14 agosto 2021

Ecco come si può rilanciare il turismo cremonese

Ho letto con molta attenzione la nota di Federalberghi Cremona relativa alle presenze turistiche a Cremona, a firma della sua Presidente Alessandra Cattaruzzi, amica e collega, che condivido in toto e dalla quale vorrei prendere spunto per stimolare una riflessione agli organi competenti. Ho detto amica e collega perchè ho avuto l’onore di condividere con Alessandra la sedia di Consigliere della Camera di Commercio di Cremona, lei per molti anni come rappresentante del settore alberghiero, il sottoscritto per due sole sedute come membro designato dalle associazioni di categoria per il settore del turismo.

Purtroppo la scellerata e demagogica decisione politica di accorpare le Camere di Commercio (anche quelle virtuose e con bilancio in attivo come quella di Cremona) ha fatto decadere il Consiglio Camerale nell’aprile del 2020, e non mi ha dato l’occasione di presentare le mie idee per il rilancio del settore turistico Cremonese, che vorrei esporre qui a integrazione dello scritto di Alessandra.

E’ ormai noto e risaputo (anche con dati precisi di indagini camerali) che ci sono tre motivi che spingono le persone a muoversi, visitare e alloggiare per turismo nella nostra bella Italia: le bellezze naturali (mari, montagne, laghi, ecc.), le bellezze artistico-architettoniche; la nostra unica, famosa e premiata enogastronomia.

In altre parole, si viene in Italia e/o ci si sposta al suo interno per godere dei nostri mari e nostri monti, per ammirare chiese, palazzi, musei, e perché si mangia e beve bene pressoché in tutte le nostre città e province. E’ bene sottolineare che questi tre elementi sono tutti fondamentali e godono di uguale importanza agli occhi del turista, sia italiano che straniero (tradotto: a parità di bei luoghi e interessanti tracce storiche, si sceglie il posto dove si mangia meglio, e non è un fattore secondario). Permettimi di soffermarmi su questo punto: troppo spesso in passato si è suddiviso il turismo cosiddetto “colto”, attirato da riferimenti storici e culturali, dal turismo “plebeo” o “di massa”, più sensibile ai richiami della pancia; troppo spesso in passato si è considerato il Made in Italy enogastronomico (forse l’unico vero Made in Italy rimasto, dopo che abbiamo svenduto all'estero il manifatturiero, il siderurgico, la moda, il lusso, ecc.) come un qualcosa di superfluo, accessorio, di poco conto. E invece è bene che ci si renda conto, tutti, che se l’Italia ha ancora una carta da giocare nello scacchiere mondiale, è proprio su questo fattore che bisogna concentrarsi. Proseguo con il mio ragionamento: dei tre aspetti che accennavo poc’anzi, Cremona non può purtroppo puntare sul primo (le bellezze naturali), benché la piatta pianura padana che caratterizza l’orografia della nostra Provincia possa avere il suo fascino, non credo avrà mai infatti l’appeal di una Capri o di un Courmayeur, giusto per fare due esempi. Ma Cremona ha molto da dire sia a livello artistico-architettonico che a livello gastronomico, ed è mia ferma opinione che è su questi due fattori, concatenati ed integrati, che deve svilupparsi l’offerta turistica della nostra amata Provincia.

Mi si obietterà che le iniziative in tal senso, anche recenti, non mancano: sono numerosissime infatti, a Cremona e in Provincia, le sagre, le fiere, le feste che hanno come tema il cibo e la sua produzione o tipicità; ma soffrono a mio avviso di una profonda lacuna di fondo: la mancanza di una regia unica e condivisa, che gestisca quantità e qualità della proposta, la sua calendarizzazione e la promozione e integrazione con tutti i soggetti, pubblici e privati, che devono farne parte. Scendendo nel concreto, è inutile organizzare una fiera come il Bontà se poi gli espositori sono l’ambulante di olive pugliesi o il food truck di arancini siciliani; non serve alla città e al suo turismo la festa dello street food se poi le botteghe dei liutai e i negozi di specialità gastronomiche locali non sono coinvolti nell’offerta turistica della giornata.

Cremona e la sua Provincia, come dicevo prima, hanno moltissime attrazioni artistico-architettoniche, la maggior parte della quali sconosciute anche a noi che ci abitiamo, che soffrono di un atavico problema: prese singolarmente, non necessitano che di poche ore per essere ammirate, causando così quello che viene definito il turismo “mordi e fuggi”. Tuttavia, se prendiamo i due aspetti importanti che abbiamo appena visto muovere il turista (l’artistico-architettonico e il gastronomico) e li leghiamo assieme, possiamo pensare di produrre dei “pacchetti” che coinvolgano il turista in un’esperienza globale, che lo può così impegnare per più giorni, aumentando la durata del suo soggiorno.

