10 giugno 2025

Tra tavoli e libri, la cultura finisce sotto i piedi

Due i casi di cronaca degli ultimi giorni che mi inducono ad una riflessione sullo stato attuale della cultura all’interno del nostro piccolo contesto sociale cittadino.

Se ne è parlato tanto, del tavolo della sala della Consulta trasformato in pista da ballo, circostanza che, con una certa nostalgia, mi ha riportato ai bei tempi in cui si andava al Sueño, locale storico cremonese, proprio perché lì sì che si poteva salire sui tavoli a ballare.

E ci si poteva restare per più di venti secondi. 

Ma il significato del gesto dunque è misurabile in termini di tempo? Posto che parliamo di adulti e non di bambini, è corretto dire che se salgo su un pregiato tavolo antico all’interno di un palazzo istituzionale e ci ballo sopra per qualche attimo  -tutto sommato- non è poi così grave? Mi ritorna alla mente quella sentenza che diceva che “la palpata che dura meno di 10 secondi non è reato"... siamo a questi livelli, no?

Passiamo poi all’altro episodio, che può sembrare una notizia di poco conto, ma che in realtà traccia un ben preciso quadro del livello culturale a cui siamo scesi. Parlo dei ripetuti furti alle cassette del bookcrossing, ossia quei punti dove i cittadini possono scambiare libri lasciati a disposizione da altri cittadini. Unica e semplice regola, chi prende un libro per leggerlo ne deve lasciare in cambio un altro.

Invece regolarmente i volumi spariscono tutti. Per farne cosa, poi? non si capisce, perchè è ovvio che li prende non è un lettore, ma qualcuno che li porta via o per dispetto o per rivenderli a pochi euro. 

Ecco, evidentemente mancano proprio le basi e la cultura del vivere civile, il rispetto per la cosa pubblica o per un servizio messo a disposizione dei cittadini. 

Tempo fa un’amica mi raccontava la sua esperienza in Danimarca dove è usanza, per chi ha un orto, di mettere un tavolino davanti a casa con sacchetti e cesti contenenti frutta e verdura: chi vuole acquistarli, prende e lascia i soldi nell’apposita cassetta esposta. Nessuno ruba né danneggia. Perchè? Perché è così che si fa.

Non è che diventi più furbo se rubi un libro lasciato in una cassetta aperta; chi lo fa dovrebbe sentirsi al pari di chi ruba una caramella a un bambino, mica un leone (anche se il termine più adatto è comunque in rima).

Una cassetta aperta non è un invito ad arraffare tutto ciò che contiene, una festa non è un alibi per fare ciò che si vuole.  

Servono rispetto e cultura, intesa nel suo senso più intrinseco, che viene spiegato bene dall’etimologia di quel verbo latino che è “colere” e che ha il significato di coltivare, ossia curare, nutrire, far crescere qualcosa. E quel qualcosa dovrebbe essere proprio la coscienza sociale. 

Per favorire questo processo di crescita culturale servono esempi positivi di rispetto e civiltà, dalla scuola allo sport, dalla politica alle istituzioni; ma servono anche esempi di chi, quando sbaglia (come capita a tutti nella vita), ammette l’errore e -quanto meno- chiede scusa. Sarebbe un ottimo punto di partenza. 

Michela Garatti


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commenti


Roberta

10 giugno 2025 19:52

"Tempo fa un’amica mi raccontava la sua esperienza in Danimarca dove è usanza, per chi ha un orto, di mettere un tavolino davanti a casa con sacchetti e cesti contenenti frutta e verdura: chi vuole acquistarli, prende e lascia i soldi nell’apposita cassetta esposta. Nessuno ruba né danneggia. Perchè?"

Semplice. La Danimarca è un Paese dove da secoli esiste un controllo del comportamento sociale elevato e le persone si comportano bene perché solo così sono "accettate" nella comunità: i politici che mal rappresentano la comunità (eticamente, moralmente o macchiati da latrocinio) si dimettono, i rei sono condannati e scontano le condanne, i cittadini pagano le tasse perchè diversamente cesserebbe il welfare sociale che è elevatissimo rispetto agli standard medi europei. In Italia i politici condannati continuano a sedere in Parlanento, quelli locali che prendono tangenti per sè o per i partiti fanno carriera, chi "evade" o non rispetta le regole è considerato "furbo" (emblematico il Te séet füürbo apèena té) e mediamente si ha un senso civico molto basso che in molti casi è mera emulazione o reazione peggiorativa agli esempi poco edificanti di chi governa. Quale dunque lo stupore?
Abbiamo sviluppato a tal punto il senso di tolleranza che non ci stupisce più nulla: nè un Sindaco incapace, nè un evasore fiscale, nè un omicidio violento, nè un anziano che muore solo in casa e i vicini si accorgono dopo settimane solo per la puzza. Alziamo le spalle e pensiamo chissenefrega.

P.S. i libri in Curva Sud servono a fare i coriandoli.

Manuel

11 giugno 2025 17:22

Grazieeeeeee!!!
Un sintetico sunto (efficace) di ciò che molti vorrebbero esprimere.
Ti lancio un bacio ideale.

Gino

10 giugno 2025 20:54

E chi giustifica gli idioti che si permettono di danzare sul tavolo in Comune sindaco e Poli in testa dimostrano per primi di non avere senso civico e rispetto per le istituzioni che rappresentano. Si vergognino o almeno abbiano il.pudore di starse zitti invece di fare sproloqui che li accomunano agli incivili maleducati saltatori

Vin

10 giugno 2025 21:28

Analisi perfetta

Roberta

11 giugno 2025 05:55

Esattamente come la merce dei negozi non è in esposizione per essere rubata, anche se non c'è una persona che controlla a vista. Ho un negozio di alimentari e non so quanta gente ho beccato a rubare perché "per uno cosa ti cambia"!

François

11 giugno 2025 09:19

Queste riflessioni che condivido pienamente dovrebbero essere seguite da un esposto in Procura; io sarei dispostissimo a sottoscriverlo, lo farei io se ne avessi gli strumenti. Resto a disposizione Francesco Capelletti.