutono (anche se fanno sempre parlare di sé), le guardi, ti si piantano nel cervello come uno schiaffo ben tirato e con la stessa rapidità se ne vanno via. E il coccodrillo del Battistero non fa eccezione: io stesso ci ho girato attorno per mezz'ora buona affascinato come un bambino allo zoo». Qual è il principio teologico del battesimo che avviene nel centro dell'edificio del battistero, come ci avevano insegnato a catechismo?
Sopra il fonte battesimale possiamo trovare ora una colomba, lo spirito santo, che porta la luce divina (è il caso di Cremona) oppure una volta affrescata, come nel Battistero di Parma, al cui centro è collocato un doppio cerchio dipinto che rappresenta il cerchio dell’amore con al centro una stella a forma di fiore, poi il cerchio del cielo di Gerusalemme, da cui proviene la luce divina verso la quale si dirige il battezzato purificato dal peccato originale. Alcune volte c’è lo spirito, altre volte il Chrismon, che hanno lo stesso significato. Non si capisce il motivo del posizionamento “penzolante” della scultura esattamente in asse con il punto di esaltazione dell'ascesa spirituale verso il divino da parte del battezzato. Il significato escatologico del battesimo si trova così stravolto, il destino del battezzato sembra quello di finire attraverso il coccodrillo, personificazione terrena del male. Si è toccato una dei sacramenti tra i più importanti della religione cristiana, il battesimo.
L'arte sacra è fatta per pregare, per la liturgia. Un battistero non è uno spazio espositivo.
Ora, mettere un coccodrillo, simbolo del male tra il battezzando e lo spirito santo... non è "blasfemo”? Questo è il problema. È non capire nulla di che cosa significhi arte in uno spazio sacro. Come si sa non è il primo e l'unico coccodrillo che viene installato in luogo sacro. Per ben altri motivi il coccodrillo lo troviamo nel Santuario della Beata Vergine delle Grazie a Curtatone, a una decina di chilometri da Mantova, lo si ammira dal XVII° secolo appeso nella navata centrale, un vero coccodrillo impagliato, pare donato come ex voto. Un'altro ancora si trova conservato, appeso al soffitto, in un edificio adiacente alla chiesa di Santa Maria della Pace nel sobborgo veronese di San Michele Extra, costruito dal celebre architetto Michele Sanmicheli.
Pertanto che dire della performance cremonese di Cattelan? Siamo in controtendenza rispetto alle esperienze europee oggi più attente ad un dialogo intelligente tra arte e religione? Qualche decennio di ritardo, ancora così legati al mito della desacralizzazione? Ci troviamo o no in uno zoo? Il Battistero è o non è un luogo sacro? Comprenne qui voudra/ Moi mon remords ce fut/ La malheureuse qui resta/ Sur le pavé/ La victime raisonnable/ À la robe déchirée/ Au regard d'enfant perdue....... (Paul Éluard)
architetto
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commenti
Daniro
1 giugno 2023 09:31
Non ne farei una questione teologica o peggio di presunta blasfemia. Può piacere o no dare scandalo o no (come a suo tempo i nudi michelangioleschi della Cappella Sistina che un documento conciliare del 1564 decreto' di coprire con braghe o da distruggere qualora mostrino qualcosa di osceno o di patentemente falso), ma il coccodrillo di Catelan resta, o almeno dovrebbe, una riflessione sul tema del male e del peccato e, credo, anche su quanto l'essere umano, sebbene per i credenti figlio di Dio, abbia contribuito ieri come oggi a drammi e catastrofi. Peraltro le chiese cattoliche sono colme di immagini "disturbanti" come gli inauditi supplizi dei martiri ad opera di altri esseri umani. Le riflessioni su come il comportamento umano porti verso una possibile catastrofe si potrebbero certamente fare in luoghi laici, e certo si fanno, ma non credo sia sbagliato farle anche in luoghi sacri a patto che a queste icone poi non vengano aggiunte "braghe" di alcun genere e purché non si scambi il dito, l'icona, con la luna, il senso che trasmette.