Per produrre questa regia unica e condivisa, avrei proposto alla Camera di Commercio di istituire una Consulta Permanente del Turismo, aperta ai rappresentanti di tutti i soggetti interessati: Scuole Professionali (liuteria, alberghiero, turismo e servizi, tecnico alimentare, ecc.) che devono diventare l’indispensabile vivaio capace di creare le professionalità che domani porteranno avanti le nostre tradizioni, Consorzi di tutela (Provolone, Salame Cremona, ecc.), Associazioni di categoria, rappresentanti dei commercianti, dei ristoratori, dell'industria alimentare (lattiero-casearia, dolciaria, norcina, ecc.), Artigiani (liutai e altri), Agenzie di viaggio, Assessorati del turismo dei comuni della Provincia, Associazioni riconosciute o di volontariato che si occupano del mantenimento e della gestione del patrimonio artistico-architettonico locale (TCI, FAI, Pro Loco e similari), la Curia, ecc.. Tutte queste persone dovrebbero sedersi attorno a un tavolo e riunirsi periodicamente con un solo obiettivo: creare un calendario provinciale che leghi aperture ordinarie e straordinarie delle nostre bellezze artistico-architettonico a eventi ordinari e straordinari legati all’enogastronomia. Nel concreto, a puro titolo esemplificativo:la visita di un palazzo storico e di una bottega liutaria; la visita di un museo e la partecipazione ad una sagra di un prodotto tipico; la visita di una chiesa e la dimostrazione di come si produce il torrone; la visita ad una esposizione artistica e la realizzazione del Provolone Valpadana dop, ecc. Qualche esempio più preciso? Ce ne possono essere a centinaia, e di sicuro ci sono persone più qualificate di me per farli, ma perchè non si può legare la visita del Santuario della Beata Vergine della Misericordia di Castelleone ad una dimostrazione presso la Latteria Soresina di come si produce il Grana Padano, ad una escursione sul fiume Oglio partendo dalle Tombe Morte di Genivolta? In mezzo a questi tre eventi ci sono almeno due pasti e una notte in albergo, così da coinvolgere tutta la filiera del turismo. E ancora: Il Palio di Isola Dovarese, Sabbioneta e la visita a un Salumificio Tipico del territorio? Potrei continuare, ma mi sembra che il meccanismo sia chiaro: creare sinergia tra le varie attrattive del nostro territorio, in modo da soddisfare corpo e anima, testa e pancia, così da offrire un’esperienza totale a 360° che valorizza quanto di bello e buono offre il nostro territorio. Utopia? impossibile da realizzare? Può darsi, non mi sfugge che ci sono molti soggetti che in un passato neanche troppo lontano hanno provato a realizzare qualcosa di simile (la Strada del Gusto Cremonese, solo per fare un esempio) con scarsi risultati, e forse sarò un inguaribile ottimista, ma credo davvero che Cremona e la sua Provincia possano offrire delle esperienze turistiche che altre zone non offrono, e che ci sia una platea di potenziali turisti che freme dalla voglia di visitare il nostro territorio, ma che semplicemente non sa dove andare, quando andare e cosa vedere. Ecco questo era il mio sogno nel cassetto quando ho accettato l’incarico di Consigliere della Camera di Commercio rappresentante del turismo, ma che poi non ho neanche potuto presentare al Consiglio a causa del proscioglimento dello stesso. Mi auguro che questo mio scritto sommario possa essere da spunto, per una riflessione seria e soprattutto fruttuosa, su quale vogliamo sia il futuro turistico della nostra amata Provincia.

Andrea Fontana


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commenti


Danilo Codazzi

14 agosto 2021 18:46

Non aver ancora sottolineato che Cremona non è raggiungibile come le altre città,vedi Parma, Brescia, Verona e via dicendo, è una mancanza di visione dei fenomeni per cui la gente si sposta per turismo .
Non parlo per sentito dire ma per aver girato tutta la Lombardia e oltre per lavoro.
cordiali saluti

Annamaria

16 agosto 2021 09:43

Anche la liuteria ha dei risvolti turistici ma smettiamola per cortesia di vederla "a servizio" del turismo locale. Le manifestazioni liutarie attirano turisti "di settore", se davvero esistesse il sitema Cremona (e non esiste malgrado venga nominato ogni tre per due) ci sarebbe un flusso non grande ma probabilemente costante per buona parte dell'anno. Senza diventare una succursale di Gardaland.....