24 febbraio 2024

Gli archivi della Stasi: “le vite degli altri” e il Servizio Segreto più capillare del mondo

Un lettore di prim'ordine settimana scorsa mi ha chiesto quando avessi scritto dei Servizi Segreti della DDR, la defunta Repubblica Democratica Tedesca nota anche come Germania Dell’Est…Come non accontentarlo ?

Chi ha più di 40 anni questa parola l'ha sentita senza dubbio: Stasi, che  era la abbreviazione di “Staatssicherheit” ovvero Sicurezza dello Stato, un Ministero vero e proprio istituito nel 1950 allo scopo, comune e diffuso in tutto il blocco sovietico, di garantire la sicurezza dello Stato dai suoi nemici interni, cioè dai “dissidenti”. E chi ha meno di 40 anni ne ha certamente sentito parlare grazie ad un famoso film tedesco vincitore del Premio Oscar nel 2006, Le vite degli altri. 

Ben presto, come in tutti i paesi del Blocco, anche la Stasi si trasformò in una efficacissima macchina di oppressione delle libertà individuali di tutti i cittadini molto più che di eliminazione dei nemici politici.

Ma bisogna ammettere che la Stasi fu in realtà qualcosa di più, forse in ragione proprio della famigerata efficienza tedesca: non per niente proprio Stalin, presa la decisione di fare della Germania occupata dai Russi una nazione, fu ad affermare sornione e beffardo come sempre “Forse ai tedeschi riuscirà perfino di far funzionare il Socialismo”.

Se il Socialismo non lo fecero funzionare, gli “Ossi”( i tedeschi Dell Est) di certo fecero funzionare benissimo i loro servizi di sicurezza, tanto che la Stasi arrivò a contare oltre 180.000 agenti, circa 1 ogni 80 abitanti, una proporzione abnorme mai raggiunta da nessun servizio segreto al mondo.

Oltre al leggendario “furor teutonicus”, come i Romani chiamavano la tradizionale inarrestabile determinazione dei Tedeschi, giocarono un ruolo centrale due altri fattori: il primo la estrema vicinanza con la Germania Ovest e con le tentazioni dell'Occidente libero e ricco, il secondo sono i fatti del 1953. Siamo normalmente portati a ricordare come “rivoluzioni” all'interno del Blocco Sovietico i fatti di Ungheria del 1956 e la Primavera di Praga del '68, e quasi sempre dimentichiamo che il primo paese sotto Cortina di Ferro in cui scoppiò una temibile rivolta di piazza fu proprio la DDR nel 1953. Il consenso popolare era perduto, e come sempre in questi casi non c'è altra via che il controllo totale e la repressione individuale, che nella DDR assunse però livelli senza precedenti di paranoia psicologica.

Capo indiscusso del Ministero fu per oltre 30 anni il Generale Erich Mielke: ancora prima dell'avvento di Hitler aveva già sulla coscienza un paio di poliziotti morti, e come spesso accadeva ai comunisti dotati di talento omicida fu di buon grado arruolato dalla NKVD di Stalin e mandato in Spagna durante la guerra civile ad uccidere non i Fascisti ma bensì gli stessi comunisti e socialisti sospetti. Era quello che in gergo il KGB chiamerà poi “un bagnato”, e cioè un agente segreto assassino di professione. Sarà questo bel personaggino, che peraltro finirà i suoi giorni serenamente pensionato, a far sparare ai suoi concittadini dal Muro di Berlino, a far torturare e imprigionare centinaia di tedeschi, ma anche a creare una Polizia Segreta unica nel suo genere, volta molto più al controllo psicologico che alla repressione fisica.

La paranoica e capillare attività della Stasi è testimoniata dai suoi incredibili archivi: oltre 100 km di fascicoli che raccontano le vite di tutti gli Ossi, e che Mielke tentò di far distruggere nel 1989: 10 milioni di dossier per 16 milioni di abitanti. Da allora la Germania ha impiegato grandi risorse per far re-incollare pezzo per pezzo i fascicoli distrutti, e vi è una legge dello Stato che consente a tutti gli Ossi di accedere senza alcuna limitazione ai propri fascicoli: così ci si è accorti di quanto fosse paranoica ed efficiente la strategia della Stasi: molti tedeschi scoprirono che dietro ad una mancata promozione, ad un Capoufficio che ti mobbizzava, a un amico che ti abbandonava e perfino ad una fidanzata che ti lasciava o un marito che ti tradiva c'era sempre la Stasi, i cui agenti erano ovunque interpretando qualsiasi ruolo con un unico scopo, annientare il morale e spegnere ogni spirito di ribellione o aspirazione individualista in maniera sistematica e massiva.

La Stasi però vantava anche uno dei più grandi apparati di spionaggio estero, l'HVA,  frutto della genialità di Marcus Wolf, detto “l'uomo senza volto”, che riuscì perfino ad infiltrare un suo agente nel ruolo di più stretto collaboratore del Primo Ministro Occidentale Willy Brandt che dovette dimettersi quando scoppiò lo scandalo: infatti tra i tedeschi che riuscivano a fuggire attraverso il Muro di Berlino vi erano decine di agenti di Wolf, mandati in Occidente con il compito semplicemente di costruirsi una normale vita occidentale salvo poi venire “attivati” con un semplice ordine magari a distanza di anni ed anni ed in base alla posizione sociale ricoperta.

(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)

Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano

Francesco Martelli


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