Ferrari
1 giugno 2023 14:14
Le questioni che ho posto nell’articolo riguardano esclusivamente il “caso” del Battistero di Cremona. Il Battistero cremonese è un’opera medievale, salvatasi fortunatamente da rimaneggiamenti anteriori, in particolare dal periodo della Controriforma tra Seicento e Settecento, ove le immagini nell’arte sacra sono state portare ai più alti livelli artistici ma anche, ahimè, di drammaturgia, come anche tu ammetti. Eminenti teologi e storici dell’arte da sempre hanno messo in evidenza, la presenza metafisica di quella linea mistica che collega il fonte battesimale e la lanterna con il sigillo della colomba (lo spirito santo). Se vogliamo parlare del Tempo, come accenni per la Cappella Sistina, appare evidente che in quasi sei secoli di storia del Battistero di Cremona, credo che nessuno abbia mai messo in discussione la dottrina di quella linea, dai credenti considerata ultraterrena, che congiunge il fonte battesimale e la lanterna, lungo la quale non trova posto che lo spazio vuoto. Non ho messo in discussione le doti artistiche del plasticien Cattelan, non ne ho la competenza. Mi sono piuttosto interrogato, come molti altri, sul perché è nata l’idea in coloro che ne hanno commissionato l’opera e perché in quel luogo. Siamo ancora senza risposta.
Ferrari
2 giugno 2023 07:27
Daniro, dalle recenti notizie riportate sulla stampa locale sembra confermarsi quello che dicevamo ieri. Un ritorno a quelle modalità tanto deprecate della Controriforma. Un passo indietro rispetto al Concilio Vaticano II? Il bestiario tanto deprecato, giustamente, da Martin Lutero per convertire le persone, rifà superficie con questa installazione sacra? Riporto testualmente quanto ho letto: « Credo che in Ego si avverta la tensione alla redenzione — spiega Farinotti —. In Ego c’è una condizione di peccato che si esprime in un movimento ascensionale verso una possibile liberazione o redenzione, cristianamente parlando. Sicuramente il coccodrillo ascende verso la luce, la salvezza. In tutto questo mi pare difficile ravvisare qualcosa di irrispettoso verso il luogo che ospita l’opera. »
Daniro
2 giugno 2023 09:48
Non voglio scomodare Erasmo da Rotterdam che nell'Elogio della Follia era decisamente contrario alle immagini nelle chiese che poi sarebbero diventate oggetto di venerazione (pagana). Ma forse un po' aveva ragione
Martelli
1 giugno 2023 12:24
Egregio Architetto, nel ringraziarla per avermi citato nell'articolo, mi preme precisare che anche io nel mio editoriale ho in conclusione affrontato, seppur parzialmente, la questione del rapporto tra arte contemporanea e committenza sacra e sollevato la questione della presenza in luogo sacro dell'opera laica.
Non vorrei passare per un ammiratore tout court di Cattelan, dato che la questione è certamente molto più complessa. Certo è che come sempre Cattelan fa parlare e non solo di sé , e ciò è indiscutibilmente buono.
Ferrari
1 giugno 2023 13:04
Egregio Dott. Martelli, si, concordo con quanto mi riferisce. In effetti nella conclusione del suo articolo lei scrive: "Chissà che un giorno non mi riesca di vedere Cattelan (e tanti altri grandi come lui) di nuovo alle prese con una commissione di arte sacra da parte della Chiesa cattolica, con un'opera tutta dedicata al sacro che di un luogo sacro sia protagonista voluta e non occasionale". Mi scusi di aver citato solo un parte del suo testo e di averne fatto travisare il contenuto ai lettori. Cordialità.
Marco Vinicio Bissolotti
2 giugno 2023 08:20
Prendo atto con molto interesse che il dibattito si sta elevando o meglio, al pari del coccodrillo, sta ascendendo verso la luce del divino.Qui si stanno utilizzando dotte parole ed elevati pensieri che probabilmente non hanno mai scalfito la mente dell'artista,o forse si?Alla fine di tutto cosa resta se non un rettile ucciso o morto naturalmente(si spera) tassidermizzato con perizia che verticalmente pende dal soffitto, forse un elogio alla verticalità dello spirito che ascende non accettando i compromessi orizzontali della mediocrità.Al netto di tutte le speculazioni che possiamo fare mi sento di sostenere l'opera in quanto,inconsapevolmente,ha fatto conoscere il nostro magnifico battistero a tanti cremonesi che non l'hanno mai visitato.
Luciano Ferragni
7 giugno 2023 10:22
D'accordo con Ferrari...È uno schifo!