Gli archivi dei Servizi /5: il Vaticano
Non potevo non occuparmi in questa piccola serie di editoriali su Archivi e Servizi Segreti di uno degli Stati più chiacchierati del pianeta, il Vaticano, da sempre coinvolto direttamente o indirettamente in ogni intrigo internazionale che si rispetti, e pertanto presumibilmente dotato di chissà quali apparati di spionaggio.
In verità l'ho lasciato per ultimo perché lo Stato del Vaticano è l'unico stato nazionale sovrano a non avere ufficialmente un sevizio di intelligence, ed il motivo è presto detto: se le attività di intelligence servono a tutelare i confini di uno Stato prevedendo attacchi esterni e interni, quando la tua nazione ha 890 abitanti e 0,5 km quadrati di superficie strutturare un apparato di intelligence è totalmente inutile e ti basta un piccolo corpo di polizia, che nella fattispecie è la Gendarmeria Vaticana.
Essa è a tutti gli effetti una polizia modernissima che sovrintende alla sicurezza di tutta la Città del Vaticano e anche a quella del Sommo Pontefice, mentre le notissime e affascinanti Guardie Svizzere sono solo un Corpo Armato di natura prevalentemente cerimoniale, benché dopo l'attentato a Giovanni Paolo II abbiano assunto di nuovo anche ruoli di sicurezza attiva. Fu Giulio II Della Rovere ad assumere per primo nel 1506 un drappello di mercenari svizzeri che si occupassero della sua protezione personale (di cui aveva certamente molto bisogno essendo un Papa guerriero in lotta con i più temibili principi europei oltre che già avvelenato a suo tempo pare dai Borgia …) ma bisogna ammettere che dopo il Rinascimento e fino alla Unità d'Italia la questione della sicurezza del Papa e del suo territorio non fu di particolare gravità se non per il povero Pio VI catturato da un Napoleone ancora parecchio giacobino e morto addirittura in un galera francese. Dopo la presa di Roma da parte dei Savoia di fatto i Papi hanno vissuto come dei reclusi all'interno dei propri palazzi lontani dai pericoli esterni (meno dai veleni curiali a volte non meno pericolosi) fino a quando Papa Giovanni XXIII decise che era tempo di uscire dalla cattività post unitaria e iniziare a girare il mondo. Da Paolo VI in poi la sicurezza del Papa è diventata un vero incubo: lunghi viaggi intercontinentali e bagni di folle impazzite fino all' incredibile attentato in piena piazza San Pietro a Karol Woitiyla.
Tutto ciò ha però ben poco a che fare coi Servizi Segreti, che come abbiamo ormai appurato non si occupano di sparare e uccidere ma di raccogliere informazioni. Chiariamo anche una volta per tutte che l'unico Sevizio Segreto così ufficialmente denominato al mondo è quello made in USA e che si chiama Secret Service e che è in realtà una sezione del Dipartimento del Tesoro che si occupa della lotta ai falsari e a cui è stata poi stranamente aggiunta la competenza di proteggere il Presidente, le cui guardie del corpo sono esclusivamente agenti di questo servizio, che però non ha nulla a che fare con la CIA o l FBI né con la raccolta delle informazioni.
E nemmeno, nel caso del Vaticano, i Sevizi Segreti hanno a che fare con il tanto famigerato Archivio Segreto Vaticano, che in verità non ha nulla di "segreto" ma che così si chiama nel senso latino di secretum cioè "separato" dagli altri e riguardante il governo diretto della Chiesa da parte del Papa, ma che ben poco ha a che fare con spionaggio o misteriosi segreti, tanto che oggi si chiama Archivio Apostolico per volere di Francesco.
Potremmo dunque chiudere qui il nostro editoriale, non fosse per la constatazione che il Vaticano in realtà dispone da secoli della più straordinaria capillare e perfettamente infiltrata rete di informatori del mondo: i preti e le suore. Decine di migliaia di "agenti" che confessano, sposano, assistono malati, crescono ed educano i figli di miliardi di persone nel mondo da secoli, oltre ad avere avuto il ruolo di precettori dei giovanissimi rampolli delle più importanti case regnanti del pianeta come furono i gesuiti o i francescani. E poi ci sono i missionari, che sono addirittura come delle sonde spedite agli angoli più remoti del pianeta a conoscere tutto perfino di popoli sconosciuti.
Un capitale di informazioni smisurato preziosissimo e inserito in una gerarchia verticistica rigidissima e obbedientissima al cui sommo sta un monarca assoluto e pure teocratico.
A voler pensar male, la più diabolica e perfetta macchina di intelligence mai vista sulla Terra. Non a caso in moltissime parti del mondo preti e suore sono stati cacciati e a volte perfino trucidati come " spie papiste al servizio di un dittatore romano".
Peccato che di fatto la maggior parte di queste informazioni rimane appannaggio di chi le raccoglie e che il segreto della confessione è quasi esclusivamente inviolabile, ma sta di fatto che ogni parroco è tenuto a redigere un diario dei fatti salienti della propria comunità, Abati e Abbadesse dei propri conventi e i Vescovi delle loro intere Diocesi. E prima o poi qualcuno quei diari li dovrà pur leggere.
Inoltre, il Vaticano dispone della più fitta rete diplomatica del pianeta, quelle Nunziature che da un capo all'altro del mondo mandano periodici rapporti a Roma e che formano i loro "agenti" nella famosissima Pontificia Accademia Ecclesiastica. E nemmeno in passato sono mancati preti mandati in vere e proprie missioni segrete all'interno dei più temibili regimi della storia. Tra i casi più famosi quelli dei sacerdoti del Collégium Russicum di Roma che negli anni '40 venivano infiltrati nella Russia stalinista per celebrare messe e fondare diocesi segrete e che sono stati a decine scoperti e fucilati, fino al caso più recente dei sacerdoti coordinati dal Cardinal Luigi Poggi che negli anni 80 facevano la spola in incognito tra Roma e Varsavia per aiutare Solidarnoac e la resistenza cattolica al regime marxista polacco.
Ci fu addirittura una sorta di ordine segreto pontificio, pare chiamato "della Spada e della Croce' che avrebbe dovuto aiutare l aristocrazia cattolica a defenestrare Elisabetta I e far naufragare la sua ormai definitiva scelta di fare dell'Inghilterra una patria scismatica e protestante…
(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)
Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano
Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano
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