4 febbraio 2023

Ecco perché don Enrico farà bene a Trieste!

Era già da qualche anno che don Enrico Trevisi era dato per favorito e quando i giornalisti sono stati convocati frettolosamente in Seminario nella mattinata di giovedì 2 febbraio per un annuncio straordinario, il suo nome era quello che risuonava più frequentemente fra i candidati all’episcopato. 

L’applauso fragoroso e sincero che è salito dall’aula composta non solo da preti, ma anche da religiose, religiosi, laici e appunto operatori delle comunicazioni, ha significato la gioia e la soddisfazione di una Chiesa che è ancora capace di generare pastori secondo il cuore di Cristo.

Don Enrico farà sicuramente molto bene a Trieste, città elegante e austera, ricca di fermenti culturali, di incontri fecondi tra culture e religioni, tra popoli e nazioni. 

Ne sono sicuro per alcuni motivi molto semplici.

Anzitutto don Trevisi è un uomo di profonda conoscenza - mai ostentata e sempre messa a servizio delle persone semplici - non solo in campo teologico! Sempre attento ai fermenti culturali e comunicativi, ma anche alla politica nel suo significato più alto e nobile. Negli anni in cui fu direttore del Centro Pastorale tanti incontri e iniziative sono stati organizzati per aiutare i cattolici a leggere il Vangelo nelle pieghe della storia e della quotidianità e per avviare un dialogo fecondo con la società contemporanea.

Don Enrico, poi, ha vissuto molti anni in Seminario occupandosi della formazione dei sacerdoti, prima come vice e poi come rettore. Questa esperienza gli servirà certamente per relazionarsi in maniera aperta, competente e propositiva con i suoi preti. La diocesi di Trieste è relativamente piccola – i sacerdoti sono circa 150 tra secolari e religiosi – e quindi potrà avere un rapporto intenso e continuativo con tutti. L’attenzione alla persona e la capacità di ascolto certo non gli mancano, come hanno ben testimoniato anche i suoi parrocchiani di Cristo Re, contenti e affranti allo stesso tempo per la sua elezione a Vescovo. Mons. Enrico – così è giusto chiamarlo – spenderà certamente tanto tempo con i suoi sacerdoti, consapevole che la serenità e la gioia di un presbiterio coeso e robusto nella fede e nella carità sono già segni propedeutici per una fruttuosa opera di evangelizzazione.

Quando mons. Napolioni lo nominò parroco di Cristo Re, tra le più popolose e frizzanti parrocchie cittadine, molti commentarono che era il giusto tirocinio prima di diventare vescovo! E anche questa esperienza, in mezzo al popolo, alle sue contraddizioni, ma anche alla sua fede genuina, ha indubbiamente forgiato l’animo di mons. Trevisi che, forte di questa immersione nella vita quotidiana delle persone, saprà porgere il Vangelo con immediatezza e semplicità al suo popolo. Senza parlare poi del suo impegno generoso e competente nell’accompagnamento delle famiglie a livello diocesano. Una delle sfide che attende la Chiesa di oggi riguarda proprio le famiglie, la loro centralità nella testimonianza di un amore oblativo e aperto alla vita, il loro impegno nella educazione integrale dei figli.

Ma ci sono altri due motivi per cui il vescovo eletto, originario di Pieve San Giacomo, farà bene. E forse sono i più importanti!

Don Enrico è un uomo di grande e profonda preghiera. Non era raro ai tempi del Seminario trovarlo, di notte, nella cripta a pregare davanti al tabernacolo! Dall’Eucaristia e dalla devozione alla Vergine Santa egli troverà la forza di portare il Vangelo della gioia nella sua nuova terra.

E infine farà bene perché non hai mai cercato onori e ribalte, tanto meno l’episcopato! Bisogna sempre temere chi aspira a certe cariche, perché solitamente è foriero di disastri e di tensioni. Non è il caso di mons. Enrico, che però, forte di una fede radicata, ha accolto sempre con docilità e ottimismo gli incarichi che gli sono stati assegnati nella nostra Santa Chiesa Cremonese.

Personalmente sono grato a don Enrico perché in un momento molto difficile della mia vita sacerdotale, è stato uno dei pochi confratelli - sic! – che mi è stato molto vicino, umanamente e spiritualmente, accogliendomi in Seminario e permettendomi così di vivere la vita della comunità ritrovando così un po’ di serenità e di tranquillità. Di questo gliene sarò sempre grato.

Claudio Rasoli


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commenti


Andrea Destradi

4 febbraio 2023 14:49

Che il Signore benedica don Enrico! Lo aspettiamo presto a Trieste!